Cherubini Bixio

Bixio Cherubini

(Leonessa, 27 marzo 1899 – Milano, 14 dicembre 1987[1]) è stato un paroliere, poeta, editore musicale e autore di rivista italiano.

È entrato nella storia della musica leggera italiana come autore di evergreen come Violino tzigano, Mamma, Tango delle capinere e Vola colomba.

Nel corso della sua carriera ha usato anche gli pseudonimi Liman, Carlo Alberto Liman, Pasquale Caliman, Stilos.

Biografia

Figlio e nipote di due garibaldini (questa la causa del nome particolare), discendente del compositore Luigi Cherubini, dopo aver interrotto gli studi a Rieti per arruolarsi come volontario nella Prima guerra mondiale come pilota, iniziò a scrivere i primi testi al termine del conflitto, pubblicando una raccolta di poesie, Canti in grigioverde.

Nel 1919 si trasferisce a Roma per frequentare l'Università e lavorare alle Poste, ma in realtà si dedica alla musica leggera (contro il volere del padre, docente universitario, che lo vorrebbe laureato), iscrivendosi nel 1920 alla SIAE e scrivendo alcune canzoni, tra le quali riscuote particolare successo il brano Ciondolo d'oro, su musica di Guglielmetti: proprio per questo motivo Cherubini decide di abbandonare gli studi.

Nel 1927 si trasferisce a Milano, e in breve tempo consolida la sua carriera con altri brani di grande successo, spesso sulle musiche del Maestro Dino Rulli, quali Apaches, Mimì, Yvonne, Fox trot della nostalgia o del Maestro Alfredo Del Pelo, come Biondo corsaro (del 1924), e decide di fondare le edizioni musicali La Casa della Canzone.

Nel 1923 conosce a Roma il compositore napoletano Cesare Andrea Bixio, che gli viene presentato da Trilussa e con cui inizia una lunga e prolifica collaborazione già nel 1925 con le canzoni Siberiana, Nuvola e L'ultima java: negli anni successivi arriveranno i successi maggiori per la coppia, con brani come Tango delle capinere, La canzone dell'amore, Trotta cavallino, Violino tzigano, Lucciole vagabonde, La mia canzone al vento, Valzer dell'organino, Madonna fiorentina, Miniera, Signora fortuna e, soprattutto, Mamma, divenendo quindi, prima del secondo conflitto, il paroliere più importante per le canzoni di Gabrè, Silvana Fioresi, Oscar Carboni, Beniamino Gigli, il Trio Lescano, Luciano Virgili, Luciano Tajoli, Achille Togliani e Natalino Otto.

Raccoglie inoltre una delle più grosse collezioni italiane di dischi a 78 giri, con tutte le versioni incise delle sue canzoni ed altri, superando i 5000 pezzi: durante un bombardamento però questa collezione viene completamente distrutta.

Nel 1943 aderisce alla Resistenza, aggregandosi al comando partigiano di Val Marchirolo, nel Varesotto, per poi riprendere l'attività nel secondo dopoguerra.

Nel 1948 fondò l'UNCLA (Unione Nazionale Compositori Librettisti e Autori), della quale resterà presidente sino al 1987, anno della sua morte (causata da un edema polmonare). Fu inoltre autore di Spazzacamino, Quell'uccellin che vien dal mare e, insieme a Carlo Concina, di Vola colomba, brano con cui Nilla Pizzi vinse il Festival di Sanremo 1952.

Compose i testi di altri brani presentati alla manifestazione ligure, tra i quali conquistano la medaglia d'argento Campanaro (1953) ed Il torrente (1955), che Bixio firma con lo pseudonimo Carlo Alberto Liman (a volte citato come Pasquale Caliman) in quanto il regolamento dell'epoca impediva di partecipare alla gara con più di un pezzo, e in quell'edizione Bixio aveva già firmato ufficialmente la canzone Sentiero.

Nel 1974 scrive l'ultima canzone insieme a Cesare Andrea Bixio, Quando riascolterai questa canzone, incisa da Achille Togliani.

Nel 2009, in occasione del 110º anniversario della sua nascita, la sua città natale, Leonessa, gli ha dedicato una serie di iniziative per ricordarne la memoria.

