Betti Laura (Trombetti Laura)

Nome d'arte di Laura Trombetti (Casalecchio di Reno, 1º maggio 1927 – Roma, 31 luglio 2004), è stata un'attrice e cantante italiana, attiva tanto nel cinema quanto in teatro[1].

Interprete dotata di grinta e di una voce caratterizzata da un timbro roco, è nota al pubblico soprattutto per il lungo sodalizio artistico e umano che la unì spiritualmente al poeta, scrittore e regista Pier Paolo Pasolini.

La sua filmografia comprende pellicole importanti come La dolce vita (diretta da Fellini, 1960). Nel 1968 vince la Coppa Volpi per Teorema di Pier Paolo Pasolini; poi, con la regia di Marco Bellocchio, figura tra gli interpreti di Nel nome del padre (1972) e Sbatti il mostro in prima pagina (1972). Con Bellocchio recitò ancora nel 1977 per la riduzione televisiva de Il gabbiano di Anton Cechov. Ebbe un ruolo di rilievo accanto a Donald Sutherland in Novecento di Bernardo Bertolucci, nella parte di Regina, sadica cugina del protagonista Alfredo (Robert De Niro). Interpretò anche una scena con Marlon Brando in Ultimo tango a Parigi: il suo ruolo era quello di Miss Blandish, nome preso a prestito dal romanzo Niente orchidee per Miss Blandish di James Hadley Chase; la scena però venne tagliata.

Gli esordi

Figlia di Ettore Trombetti (1895-1965), avvocato iscritto al Partito d'Azione, e nipote del glottologo Alfredo Trombetti (1866-1929), Laura Betti esordì nello spettacolo come cantante di brani jazz; dopo una breve esperienza nel cabaret (1954) in coppia con Walter Chiari ne I saltimbanchi.

Nel 1955 debuttò in teatro ne Il crogiuolo di Arthur Miller, con la regia di Luchino Visconti; nel suo repertorio giovanile anche il Cid di Corneille, in coppia con Enrico Maria Salerno e I sette peccati capitali di Brecht e Weill.

Nel 1960 costruì un recital di canzoni con la collaborazione dei più grandi talenti letterari dell'epoca come Mario Soldati, Franco Fortini, Ennio Flaiano, Giorgio Bassani, Camilla Cederna, Fabio Mauri, Gino Negri, Goffredo Parise, Alberto Arbasino, Ercole Patti, Alberto Moravia, oltre che dello stesso Pasolini. Il recital, dal titolo Giro a vuoto, dopo il tour italiano iniziato al Teatro Gerolamo di Milano il 27 gennaio 1960, debuttò a Parigi dove fu calorosamente recensito dal poeta, saggista, critico d'arte, oltre che fondatore del movimento del surrealismo, André Breton e venne ripreso per altre due volte negli anni a seguire.

Tra la fine del 1960 e il gennaio 1961 divenne popolare interpretando con Paolo Poli la coppia di cantastorie che intonavano La ballata del pover'uomo, che scandiva gli episodi dello sceneggiato televisivo Tutto da rifare, pover'uomo, diretto da Eros Macchi.

Coppa Volpi a Venezia

L'inizio dell'attività di attrice cinematografica coincise per Betti con la conoscenza di Pier Paolo Pasolini, che l'avrebbe diretta ne La ricotta (episodio di Ro.Go.Pa.G.) e, successivamente (1968), nell'opera teatrale Orgia e in Teorema, film per il quale l'attrice si aggiudicò la Coppa Volpi come miglior attrice al Festival del cinema di Venezia. Sempre sotto la regia di Pasolini, nel 1974 girò I racconti di Canterbury.

Altri film interpretati da Betti sono stati Allonsanfàn (1974) di Paolo e Vittorio Taviani, Vizi privati, pubbliche virtù (1975, regia di Miklós Jancsó), Novecento (1976, di Bernardo Bertolucci), Viaggio con Anita (1979, regia di Mario Monicelli), Caramelle da uno sconosciuto (1987, di Franco Ferrini), Il grande cocomero (1993, per la regia di Francesca Archibugi), Un eroe borghese (1995, con Michele Placido).

