Sylva, la cassiera ladra

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L'attrice Jugoslava, ora cittadina italiana, Sylva Koscina, sembra aver abbandonato definitivamente i film in costume per quelli moderni. In "Ladro lui, ladra lei" interpreterà le parte di una ragazza del popolo che deve lavorare per vivere

Roma, febbraio

Sembrava dovesse definitivamente essere, Sylva Koscina, l’attrice dei "film in costume". A lei, pareva che il nostro cinema avesse riservato personaggi che nel gergo cinematografico vengono denominati "storici". Così, mentre la "maschietta” romanesca Marisa Allasio trionfava in film comico-dialettali, la Koscina doveva muoversi ed atteggiarsi secondo rigide etichette suggerite da copioni che si ispiravano a fatti e avvenimenti storici, a personaggi che i libri già ci avevano fatto conoscere. Alta e slanciata, Sylva rappresentava per alcuni registi l’incarnazione della "bellezza ispirata", da non sciupare con interpretazioni dove il dialogo e i personaggi stridessero con la sua linea snella ed elegante ed il suo portamento signorile.

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Nacque così "La Gerusalemme liberata" e apparirà tra breve "Le fatiche d’Èrcole”. Ma il nostro cinema non è fatto, come per esempio quello americano, di "generi" tanto definiti da chiudere, rinchiudere e limitare un attore in una
certa parte. Per cui per Sylva Koscina nacquero anche altri personaggi, moderni e raffinati, a lei perfettamente intonati. Ha avuto una parte nel "Ferroviere" e in "Guendalina”; è stata protagonista in "La nonna Sabella”, tutti film che raccontano storie d’oggi, che realizzano pagine di vita reale, quelle che ogni giorno noi viviamo e interpretiamo.

1958 02 13 Tempo Sylva Koscina f1Nella sua abitazione ai Parioli, nelle ore di libertà, Sylva Koscina si diverte a giocare col suo gattino Ricki.

E, con essi, è nato anche il suo film più importante nel quale il distacco dal genere storico è più netto e completo: "Ladro lui, ladra lei” con la regìa di Luigi Zampa. In questa sua nuova fatica cinematografica, Sylva interpreta il personaggio della cassiera di bar di periferia, un ruolo umano e commovente.

E’ una storia dei giorni nostri, con personaggi veri, ricca di notazioni di costume che mettono in chiara luce un determinato ambiente — quello dei commercianti romani — e la condizione di una ragazza povera che deve lavorare per vivere. Sia pure con un tono smorzato e incline al comico più che alla satira, Luigi Zampa è tornato al suo genere preferito: quello che narra una vicenda vera nel senso più completo della parola.

1958 02 13 Tempo Sylva Koscina f2FU UN BOMBARDAMENTO a tappeto a decidere del destino di Sylva: da Spalato, dove viveva con i genitori, si era recata a Zara a trovare la sorella quando la città fu distrutta dalle bombe. La sorella e il cognato, ingegnere italiano, decisero allora di rientrare in Italia (più precisamente a Napoli) e portarono con loro la piccola. Da allora Sylva Koscina cambiò patria, abitudini e vita.

Sylva Koscina, nei giorni scorsi, è stata a Johannesburg (Sud Africa) in delegazione per il Festival del cinema italiano. Un'ambasceria certo non da poco e un incarico ancor più significativo se pensate che solo tre anni fa la Koscina era completamente sconosciuta in Italia. Fu aiutata dalla fortuna, questo sì, ma non arrivò al cinema attraverso concorsi di bellezza o imboccando scorciatoie dubbie e facili. Vi arrivò per caso. Giunta a Napoli ai primi del 1954, segui la sorella. spesata, a Roma. Fece la segretaria-corrispondente e successivamente la mannequin volante (è alta un metro e settantacinque, ha una figura slanciata e fu ben accolta negli "atéliers” di via Veneto). Fu proprio grazie alle fotografie di lei indossatrice pubblicate da un giornale di cinema che il cinema la scoperse.