Bixio Cherubini ha avuto quattro figlie: Graziella, Ornella, Gabriella e Fiorella (quest'ultima cantante con lo pseudonimo Fiorella Bini).

Il 14 dicembre 1987 muore in un ospedale milanese per edema polmonare.


Millenovecentodiciotto, anno eroico, 1918, anno felice. Eroici e felici sono i nostri soldati che tornano vittoriosi dal fronte verso una nuova vita. Hanno vinto sui mari, sulle arse doline del Carso, nel cielo, portando alla nuova Italia la Vittoria. Tutti hanno bisogno di cantare, i nostalgici canti della trincea, ancora riecheggiano.....

il Piave mormorava... è cosa troppo bella, troppo sacra per esprimere gioia, calore, attaccamento alla vita... per cantare. E’ un forte figlio dell’Abruzzo, ancora con le stellette e con una aquila sul petto che dà inizio ad una èra cantante. Scrive le parole di una canzone che rimarrà per molto tempo sulla breccia. Una di quelle canzoni che immediatamente fanno presa sul popolo. Nasce così in Italia la canzone popolare per merito di «Un ciondolo d’oro».

Fucinatore indefesso Cherubini. Fa canzoni a getto continuo, incoraggia compositori a scrivere note, li porta inconsapevoli ad affrontare un nuovo mestiere : non più « intermezzi » o

« pezzi da camera » o « romanze romantiche » per salotti, ma arie ed ariette scherzose, romantiche sì ma non troppo, musichette leggere e gentili che devono andare direttamente a! cuore delle masse con spensieratezza.

Dino Rulli, C. A. Bixio il gigante della canzone italiana, Di Lazzaro il popolare musicista dai mille successi. Armando Fragna il più estroso dei canzonieri, Mario Schisa. Redi, Ermenegildo Rusconi, sono stati tutti tenuti a battesimo dal nostro Cherubini. Canzoni, canzoni, migliaia di poesie ora allegre ora tristi volano per il mondo a rallegrare gli spiriti. « Sei tu, Mimi », « La canzone dell’amore », « Tango delle capinere », « Violino tzigano », « La mia canzone al vento », «• Mamma », « Signora Fortuna », « Signora Illusione », « Signora Speranza » sono un campionario di quelle canzoni che ricordano la nostra giovinezza, sono le canzoni che, se non le abbiamo mai cantate noi, le abbiamo sentite canticchiare dai nostri vecchi nonni, dai nostri genitori e che ci sono entrate inconsapevolmente nel sangue.

Cherubini lo possiamo perciò considerare un pioniere del nuovo stile. Le sue canzoni non hanno gli sfondi sociali, non vogliono essere delle favolette con morale, vuoi scritta, vuoi sottintesa, ma rispecchiano fatti di tutti i giorni, pensieri carezzati nella mente di ogni uomo che in un giorno di felicità vuole esprimere la sua gioia e vuole cantare. Ecco perchè Cherubini ha avuto tanto successo con le sue poesie garbate, con i suoi quadretti gentili.

Ha collaborato anche con « nomi » : Mascagni, Willy Ferrerò, il Mrt Casa-vola, ecc. ed anche alla musica di questi insigni maestri ha portato un po' della sua freschezza di trovatore moderno. Tremila e più sono « i testi » scritti da questo fantasioso maestro di penna, elencarli sarebbe troppo lungo, e non voglio dare l’impressione di far leggere un qualsiasi catalogo.

Cherubini si è cimentato anche nel film, nella rivista, nella poesia pura, e, o ultima res, nella composizione. E’, nel gergo musicale, un melodista, e le sue melodie, si chiamano « Maddalena Maddalena », Occhi belli che sognate », « Arrivederci Lucia » e tante altre, che hanno ottenuto lusinghiero successo in Italia e all’estero.

E l’uomo? Dinamico, cordiale, simpatico, sempre pronto alla battuta di spirito. Lavoratore e organizzatore nel suo campo. E’ presidente di non so quante associazioni, segretario di non se quante altre, ed esplica queste sue attività non remunerate per sola passione a margine della sua professione.

Generoso nel lavoro, lo è anche nella vita. E’ padre di quattro graziosissime signorine, anche loro o rime baciate » che rispondono ai romantici nomi di Graziella, Ornella, Fiorella, Gabriella. Bravo Bixio! Hai intenzione di finire le rime in « ella »?, ricordati che ci sono ancora fra i nomi o Donatella, Marcella, Mirella: Annabella. Rosabella, ecc. ».