Uno fra gli ultimi registi a dirigerla fu Mimmo Calopresti, per il quale interpretò nel 2003 il ruolo di una suora nel film La felicità non costa niente che le valse una nomination, nello stesso anno, al Nastro d'argento come Migliore attrice non protagonista.

Il Fondo Pasolini

Dal 1980 è stata ideatrice e direttrice del Fondo Pier Paolo Pasolini, che per più di vent'anni ha avuto sede a Roma, in piazza Cavour. Per lo scrittore, Laura Betti era una tragica Marlene, una vera Garbo con sopra al volto una maschera inalterabile di pupattola bionda.[2] Il suo rapporto con Pasolini, il suo carattere e le difficoltà dei suoi ultimi anni sono stati descritti impietosamente da Emanuele Trevi in Qualcosa di scritto, pubblicato nel 2012 da Ponte alle Grazie, secondo classificato alla 66ª edizione del Premio Strega.

Oltre a portare avanti come direttrice l'attività del Fondo, nella parte finale della carriera (1992) Betti aggiornò il suo recital del 1985 dove interpretava Les Chansons de Bilitis di Pierre Louÿs su musiche di Claude Debussy nella prima parte e nella seconda "Una disperata vitalità'" di Pier Paolo Pasolini, eliminando la prima parte e arricchendolo di altri testi pasoliniani e poesie raccolti sotto il titolo Una disperata vitalità.

Nel 2003 crea, presso la biblioteca della Cineteca di Bologna, il Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini, nel quale trasferisce, tramite donazione, tutta la documentazione raccolta dal fondo: più di 1.000 volumi e altro materiale inerente all'opera di Pasolini. Il trasferimento da Roma a Bologna ha causato notevoli attriti fra l'attrice e l'amministrazione capitolina.

Dopo la sua morte, il fratello Sergio ha donato al Centro Studi Archivio Pier Paolo Pasolini tutti i documenti personali relativi alla sua carriera, raccolti sotto il nome di Fondo Laura Betti.

Riposa al Cimitero della Certosa di Bologna, nella tomba di famiglia.

Nel novembre 2015 il Teatro Comunale di Casalecchio di Reno (suo luogo di nascita) è stato a lei intitolato.


Si potrebbe definire il cabaret in tanti modi. Cronaca, avanguardia, sperimentalismo e in chissà quali altri. Il campo è aperto. Il cabaret può essere senza limiti. In Francia e in Germania è persino usato come digestivo. La gente va, mangia, e mentre beve il liquorino si abbandona, persa in un’orgia di masochismo, a sferzate e sberleffi di calze a maglia nere.

Laura Betti 89

In genere quelli che fanno il teatro di cabaret ignorano completamente il teatro tradizionale. Per grazia di Dio, nella fretta, lo si dimentica e cosi ci si ritrova anche a compiere definitivi progressi come attori. Nella vita culturale italiana il peso di creature come noi è notevolissimo, perché siccome non chiediamo agli scrittori di smascherarsi completamente cosi come lo richiederebbe una commedia in tre atti, ma chiediamo loro brani, particelle, idee, frizzi, e se non sono acuti li rendiamo acuti noi, loro son ben felici e ci scrivono quello che vogliamo e cosi la cultura italiana si mantiene allegrotta e produce. La politica sta diventando sempre di più artistica come prospettiva, per cui io non la trascuro di certo, almeno teatralmente. In quanto poi alle possibilità di esercitare concretamente tale attività, sono pochissime, credo anzi nessuna. Pare che il clima italiano non lo consenta o giù di li. Insomma, un’attività di questo genere la si può esercitare, in Italia, solamente a patto di sognare invano un conto in banca e dì accettare di essere considerati animali preistorici o del 2570 dopo Lenin.

Il cabaret può portare a tutto. Dal cabaret può nascere tutto. Il pubblico — deliziosamente distratto — lo si cattura benissimo. Il cabaret può persino produrre attori intelligenti — e Dio solo sa se è raro! — poiché l’intelligenza è una condizione indispensabile alla creazione. E il cabaret è una continua creazione. E con questo? Con questo io credo fermamente che per questa somma di motivi, e non certo per altri, il cabaret per l’appunto in Italia non esiste né mai esisterà.

