Hollywood vuole dare un marito a Claudia Cardinale

“Sei sposata?” è stata la prima domanda che gli esperti di relazioni pubbliche hanno rivolto alla Cardinale appena giunta negli Stati Uniti Alla risposta negativa hanno mostrato la loro disapprovazione. Ma l’attrice, disposta a seguire ogni consiglio quando si tratta del suo lavoro, è ben decisa a non permettere neppure agli americani di interferire nella sua vita sentimentale
Parigi, febbraio
Vi rendete conto? Gli americani ci portano via Claudia Cardinale. Tra non molto anche Catherine Spaak spiccherà il volo. L’ex-signora Capucci fa intendere che, essendo ormai di nazionalità italiana, ella ha diritto di concorrere ai nastri di argento e di vincerne uno come migliore attrice italiana nel 1964. Altrimenti accetta i milioni di Hollywood. L’America è salva. E noi qui? Avremo ancora un motivo di esistere dopo che Catherine ci avrà lasciato? Chi vive nel cinema o del cinema, sa che Hollywood è uno stupefacente, una droga che intossica, logora, corrode. Figuratevi ora che ha ripreso a parlare ad alta voce all’intera popolazione del mondo con il suo esperanto delie immagini! Per non sentirne il richiamo bisogna avere una volontà di tungsteno, come quella di Brigitte Bardot, per la quale, del resto, non è ancora detta l'ultima parola. In Italia si fanno soltanto film che sono apologie delle rotondità sino alla nausea. Una donna che voglia tenere in incognito le proprie forme, deve emigrare.
Il mondo cosiddetto civile è sottoposto a una spasmodica tensione da quando Virna Lisi, alla chetichella, ha "intrallazzato” con Hollywood e, senza salire molte scale, senza battere a molte porte e senza sollecitare molti provini, è andata a "soffiare” la parte a qualche diva che più di lei — straricca — ha bisogno di cibarie. Nessuno in Italia la considerava qualcuno. Dino De Laurentiis le rifiutò un contratto perchè la vedeva (parlo di anni fa) stucchevole. Solo le attrici della televisione potevano temere Vima Lisi. Sulla sua renitenza al successo era fiorita a Roma un’aneddotica. Si diceva, con perfidia, che si "reggeva coi denti". Dal suo esordio, Vima è sempre apparsa fragrante di dentifrici. Belloccia. bene in carne, ricordava le pupattole di lusso, con la epidermide liscia, maiolicata. che dicono papà e mamma. Ma l’autentica Guderian in gonnella con abile strategia si è ora schierata fra le eredi di Mary Pickford e delle sorelle Gish, cui è stata tolta la disposizione alla sofferenza e alle lacrime. La prima occasione di stupore è che Vima ha fatto da sola, senza avere alle spalle, o al fianco, un produttore o un manager.
Claudia Cardinale "versione Hollywood": su un letto d’ottone in sottoveste nera e con i capelli che cadono su un occhio. E’ la prima volta che la attrice, la quale compirà 26 anni nel prossimo aprile e ha già al suo attivo venticinque film girati in Italia, in Francia e Inghilterra, affronta la esperienza americane.
La seconda occasione di sbalordimento ce la offre ora Claudia Cardinale. Anche Claudia va ad Hollywood; c'è già stata e deve tornarvi per interpretare un film-commedia con Rock Hudson. Cos’è, dunque, che induce una diva già affermata a lasciarsi attrarre da Hollywood? Lo chiedo a Claudia e Claudia mi risponde con un ”mah!”, stringendosi nelle spalle. Poi mi spiega, poco convinta, che per un’attrice, Hollywood è un "posto” importante, che la mette in grado di fare una preziosa esperienza. Ma Claudia non se ne mostra punto ghiotta. Solo dopo molta resistenza, tiratavi per i capelli, deve essersi decisa a dire "si" ad Hollywood. Qualcuno con piglio generalesco deve avere insistito ponendo l’accento su una parola di sei lettere: "dovere”. A un tale richiamo, ma sempre con l’aria di esservi trascinata per i capelli, Claudia chinò la testa. Ma ad Hollywood, ne sono certo, Claudia cercherà di starci con un piede solo, come certi uccelli stanno sul ramo di cui non si fidano.