Di Bixio Cherubini ci sarebbe da riempire numerose cartelle, ma lo spazio avaro non ce lo permette. Vogliamo dire soltanto che l’ultimo suo successo è stato strepitoso: «Vola colomba » ha vinto meritatamente un primo premio al Festival della Canzone, e questo credo sia un riconoscimento per l’attività, il gusto, il cuore che questo canzoniere mette nel suo lavoro.

Aldo Locatelli


Galleria fotografica e stampa dell'epoca

1930 Cafe Chantant Bixio CherubiniNon siamo a presentarlo perchè questo giovane popolarissimo alfiere della canzone Italiana, che rifugge da ogni sproloquio propagandistico (al contrario di coloro clic vanno ostentando sui libelli reclamistici una inesistente celebrità), non ha bisogno di presentazioni. Parliamo del poeta Bixio Cherubini così come ne parlano quotidiani e riviste, entro ed oltre confine, che vedono rifulgere questo nome ovunque risuoni l'eco di una canzone popolare... Il nostro giornale che tanto interessa il Varietà internazionale non può quindi disinteressarsi di collii che dalla sua penna e dalla sua vena poetica sa far scaturire una sorgente inesauribile di successi.

Da oltre un decennio e cioè alla prima minaccia dell'invasione straniera nel campo della nostra canzone, in questo giovane poeta, non ancora ventenne, si destò un istinto combattivo di canzoniere e la sua prima canzone Ciondolo d’oro segnò non soltanto un suo successo, ma un grande successo Italiano. In stretta collaborazione col compianto maestro Dino Rulli, si affermò sempre più attraverso gli indimenticabili successi: Mimi, Mondana, Apaches, Yvonne, Bazar, Bionda fatino, Odette, Foxtrot della nostalgia, John sou, Chiaro di luna del M.° Rusconi, Biondo Corsaro del M.° Del Pelo ecc. canzoni che sono un patrimonio artistico nostro. Scritturato dall'infaticabile editore-autore C. A. Bixio, contribuì con lui alla grande affermazione della casa omonima in Italia e all'estero, lanciando sulle ribalte, attraverso la interpretazione dei più quotati artisti, centinaia e centinaia di canzoni la cui eco, appena spentasi, si rinnovò senza tregua di anno in anno cd il programma di Bixio Cherubini è quello di non dar tregna alla invadente produzione straniera, fronteggiandola vittoriosamente, come la ha fronteggiata con quei baluardi di canzoni che mai nessuno potrà dimenticare, quali: Leggenda rossa, Il treno va, Il foxtrot degli studenti. I veri apaches, Scugnizzo, Fantaccino biondo, Notte Sivigliana, Meridiana, Passione Madrilena, Il faro blu, Margherita, Fumo e profumo, Miniera, Varieté. Lucciole vagabonde, Cantatrice delle stelle, Siberiana, Re di cuori, Avana, Spazzacamino, Tango delle capinere. Tan go della Pampa, Serenata malandrina, Cantastorie, Cuore vagabondo, William, Canzone al vento, Valzer di Mimosa. Tango appassionato, Valzer di Nanù, Ferriera, Chiudi gli occhi Rosita, Tango vagabondo, Vivandiera, Lillù e centinaia di altre canzóni che ha cantato e canta tutta Italia.

Ma il poeta Bixio Cherubini non si è localizzato nel solo campo della canzone : egli ha affrontato con vivo successo quello del Teatro al quale Ita dato molti lavori di grande mole e di viva fantasia che ancor oggi tengono il cartello, interpretati dalle migliori Compagnie del genere: La Danza del globo (Compagnia Riccioli,), La giostra dell'amore (Compagnia Maresca), Le follie del mondo (Compagnia Aliberti) Miss Tabarin, L'ultima serenata ecc. ecc.