Laura Betti


Galleria fotografica e stampa dell'epoca

1969 04 26 Noi Donne Laura Betti intro

«Noi donne», 26 aprile 1969 - Laura Betti


1969 Radiocorriere TV Laura Betti intro

«Radiocorriere TV», 1969 - Laura Betti Parte 1 - Parte 2



Teatro

I saltimbanchi di Walter Chiari e Italo Terzoli, 1954
Le Coefore di Eschilo, 1954
El Cid di Pierre Corneille, regia di Lucio Chiavarelli, 1955
Il crogiuolo di Arthur Miller, regia di Luchino Visconti, 1955
Il ventaglio di Carlo Goldoni, regia di Carlo Lodovici, 1955 (per qualche replica in sostituzione di Adriana Asti)
Le donne al parlamento di Aristofane, regia di Luigi Squarzina, 1955
Giro a vuoto di autori vari, regia di Filippo Crivelli, 1960
I sette peccati capitali di Bertolt Brecht, regia di Luigi Squarzina, 1961
Der Jasager di Bertolt Brecht, 1964
Potentissima Signora di autori vari, regia di Mario Missiroli, 1965
Il ricatto a teatro di Dacia Maraini, regia di Roberto Guicciardini, 1967
Candelaio di Giordano Bruno, regia di Luca Goldoni, 1968
Orgia di Pier Paolo Pasolini, regia di Pier Paolo Pasolini, 1968
Not I di Samuel Beckett, regia di Franco Enriquez, 1970
Orgia di Pier Paolo Pasolini, regia di Mario Missiroli, 1984
Les Chansons de Bilitis di Pierre Louÿs e Claude Debussy, Una disperata vitalità di Pier Paolo Pasolini, 1985
Una disperatà vitalità di Pier Paolo Pasolini, regia di Laura Betti, 1992

Televisione

Le canzoni di tutti, varietà musicale di Luciano Salce, Ruggero Maccari, Ettore Scola, con Bice Valori, Paolo Panelli, Alberto Bonucci, Elio Pandolfi, Silvio Spaccesi, Gabriella Andreini, Fausto Cigliano, Cosetta Greco, Anna Maria Ferrero, Paolo Ferrari, Nunzio Gallo, Nilla Pizzi, Enzo Garinei, Laura Betti, Dolores Palumbo, orchestra di Franco Pisano, regia di Mario Landi, 7 puntate dal 15 gennaio 1958 al 26 febbraio 1958.
Tutto da rifare pover'uomo, sceneggiato televisivo, regia di Edmo Fenoglio, 1960
Un uomo di spirito, commedia con Dina Sassoli, Mario Pisu, Laura Betti, Paolo Carlini, regia di Giacomo Colli, trasmessa il 21 agosto 1973.
Un matrimonio in provincia, con Erica Beltrami, Laura Betti, Leda Celani, regia di Gianni Bongioanni, sceneggiato del 1980.
Le ali della colomba, con Delia Boccardo, Paolo Malco, Laura Morante, Laura Betti, Sergio Rossi, Margherita Guzzinati, regia di Pier Luigi Calderone, sceneggiato di 3 puntate dal 21 aprile 1981 al 5 maggio 1981.
Viaggio a Goldonia, con Laura Betti, Mario Scaccia, Paolo Bonacelli, Carlo Cecchi, Monica Guerritore, Manuela Kustermann, Gabriele Lavia, Lucia Poli, Paolo Poli, Cochi Ponzoni, Vittorio Caprioli, Gianni Cavina, Massimo Dapporto, Mariano Rigillo, regia di Ugo Gregoretti, sceneggiato in 3 puntate dal 16 marzo 1982 al 30 marzo 1982.
La Certosa di Parma, di Stendhal, con Andrea Occhipinti, Marthe Keller, Gian Maria Volonté, George Wilson, Lucia Bosè, Marc Porel, Laura Betti, Ottavia Piccolo, regia di Mauro Bolognini, sceneggiato televisivo, in 6 puntate dal 12 settembre 1982 al 17 ottobre 1982.

