Silvana Mangano due terzi mamma un terzo attrice

Silvana Mangano


1952 08 16 Tempo Silvana Mangano intro

Quando le nacque la prima bambina, Silvana disse: “Cinquanta probabilità su cento che faccia solo la mamma, cinquanta che faccia anche l'attrice”. Ora che è nata Raffaela e che una terza creatura è stata predetta, la madre sta acquistando sul cinema un’invincibile supremazia

Cortina d'Ampezzo, agosto

Il cinema è un paesaggio tutto vulcani, e Silvana Mangano è l’oasi. Dopo aver conversato con uomini dal cui cervello fumano progetti e idee, con donne che faticosamente riescono a dimenticare nella vita privata gli atteggiamenti dei primi piani, con personaggi, insomma, ròsi dal desiderio di gloria e denaro, come ci si riposa -a scambiare quattro parole con Silvana. Il tono pacato della sua voce, quegli occhi che ti guardano negli occhi senza la necessità di ammaliarti, il gesto parco sino alla Umidezza, il ragionare non per imporsi, ma per convincere, e infine un certo distacco da tutto, fanno di Silvana Mangano uno dei personaggi più alla mano e veri di quel cinema italiano cui recentemente gli Stati Uniti hanno conferito il titolo di «Nuovo Impero di Roma».

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«Tu mi porteresti al fallimento» le dice sorridendo a marito. «Ma nemmeno per sogno — obietta Silvana. — Fa piangere lo spettatore, consentigli di sentirsi sia pure in un niente uguale al personaggio, fa che sullo schermo si vedano veri uomini e vere donne: i soldi ti arriverebbero sulla testa a palate, e dovresti aprire una banca apposta per depositarli». La conversazione ha luogo sulla terrazza dell’albergo Cristallo di Cortina. Anche nel suo periodo di vacanze, Silvana rimane sempre la stessa. Se ne sta quasi tutto il giorno nella zona attorno all’albergo, situato in alto sopra Cortina, e solo di rado scende al centro. Il suo è lo stato d’animo di chi cerca di evitare in tutte le maniere le conseguenze della notorietà. Troppa gente, giù, a Cortina. Sono strade come via Veneto e Montenapoleone, e forse peggio ancora: Montenapoleone e via Veneto allo stesso tempo. Silvana porta gli occhiali neri anche quando non c'è il sole, non tanto perchè abbia gli occhi delicati, ma perchè le pare, cosi facendo, di sfuggire alla curiosità della gente. Moglie di un produttore che già conosce il successo, ma vuole un successo sempre maggiore. Silvana parla del cinema e delle sue leggi economiche con indifferenza. Non è che non si renda conto che i film devono incassare denaro, se no chi potrebbe continuare a fame, ma, se fosse lei la produttrice, solo films belli vorrebbe fare. Questo è un argomento, forse l’unico, sul quale il produttore Dino De Laurentiis e l’attrice Silvana Mangano, padre e madre delle bambine Veronica e Raffaela, non vanno interamente d’accordo. Successo di critica, ma specialmente di cassetta: questo è il film riuscito per il marito. Successo umano, l’aver saputo toccare gli spettatori, l’averli fatti pensare, piangere o sognare: questo è il film riuscito per la moglie.

La bambina Veronica si è avvicinata ai suonatori dell’orchestra e con grazia gli ha domandato di suonare un "mambo”. Ora sta ballando tutta sola al centro della terrazza, insensibile agli sguardi della gente. Non c’è bisogno che Silvana parli: si capisce che si sente persino responsabile della franchezza con cui la bambina ha richiesto il ”mambo" e ora lo balla. Nonostante la passione per la danza. Silvana da piccola non lo avrebbe mai fatto.

Quella della danza è stata, è e sarà la passione segreta di Silvana Mangano. La fama acquistata in tutto il mondo con «Riso Amaro» la cambierebbe volentieri con un lungo applauso, anche in un teatro di provincia, per un "a solo” sulle punte. Quando era ragazzina — aveva studiato danze classiche per otto anni — si guardava allo specchio e si strizzava gli occhi, ripromettendosi la gloria come ballerina. Non è stato così. Oggi Silvana spera che diventi una grande danzatrice la sorellina Natascia. Ma. se seguiamo il suo sguardo, ci accorgiamo che osserva con attenzione le gambette di Veronica. Chissà? Poco fa, però, quando si parlava appunto della sua passione, e Silvana ci ha detto chiaramente che ormai la proietta sulla sorellina e sulle figlie, guardava i riccioli biondi di Veronica, pettinati alla maschietto. e scuotendo leggermente il capo diceva: «No. Veronica non credo. Se le dici di ballare, tutto quello che fa è di correre a domandare che le suonino il "mambo”. Mi resta la speranza di Raffaela».

Silvana è una buona mamma. Le hanno pronosticato tre figli. Quando fu la volta di Veronica, disse Silvana: «Cinquanta per cento di probabilità che faccia solo la mamma, e cinquanta per cento che faccia anche l’attrice».

Un mese fa è arrivata Raffaella. Probabilmente, quello stesso giorno, Silvana dovette pensare che ormai era per due terzi soltanto mamma, e non restava che un trentatrè per cento di probabilità di essere ancora attrice. Il giorno in cui dovesse arrivare Riccardo Cè il nome destinato al figlio maschio), forse Silvana abbandonerebbe definitivamente il cinematografo.

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Per ora Dino De Laurentiis può esercitare i suoi diritti di marito-produttore, approfittando di quel trentatrè per cento di probabilità che gli rimangono. Ci sono molti progetti in cantiere. Forse Silvana sarà una italiana che attraversa clandestinamente l’Atlantico per ritrovare il figlio che le hanno rubato. Forse sarà una moderna Maria Maddalena. Ma più probabilmente sarà Francesca da Rimini. Il marito non conosceva questo progetto della moglie. Lo ha saputo per la prima volta ad un tavolino dell’albergo Cristallo di Cortina nei pomeriggio del 29 luglio. Quando questo articolo sarà pubblicato, almeno una ventina di sceneggiatori staranno già studiando come ridurre il personaggio dantesco nella misura di Silvana Mangano. Mi sono dimenticato di domandare a Silvana chi sceglierebbe come Paolo e chi come Gianciotto.

Federico Patellani, «Tempo», anno XIV, n.34, 16 agosto 1952


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Federico Patellani, «Tempo», anno XIV, n.34, 16 agosto 1952