Ed oggi che il film sonoro apre un nuovo campo per i poeti, musicisti ed artisti, ecco il poeta Bixio Cherubini schierarsi all' avanguardia : Infatti nel primo film sonoro Italiano La canzone dell’ amore, la canzone che occupa il motivo predominante del film e che porta il titolo del film stesso, è stata verseggiata dal Cherubini su musica di C. A. Bixio e sappiamo altresì che al poeta Bixio Cherubini è stato dato incarico di verseggiare moltissime canzoni su motivi predominanti di rilms in allestimento.

E' nostro dovere quindi seguire la sua attività instancabile e dichiararci fieri di lui.

Pilù, «Cafè Chantant», 1930


1987 12 15 Corriere della Sera Bixio Cherubini morte intro

Fu Cesare Andrea Bixio (il cui cognome corrispondeva al nome di battesimo del poeta) a lanciarlo come autore di versi e a creare con lui motivi immortali come «Il tango delle capinere», «Ferriera», «Violino tzigano», «Manetta monta in gondola», oltre a «Solo per te Lucia», per il primo film parlato del nostro cinema (1930)

MILANO — (Ansa) Si è spento ieri mattina in un ospedale milanese, in seguito a edema polmonare, il maestro Bixio Cherubini, autore dei versi di alcune delle più celebri canzoni del nostro secolo fra le quali «Mamma», «Vola colomba», «Violino tzigano», «Parlami d'amore Mariù», «Ferriera». Aveva 88 anni. Era nato a Leonessa, in provincia di Rieti, il 27 marzo 1899. Aveva trascorso l'infanzia a Roma e poi si era trasferito a Milnno, città che lo onorò a suo tempo con la mcdagliu d'oro di cittadino benemerito. I funerali di Cherubini, secondo quanto annunciato dalia famiglia, si svolgeranno domani.

Singolare destino quello di Bixio Cherubini: «nomen omen», un nome, un presagio. Negli anni Venti, quello che sarebbe diventato il più grande e famoso autore della musica leggera italiana incontrò Cesare Andrea Bixio, editore, autore di musiche (e più raramente di testi), che era sempre alla ricerca di nuovi talenti creativi da valorizzare. Fra i due Bixio (uno di nome, l’altro di cognome) si stabilì in breve tempo un sodalizio artistico che durò, con brevi interruzioni dovute a piccoli screzi di natura artistica, fino alla fine degli anni Cinquanta.

Dalla collaborazione fra Cesare Andrea Bixio e Bixio Cherubini, nacque la nuova musica leggera italiana. che fino agli anni Venti aveva visto l’egemonia di Napoli. I motivi a firma Bixio-Cherubini fanno parte della storia del costume del nostro secolo: «Vola colomba», «Violino tzigano», «Ciondolo d’oro», «Tango delle capinere» (ricordate: «A mezzanotte va la ronda del piacere...), «Re di cuori», «Il valzer dell’organino», «Marietta monta in gondola» (...che mi te porto al Lido...). «Il primo pensiero d’amore» (portata al successo da Alberto Rabagliati).

E poi ancora «Mamma» (che secondo alcune fonti sarebbe stata commissionata inizialmente a Pietro Mascagni, il quale però avrebbe proposto una partitura troppo lunga e difficile), oltre a «Solo per te Lucia» motivo conduttore del primo film sonoro italiano del 1930, intitolato «La canzone dell’amore», a «La mia canzone nel vento», «La famiglia canterina», «Macarolita». «C’è un’orchestra sincopata», «Madonna fiorentina».

Con altri autori Cherubini scrisse anche « Quell'uccellin che vien dal mare», «Signora illusione», «Spazzacamino». Fra tutte queste canzoni quella che fece il giro del mondo fu «Mamma» incisa per la prima volta nel 1940 da Beniamino Gigli con l’orchestra Olivieri e poi ripresa da tanti cantanti fra cui Claudio Villa e, in tempi recenti, perfino da Luciano Pavarotti che l’ha rilanciata nelle classifiche internazionali.

Franco Bixio, uno dei tre figli di Cesare Andrea, ricorda: «Quando mio padre incontrò Cherubini, lui era un impiegato delle poste. Papà capì subito che quell’uomo aveva una straordinaria capacità di mettere in rima e in poesia le buone idee. Ma soprattutto riusciva a trovare le parole adatte per compenetrare nei versi il momento sociale che il Paese stava attraversando. Espressione compiuta di questa sua sensibilità furono canzoni come "Miniera’ e "Ferriera”, legate al fenomeno dell’emigrazione e delle vittime della nuova rivoluzione siderurgica».