Quel giornale, infatti, un giorno andò a finire nelle mani di Pietro Germi che stava preparando "Il ferroviere". Germi la fece chiamare ma rimase perplesso quando la vide: egli cercava una ragazza semplice, molto semplice, che sapesse portare con estrema disinvoltura e naturalezza dei vestiti da pochi soldi. Sylva Koscina, così elegante, raffinata, moderna, avrebbe saputo rendere viva e vera quella parte che proprio non sembrava tagliata per lei? « Un provino — disse Germi un po' incerto — facciamole un provino e poi deciderò ».

1958 02 13 Tempo Sylva Koscina f3ALTA, SLANCIATA, bionda, la Koscina ha conservato della sua origine certe caratteristiche nel fisico e nel carattere: di umore estremamente contraddittorio, se è triste lo è sino alla disperazione, se è allegra lo è in modo sfrenato. Italiani sono invece i suoi modi, la lingua e la veemenza con la quale parla e si esprime. Ha 24 anni. Ha frequentato la facoltà di chimica e fisica.

E nella parte di una ragazza che rinfaccia al padre le sue colpe e poi se ne va di casa. Sylva seppe infondere al personaggio quella carica palpitante, mista di esasperazione e di ansia che le fece superare l’ostacolo più duro: l'ingresso nel mondo del cinema. Per lei, poi, passare da quei poveri vestiti da quattro soldi ai panni di una povera zingara in "Michele Strogoflf” non fu diffìcile.

Ormai, la fortuna l’aveva presa sotto la sua protezione. Stava in lei, ora, in Sylva, dimostrare che sapeva meritarsela. E, infatti, vennero per lei altri film. Sostituì Eleonora Rossi Drago in "Guendalina" e lavorò in "La nonna Sabella". Ora l’attendono parti ancor più impegnative. Vuol fare del cinema seriamente e il fatto che non sia stata contagiata dall’ambizione di accumulare milioni e di vantarsi della modestia dei propri guadagni, la rendono ragazza estremamente semplice e di personalità insolita.

1958 02 13 Tempo Sylva Koscina f4PRIMA DI DIVENTARE attrice. Sylva era segretaria in una ditta di elettrodomestici. Poi divenne "mannequin” volante e infine nel 1955 entrò, per caso, nel cinema. Nei giorni scorsi, assieme alle attrici Franca Bettoja, Luisa Della Noce e Cosetta Greco, la Koscina ha fatto parte della delegazione italiana al Festival del Cinema di Johannesburg, nel Sud Africa.

1958 02 13 Tempo Sylva Koscina f5DICEVA ANNI FA: «Un giorno, se lo potrò, non mi comprerò gioielli ma una bella casa». Quello che allora sembrava essere soltanto un progetto, oggi è realtà: ecco infatti Sylva Koscina fotografata nella sua elegante casa romana.

Sylva Koscina ora è conosciuta, come dicevamo, in virtù del cinema. Ma, prima ancora che la macchina da presa posasse gli occhi su di lei, la ragazza jugoslava aveva già assaporato la gioia della popolarità. Fu nel 1954 allorché a Napoli le sue colleghe di Accademia di scherma la scelsero per consegnare un mazzo di fiori al vincitore della tappa Bari-Napoli del Giro ciclistico d’Italia. Un avvenimento da poco, trascurabile certamente dai più ma non da una ragazza. Per lei, infatti, significò vedere la propria effìgie pubblicata accanto a quella ben più famosa del vincitore Rik Van Steenbergen. Fu un’improvvisa celebrità attorno ad un nome che sarebbe rientrato nell’ombra il giorno dopo per ricomparire poi a distanza di qualche anno ben più grande.

L. A., «Tempo», anno XX, n.7, 13 febbraio 1958 - Fotografie di Federico Patellani


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L. A., «Tempo», anno XX, n.7, 13 febbraio 1958 - Fotografie di Federico Patellani