L’idea di "sfondare” laggiù, forse la persuade, ma certo non la seduce. Qualcuno deve averle detto che, oramai arrivata in Italia all’apice della carriera — di una carriera che non poteva prevedere più folgorante —, era tempo per lei di affrontare cimenti internazionali. Non giurerei sulla bontà di questi consigli e credo che l’istinto, facendo Claudia un po’ sorda alle tentazioni di Hollywood, l’avrebbe forse servita meglio della ragione e del calcolo. Il suo mestiere la interessa, ma è anche una storia di quattrini e di pubblicità. In altre parole lei non ha mai voluto niente. E’ successo che ha spiccato il volo quasi senza crederci. «Aspetto che mi accada qualcosa...» ripete spesso «ma non accetto qualsiasi cosa». Cosi come all’inizio le è sembrato piacevole uscire dalla massa, adesso le sembra interessante lavorare ad Hollywood.
Shelley Winters, con la quale ha interpretato Gli indifferenti, le ha spiegato un giorno cosa bisogna fare per restare allo zenit. Prima condizione è la stabilità. E questa stabilità non è possibile se non c’è dietro un piano. Se analizzate il successo di tutti i famosi divi e dive del passato, troverete che, oltre alle doti istrioniche e fotogeniche, esso poggia su un organico programma. «E’ questo». le ha detto la Win-ters. «che assicura un livello costante di qualità». Un piano è tanto più indispensabile per Claudia che vigila affinchè la sua vita privata sia sottratta alla curiosità, cosicché non è possibile una correlazione tra la sua vita intima e i personaggi dei suoi film.
Potrà Claudia restare nubile ad Hollywood? Questo inquietante interrogativo si affaccia immediatamente. Dice: «Non appena sono stata presentata alle mogli dei vari "califfi" di Hollywood la prima domanda è stata: "Lei è sposata?...”. Tutti mi guardarono con aria di costernazione quando dissi che non lo ero... Leggevo nei volti dei presenti riprovazione e disapprovazione... Non avrei mai pensato che fosse cosi importante ad Hollywood essere sposate... L’ho capito quando tutte le signore mi hanno esortato a cercarmi subito un marito e a dispormi ad avere tanti figli... Incredibile!...». Bisognerà, dunque, che gli esperti uomini di cinema che la guidano le trovino un uomo che se la sposi, o che Claudia si decida a trovarsi un marito. Se per la sua carriera lascia che provvedano altri cercando di monetizzare al massimo il suo valore pubblicitario, nella scelta del marito Claudia non consentirà imperiosi interventi. Quando si sposerà, profetizzano le sibille più accreditate, si tratterà di un vero amore, il vero e unico grande amore della sua vita. Il suo ”sì” nuziale sarà dettato da una travolgente passione e la bellissima Claudia adorerà il fortunato marito per l’eternità.
Il primo film hollywoodiano della Cardinale è "Blindfold" (A occhi bendati) in cui l’attrice, sotto la direzione di Philippe Donne, interpreta accanto a Rock Hudson la parte di una ballerina coinvolta in una misteriosa operazione di spionaggio e di gangsterismo internazionale. Nel film, oltre che in carne e ossa Claudia appare anche in alcuni manichini di gesso che stampati in una dozzina di copie colle sue sembianze e a grandezza naturale, sostengono una parte importante nella vicenda.