Valerio Vancheri, che oggi regge le sorti dell’Uncla, l’associazione dei compositori e dei librettisti fondata da Cherubini (e di cui è stato presidente fino alla fine), lo ricorda come un uomo stupendo, minuto, sveglio e intelligente. Franco Bixio ricorda anche il piacere di dialogare con lui, sull’attualità quotidiana, sui problemi sociali e politici.

Nelle sue canzoni Cherubini non introdusse mai la politica in modo aperto, ma il suo curriculum, accanto a centinaia di premi e riconoscimenti nazionali ed intemazionali, lo vede combattente nella prima guerra mondiale e nella Resistenza, presso il comando Zona di Val Marchirolo (Varese).

Bixio Cherubini aveva messo insieme uno dei più grandi e completi archivi storici e discografici esistenti in Italia. Conservava gelosamente migliaia di dischi a 78 giri e spartiti. E l’accesso al «sacrario» era interdetto a tutti, compreso l’amico e «socio» Cesare Andrea Bixio (scomparso nel 1978).

Se ne va dunque con Bixio Cherubini un gigante della canzone popolare italiana. l’uomo che aveva saputo far marciare la sua arte in perfetta sintonia con le emozioni della coscienza collettiva nel corso di oltre trent’anni di travagliata storia italiana, l'uomo che aveva saputo far battere all’unisono milioni di cuori e strappare tante lacrime con versi indimenticabili come «Suona campana, suona, viene giù la sera; toma cantando l'uomo dalla ferriera, pensa ai suoi bimbi e canta alla sua casetta, ov’è una zuppa e un angelo che l’aspetta... ma non ritorna l’uomo della ferriera. Com'è più triste il suono delle campane mentre i bambini aspettano il babbo e il pane...».

Mario Luzzatto Fegiz, «Corriere della Sera», 15 dicembre 1984

1987 12 15 Corriere della Sera Bixio Cherubini morte intro2

Dalla distanza degli anni, e adesso da quella della morte, Bixio Cherubini ci propone un mondo che sembra uscire da un dimenticato «feuilleton». Con il suo patriottico nome da epopea garibaldina, Cherubini aveva debuttato sessant anni fa. La prima canzone fu «Miniera», cui seguirono «Scintilla», «Tango delle capinere», «Rotaie», «Lucciole vagabonde». I titoli hanno un'evidenza su cui possiamo brevemente meditare. Non era più l’Italia delle vecchie radici romantiche e decadenti, dei pergolati e del Vesuvio come fondale fisso, ma nemmeno l’Italia dell’incombente orbace.

Venivano avanti nuovi personaggi. Scompariva lo Scettico Blu e sulla scena entravano il «minatore bruno» emigrato in Messico, il «bandolero stanco» dell’Ari zona, la donna adultera di «Scintilla» che muore nell'incendio della casa della madre. Quelli che imparavano a memoria i versi di Cherubini, frequentavano le sale da ballo («dancing» era parola proibita) dell’Opera nazionale dopolavoro. In bocca avevano il prurito della gazzosa quando, con inconscia desolazione mitteleuropea, invocavano nell'orecchio della ragazza: «Suona solo per me. o violino tzigano».

Un vecchio «feuilleton», come abbiamo già detto: una remota colonna musicale fondata sull'eterno testamento che accompagna l’infelicità di ogni distanza: «Lontano tutti abbiamo una casa,/tutti abbiamo una sposa/com'è triste l’attesa». I trionfi di «Mamma» e di «Vola, colomba» furono la conferma di quella piccola ricetta canora. Ne ascoltiamo qualche rintocco, ne ripetiamo qualche frammento, ora che, tanto per fare un esempio, «la ronda del piacere» tristemente diventata «il racket del vizio».