Filmografia

Attrice

Noi siamo le colonne, regia di Luigi Filippo D'Amico (1956)
Labbra rosse, regia di Giuseppe Bennati (1960)
La dolce vita, regia di Federico Fellini (1960)
Era notte a Roma, regia di Roberto Rossellini (1960)
La ricotta, episodio di Ro.Go.Pa.G., regia di Pier Paolo Pasolini (1963)
Il mondo di notte numero 3, regia di Gianni Proia (1963)
La Terra vista dalla Luna, episodio di Le streghe, regia di Pier Paolo Pasolini (1967)
Edipo re, regia di Pier Paolo Pasolini (1967)
Fermate il mondo... voglio scendere!, regia di Giancarlo Cobelli (1968)
Che cosa sono le nuvole?, episodio di Capriccio all'italiana, regia di Pier Paolo Pasolini (1968)
Teorema, regia di Pier Paolo Pasolini (1968)
Porcile, regia di Pier Paolo Pasolini (1969) - solo voce
Il rosso segno della follia, regia di Mario Bava (1969)
Sledge (A Man Called Sledge), regia di Vic Morrow (1970)
Reazione a catena, regia di Mario Bava (1971)
I racconti di Canterbury, regia di Pier Paolo Pasolini (1972)
La banda J. & S. - Cronaca criminale del Far West, regia di Sergio Corbucci (1972)
Nel nome del padre, regia di Marco Bellocchio (1972)
Ultimo tango a Parigi, regia di Bernardo Bertolucci (1972) - scene tagliate
Sbatti il mostro in prima pagina, regia di Marco Bellocchio (1972)
Sepolta viva, regia di Aldo Lado (1973)
Allonsanfàn, regia di Paolo e Vittorio Taviani (1974)
La cugina, regia di Aldo Lado (1974)
Fatti di gente perbene, regia di Mauro Bolognini (1974)
La ragazza con gli stivali rossi, regia di Juan Buñuel (1974)
Paulina s'en va, regia di André Téchiné (1975)
L'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale, regia di Gian Vittorio Baldi (1975)
Vizi privati, pubbliche virtù, regia di Miklós Jancsó (1976)
Novecento, regia di Bernardo Bertolucci (1976)
La gang del parigino, regia di Jacques Deray (1977)
La nuit, tous les chats sont gris, regia di Gérard Zingg (1977)
Morti sospette, regia di Jacques Deray (1978)
Viaggio con Anita, regia di Mario Monicelli (1978)
Il piccolo Archimede, regia di Gianni Amelio (1979)
La luna, regia di Bernardo Bertolucci (1979)
Le ali della colomba, regia di Gianluigi Calderone (1981)
Loin de Manhattan, regia di Jean-Claude Biette (1982)
Il mondo nuovo, regia di Ettore Scola (1982)
Venice en hiver, regia di Jacques Doniol Valcroze (1982)
Strada Pia, regia di Georg Brintrup (1983)
La fuite en avant, regia di Christian Zerbib (1983)
Ars amandi, regia di Walerian Borowczyk (1983)
Retenez-moi... ou je fais un malheur!, regia di Michel Gérard (1984)
Rapporti di classe, regia di Danièle Huillet e Jean-Marie Straub (1984)
Chambre d'amie, regia di Caroline Huppert (1985)
Tutta colpa del paradiso, regia di Francesco Nuti (1985)
Mamma Ebe, regia di Carlo Lizzani (1985)
Corps et biens, regia di Benoît Jacquot (1986)
Jenatsch, regia di Daniel Schmid (1986)
L'estate impura, regia di Pierre Granier-Deferre (1987)
Caramelle da uno sconosciuto, regia di Franco Ferrini (1987)
I cammelli, regia di Giuseppe Bertolucci (1988)
Jane B. par Agnès V., regia di Agnès Varda (1988)
Le rose blu, regia di Anna Gasco, Tiziana Pellerano e Emanuela Piovano (1989)
Courage Mountain, regia di Christopher Leitch (1990)
Le champignon des Carpathes, regia di Jean-Claude Biette (1990)
Donne di piacere, regia di Jean-Charles Tacchella (1990)
Les enfants d'abord, regia di Caroline Huppert (1990)
Caldo soffocante, regia di Giovanna Gagliardo (1991)
Segno di fuoco, regia di Nino Bizzarri (1990)
Il grande cocomero, regia di Francesca Archibugi (1993)
La ribelle, regia di Aurelio Grimaldi (1993)
Mario, Maria e Mario, regia di Ettore Scola (1993)
Il delitto Ambrosoli, regia di Michele Placido (1993)
Con gli occhi chiusi, regia di Francesca Archibugi (1994)
Un eroe borghese, regia di Michele Placido (1995)
I magi randagi, regia di Sergio Citti (1996)
Marianna Ucrìa, regia di Roberto Faenza (1997)
Un air si pur..., regia di Yves Angelo (1997)
La vie ne me fait pas peur, regia di Noemi Loevsky (1998)
E insieme vivremo tutte le stagioni, regia di Gianni Minello (1999)
L'amore era una cosa meravigliosa, regia di Paolo Costella (1999)
The Protagonists, regia di Luca Guadagnino (1999)
A mia sorella! (À ma soeur!), regia di Catherine Breillat (2001)
Fratella e sorello, regia di Sergio Citti (2002)
Il diario di Matilde Manzoni, regia di Lino Capolicchio (2002)
Gli astronomi, regia di Diego Ronsisvalle (2003)
La felicità non costa niente, regia di Mimmo Calopresti (2003)
Il quaderno della spesa, regia di Tonino Cervi (2003)
Raul - Diritto di uccidere, regia di Andrea Bolognini (2005)