Un fatto è indubitabile: Hollywood vorrà prima o poi che si sposi o che almeno incoraggi per un certo tempo la pubblicità con folli amori veri o finti, con smentite e contro-smentite. Del resto è Claudia che me lo conferma: «A Hollywood tutti si interessavano ai fatti miei, volevano sapere che cosa avevo mangiato a colazione e che misura di scarpe porto... Ogni giorno davanti al mio albergo incontravo decine di vecchi e vecchiette, oltre a ragazze e ragazzi, che mi ricordavano gli appuntamenti che mi attendevano nella giornata e mi chiedevano se mi divertivo, se avevo incontrato qualche bel giovanotto...». Da noi molti si indignano che le banali particolarità della vita privata dei divi si trasformino in avvenimenti mondiali. In America una diva che non dà corda alle supposizioni, agii scandali, agli amori è guardata con ostilità. Hollywood è un prezioso anello che imprigiona. Tanto per cominciare Claudia ha dovuto sopportare a più riprese una attenta inquisizione da parte di esperti del sex-appeal, da parte di parrucchieri, truccatori, costumisti eccetera. «Mi mettevano al centro e loro, seduti intorno a me, studiavano una volta il mio sguardo, una volta il mio sorriso, un’altra il mio profilo destro, un’altra quello sinistro. Ognuno prendeva appunti e di tanto in tanto qualcuno suggeriva qualche cambiamento. "Bisogna”, dicevano, "che lei si tinga le labbra di rosso". Io ribattevo che il rossetto mi sta male e loro con aria di paterna indulgenza, quasi a ricordarmi che ero li per farmi trasformare completamente secondo le loro vedute, mi invitavano a mettermi il rossetto». Poi è stato il turno della capigliatura: Claudia porterà la frangetta. Gli esperti decideranno anche l’ora in cui dovrà andare a letto e a quale dieta dovrà serbarsi fedele; probabilmente a quella della carne cruda e dei sedani crudi e di yogurt che ha mantenuto inalterata per tanto tempo la freschezza di Grace Kelly.
Di queste cose è fatta la carriera di un'attrice hollywoodiana. «E’ contenta?», le chiedo. Claudia risponde con un "mah!” e ride. Tutta la tristezza che traspare nel suo racconto evapora, prosciugata da questo scoppio di risa. Tutta la gravità batte in ritirata. Siamo nel night di Parigi, Castel, che ha lanciato la bostella, la danza che furoreggia in Francia e negli Stati Uniti. La serata è cominciata a ritmo calmo. L’orchestra ha esordito con un repertorio che assomiglia alla musica sacra. Sembra che un canto gregoriano o una pagina di Wagner abbiano sin qui accompagnato il racconto delle esperienze hollywoodiane di Claudia. Con lo stomaco in rivoluzione per i liquidi che vi ho cacciato, e piuttosto depresso a causa del destino hollywoodiano di Claudia, ascolto queste nenie. Ma ecco all’improvviso ragazze e giovanotti, che prima sembravano dame e cavalieri, entrare a spintoni, farsi largo a gomitate sulla pedana per ballare la bostella; occhi contro occhi, bocca contro bocca, tutto contro tutto, si contorcono in ritmi indiavolati. «Queste diavolerie», mi dice Claudia, «mi piacciono». E gettata la maschera hollywoodiana, a piedi nudi, si mette a incoraggiare la generale epilessia e si esibisce in ricami inventati lì per lì. A vederla così spettinata, ansante, traslucida di sudore, mi vien fatto di pensare, con trasalimento, agli impulsi che fermentano nel suo bellissimo corpo. Qualcosa cova sotto il puritanesimo di questa diva che di continuo ha degli slanci verso il branco, ma il branco la divora. I cani vegliano.
A Parigi, dovunque si trovasse, la raggiungeva la telefonata di un cantante o di un attore agli inizi che voleva mostrarsi con lei. Qualunque atto della sua vita ha un valore pubblicitario, può essere venduto. «Le persone che mi parlano non sono naturali. Appena arrivo in un gruppo, ci risiamo: la gente mi stringe, mi si stringe addosso. Anche quando ho verso un uomo slanci spontanei mi trovo subito in situazioni imbarazzanti». Ogni uomo con lei si sente un gallo.
E cosi gli uomini li tiene lontani. Ma la ferrea legge di Hollywood vuole che ne scelga subito uno. Altrimenti Claudia dovrà sopportare il suo "pollice verso”.
Maurizio Liverani, «Tempo», anno XXVII, n.10, 10 marzo 1965
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| Maurizio Liverani, «Tempo», anno XXVII, n.10, 10 marzo 1965 |