Giulio Nascimbeni, «Corriere della Sera», 15 dicembre 1984



AnnoTitoloAutori del testoAutori della musicaInterpreti ed incisioni
1928Il tango delle capinereBixio CherubiniCesare Andrea BixioGabrè,Luciano Tajoli,Luciano Virgili,Nilo Ossani
1934Violino tziganoBixio CherubiniCesare Andrea BixioElsa Merlini,Roberto Altamura
1936È finito il bel tempo che fuBixio CherubiniGino RediDaniele Serra
1937Sogno tziganoBixio CherubiniGino RediGino Del Signore
1937HawayBixio CherubiniRinaldo MassogliaEmilio Livie ilTrio Lescano
1938Ninna-nanna della vitaBixio CherubiniCesare Andrea BixioBeniamino Gigli,Luciana Dolliver,Achille Togliani
1938Piccolo chaletBixio CherubiniPasquale FrustaciLuciana Dollivere ilTrio Lescano
1938Eravamo sette sorelleBixio CherubiniCesare Andrea BixioTrio Lescano
1938L'orologio dell'amoreBixio CherubiniPasquale FrustaciTrio Lescano
1938Nuvola di fumoBixio CherubiniPasquale FrustaciArmando Giannotti
1939È scomparsa una ragazzaBixio CherubiniLuigi PaganoTrio Lescano
1939Madonna FiorentinaBixio CherubiniCesare Andrea BixioOtello Boccaccini,Gino Bechi,Luciano Tajoli,Rino Salviati,Narciso Parigi
1940Il primo pensieroBixio CherubiniLuigi PaganoAlberto Rabagliati,Luciano Tajoli
1940Signora illusioneBixio CherubiniArmando FragnaLuciano Tajoli,Luciana Dolliver,Carlo Buti,Luciano Virgili
1940Uh... Uh... signorina NovecentoBixio CherubiniBruno QuarantottoFausto Tommeie ilTrio Lescano
1940Passano i battaglioniBixio CherubiniMarfIsa Bellinie ilTrio Lescano
1940MammaBixio CherubiniCesare Andrea BixioBeniamino Gigli,Luciano Tajoli,Nunzio Gallo,Luciano Pavarotti,Il Volo
1941C'è un'orchestra sincopataBixio CherubiniCesare Andrea BixioTrio Lescano
1941La famiglia canterinaBixio CherubiniCesare Andrea BixioErnesto Boninoe ilTrio Lescano
1942Chiaro di lunaBixio CherubiniPier Emilio BassiTrio Lescano
1951CalendimaggioBixio CherubiniCesare CesariniCarlo Buti-Luciano Tajoli
1952Vola colombaBixio CherubiniCarlo ConcinaNilla Pizzi,Luciano Tajoli,Carlo Buti
1953CampanaroBixio CherubiniCarlo ConcinaNilla PizzieDoppio Quintetto Vocale-Teddy RenoeQuartetto Stars,Luciano Tajoli
1955Canta FirenzeBixio CherubiniArmando FragnaCarlo Buti
1957Buon anno buona fortunaBixio CherubiniCesare Andrea BixioAurelio Fierro,Giorgio Consolini,Rino Salviati,Achille Togliani
1958Campana di Santa LuciaBixio CherubiniCarlo ConcinaClaudio Villa-Giorgio Consolini
1961Uno qualunqueBixio CherubiniMario SchisaHenry Ferraris

Note

  1. ^Luciano Curino,Morto Cherubini, re dei parolieri, pubblicato suLa Stampadel 15 dicembre 1987], n° 293, pag. 23

Riferimenti e bibliografie:

  • Autori Vari (a cura diGino Castaldo),Dizionario della canzone italiana, edizioni Curcio, 1990; alla voceCherubini, Bixio, diAntonio Virgilio SavonaeMichele L. Straniero, pagg. 364-366
  • Gigi Movilia,Le più belle canzoni italiane di ieri e di oggi portano la firma di Bixio Cherubini, pubblicato suSorrisi e Canzonianno IV, n° 51, 18 dicembre 1955, pagg. 8-9
  • Bixio Cherubini, suDiscografia nazionale della canzone italiana,Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi.Modifica su Wikidata
  • (EN)Bixio Cherubini, suMusicBrainz, MetaBrainz Foundation.Modifica su Wikidata
  • Una monografia Su Bixio Cherubini (a cura di Giorgio Zoffoli)(PDF), sutrio-lescano.it.
  • Omaggio di Leonessa a Bixio Cherubini, sugosabina.com.
  • Biografia, musicaedischi.it.URL consultato il 22 febbraio 2010.
  • Archivio del sito "Il trio lescano" - Bixio Cherubini