Regista

Il silenzio è complicità (1976)
Pier Paolo Pasolini e la ragione di un sogno (2001)

Doppiaggio

Betti ha lavorato molto anche nel mondo del doppiaggio. La sua voce molto particolare è sempre riconoscibile. Due esempi: la voce del demonio che possiede Regan MacNeil, interpretata da Linda Blair, ne L'esorcista e quella di Hélène Surgère in Salò o le 120 giornate di Sodoma.

Discografia

LP

Laura Betti con l'orchestra di Piero Umiliani (Jolly LPJ 5020, 1960)
Laura Betti canta Kurt Weill 1900-1933 (Ricordi SMRL 6031, 1963)
Laura Betti canta Kurt Weill 1933-1950 (Ricordi SMRL 6032, 1963)

EP

Laura Betti con Piero Umiliani e la sua orchestra. La commedia è finita/La canzone del giramondo/La canzone del tempo/Una venere ottimista (RCA Italiana A72U0220, 1958)
Quattro canzoni con Laura Betti. Amare vuol dire mentire/ I hate Rome/ Lucciola/ Satellite (Jolly EPJ 3000, 1960)
Laura Betti con l'orchestra di Piero Umiliani. Quella cosa in Lombardia/Piero/Io son' una (Jolly EPJ 3004, 1960)
Laura Betti con l'orchestra di Piero Umiliani. Macrì Teresa detta Pazzia/Valzer della toppa/Cocco di mamma (Jolly EPJ 3005, 1960)
Laura Betti con l'orchestra di Piero Umiliani. Venere tascabile/Vera signora/E invece no (Jolly EPJ 3006, 1960)
Laura Betti dal film 'Cronache del '22'. Nel '22 sognavo già l'amore/Proprio oggi/Sulla strada che va a Reggio/La prima volta (Jolly EPJ3009, 1961)
Laura Betti N.1. Je me jette/La parade du suicide/Je hais Rome/La belle Léontine (Chansons d'Orphée 150019, 1962)
Laura Betti N.2. Je sais vivre/Piero/Maria le Tatuage/Une vraie dame (Chansons d'Orphée, 150021b, 1962)
Laura Betti e Paolo Poli. Doppio EP. La bambinona/Guglielmino/La bella Leontine/Io Corpus Domini 1938/Mi butto/Donna bocca bella/Donna Lombarda/Orrenda madre/La Lisetta/La Ninetta/La Morettina/La Gigiotta (Carosello LC4001/2, 1964)
Ordine e disordine. Ai brigoli di Casalecchio/M'hai scocciata, Johnny/Monologo della buca/Solitudine/Lamento del nord (I dischi del sole DS 40, 1965)

Singoli

Les pantoufles à papa/L'attesa (Rca Italiana N0595, 1957)
Venere tascabile/Seguendo la flotta (Jolly J 20135, 1960)
Ballata dell'uomo ricco/Ballata del pover'uomo (Jolly J 20128, 1961)
E invece no/Solamente gli occhi (Jolly J 20136X45, 1961)

Teta Veleta

È autrice del romanzo Teta Veleta edito da Garzanti nel 1979 e ora fuori catalogo. Teta Veleta si riferisce a uno scritto giovanile di Pasolini, che il poeta spiegherà in seguito così:

Fu a Belluno, avevo poco più di tre anni. Dei ragazzi che giocavano nei giardini pubblici di fronte a casa mia, più di ogni altra cosa mi colpirono le gambe soprattutto nella parte convessa interna al ginocchio, dove piegandosi correndo si tendono i nervi con un gesto elegante e violento. Vedevo in quei nervi scattanti un simbolo della vita che dovevo ancora raggiungere: mi rappresentavano l'essere grande in quel gesto di giovanetto corrente. Ora so che era un sentimento acutamente sensuale. Se lo riprovo sento con esattezza dentro le viscere l'intenerimento, l'accoratezza e la violenza del desiderio. Era il senso dell'irraggiungibile, del carnale - un senso per cui non è stato ancora inventato un nome. Io lo inventai allora e fu teta veleta. Già nel vedere quelle gambe piegate nella furia del gioco mi dissi che provavo teta veleta, qualcosa come un solletico, una seduzione, un'umiliazione.

Sempre di Pasolini è l'articolo di Vogue del 1971 presente come prefazione del libro.

Ha inoltre curato il volume Pasolini cronaca giudiziaria, persecuzione, morte pubblicato nel 1977 da Garzanti ed è autrice del volume Breyten Breytenbach: un pendaglio da forca, Fondo Pasolini Edizioni.

La Passione di Laura

È il titolo del film documentario diretto da Paolo Petrucci e uscito in anteprima nazionale il 29 ottbre 2011 nel quale viene ripercorsa la carriera di Betti grazie anche ai contributi, tra gli altri, di Bernardo Bertolucci, Giacomo Marramao, Francesca Archibugi e Jack Lang. Il film è stato nominato nel 2012 al Nastro d'argento, nella categoria Nastro d'argento al miglior documentario sul cinema.

Premi e onorificenze

1968 - Premio Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile nel film Teorema al Festival di Venezia.
1979 - Premio per l'interpretazione femminile nel film Il piccolo Archimede al Festival di San Sebastian.
1984 - Commandeur Ordre des arts et des lettres.
1986 - Candidatura al Ciak d'oro per Tutta colpa del paradiso
1993 - Ciak d'oro per Il grande cocomero.
1995 - Candidatura al Ciak d'oro per Un eroe borghese
1969 - Candidatura al Nastro d'argento come migliore attrice non protagonista per Teorema
1975 - Candidatura al Nastro d'argento come migliore attrice non protagonista per Fatti di gente per bene
1977 - Candidatura al Nastro d'argento come migliore attrice non protagonista per Novecento
1983 - Candidatura al Nastro d'argento come migliore attrice non protagonista per Il mondo nuovo
2002 - Candidatura al Nastro d'argento come migliore attrice non protagonista per Il diario di Matilde Manzoni
2003 - Candidatura al Nastro d'argento come migliore attrice non protagonista per La felicità non costa niente

Curiosità

Nel film Strada Pia (Italia / Germania 1983) girato dal regista tedesco Georg Brintrup per la televisione tedesca WDR, Laura Betti, vestita come Sonia "la diva" nel film La ricotta (1963), recita poesie di Pasolini.


Riferimenti e bibliografie:

  • Laura Betti, "Follie del Varietà" (Stefano De Matteis, Martina Lombardi, Marilea Somarè), Feltrinelli, Milano, 1980