Walter Chiari a Broadway
I primi giorni al di là dell’Atlantico sono trascorsi per l’attore italiano nelle fatiche più massacranti. Non ha ancora potuto visitare Nuova York e quasi non riusciva a trovare il tempo per incontrarsi con Mina, giunta apposta in aereo dal Venezuela per vederlo
Nuova York, settembre
L’incapacità di Walter Chiari a essere puntuale è nota anche qui negli Stati Uniti da quando del comico italiano si cominciò a parlare per il suo flirt con Ava Gardner. Per questo ero rassegnato a una lunga attesa e speravo soltanto che Walter non avrebbe tardato più dei tre quarti d’ora che gli sono consueti. Invece avevo appena bevuto il primo sorso del Ginflzz che avevo ordinato al bar del Waldorf Astoria quando Walter Chiari arrivò.
«Siete puntuale», osservai e forse nel mio tono c’era una punta di meraviglia perchè Chiarì scoppiò in una risata e replicò: «Certo che sono puntuale. Del resto qui a Nuova York non può essere diversamente: la puntualità è nell’aria e nel sistema di lavoro, è assolutamente indispensabile».
Per alcuni giorni avevo cercato di ottenere un colloquio con Walter Chiari ed avevo sperato di poter parlare contemporaneamente con lui e con Mina che, assolto un impegno di lavoro a Caracas, nel Venezuela, era venuta a Nuova York ed aveva preso alloggio nel suo stesso albergo: il Waldorf Astoria. «Mina Mazzini — mi ha detto l’attore — è già in Italia: qui si è fermata solo cinque giorni nei quali ci siamo visti tre volte in tutto, l’ultima delle quali solo per pochi minuti: il tempo di augurarle buon viaggio».
Le prove di "The Gay Life”, la commedia musicale della quale Walter Chiari è interprete, si svolgono mattina e pomeriggio secondo un ferreo diario che l’attore italiano ha trovato piuttosto severo. Eccolo, di primo pomeriggio, ristorarsi in un piccolo bar della Seconda Strada con uno zabaione; alle sue spalle il regista Terry Freedman, con il bicchiere in mano, e, a destra della fotografia, la giovane attrice Barbara Cook, una delle quattro interpreti femminili. A Nuova York Walter Chiari ha preso alloggio al Waldorf Astoria; nello stesso albergo si è fermata per pochi giorni Mina, proveniente da Caracas, nel Venezuela, dove aveva dato alcuni spettacoli. Ciò nonostante nell’intervista che pubblichiamo l’attore si premura di smentire ogni notizia di un matrimonio.
«Allora vi sposate, voi e Mina?» ho chiesto all'improvviso, e Chiari mi ha risposto: «Ma nemmeno per sogno. Che io e Mina ci si sposi è una storiella che gira da qualche mese ma è assolutamente priva di fondamento. Siamo molto amici, ma io ho trentasette anni e lei ne ha ventuno. Alla mia età e con la mia professione bisogna mettersi in testa che al matrimonio ci si deve avvicinare con molta cautela. Anche se passo per un disordinato ed un anticonformista rimane il fat-
to che io esco da ima famiglia borghese i cui componenti credono sinceramente e profondamente a certe cose fondamentali come la stabilità del matrimonio, la cura e la educazione dei figli e così via. Un tipo come me, un attore, fa una vita troppo diversa da quella della gente "normale” e gli sarebbe difficile conciliare la professione con la vita familiare. C’è chi ci è riuscito, ma si tratta di casi particolari e di situazioni speciali. Ad esempio io invidio e ammiro Ernesto Calindri che, pur essendo un attore, e che attore!, riesce a conciliare le necessità della professione con il fatto che è felicemente sposato e ha una famiglia numerosa.
«Come mai — ho chiesto — esistono fra voi e Mina una cosi forte simpatia e una cosi profonda amicizia?».
«A parte il fatto — mi ha risposto Walter Chiari — che i nostri caratteri hanno molto in comune bisogna dire che è difficile non diventare amici di Mina Mazzini. E’ una ragazza che sprigiona simpatia da tutta la persona, una giovane donna veramente affascinante e in gamba. Una ”anti-snob” per eccellenza e io sono tutto il contrario di uno snob. Lei sa che Mina compra e legge Topolino tutte le settimane? Ebbene, anch’io sono un ammiratore di uno dei personaggi più noti di Walt Disney, intendo alludere a Paperino, cioè proprio al personaggio che piace a Mina. Bisogna considerare anche che Mina e io lavoriamo in due mondi affini, ma non in concorrenza: il teatro e la musica leggera. Ciò significa che le nostre esistenze hanno molti punti di contatto, ma non si accavallano. Comunque faccia l’attore sa che alla lunga frequentare attrici stanca e peggio ancora, è l’essere il marito di una attrice. E’ inevitabile che nella vita privata prima o poi influiscano in maniera determinante e negativa la professione, i contratti, la pubblicità».
Dopo aver sorseggiato la sua bevanda Chiari ha continuato: x No, no, le assicuro che Mina ed io non ci sposeremo. Quando i giornali cominciarono a parlare del "romanzo Walter-Mina” noi due ne ridemmo molto. Ricordo che eravamo ad Ischia — allora — e in numerosa compagnia. Spesso io mi trattenevo a parlare ”tete-à-te-te” con Rossella Falk, spesso Mina faceva il bagno o lunghe gite in barca con questo o con quel giovanotto, ma per i giornali era come se gli altri non esistessero: Mina era con me ad Ischia, Mina ed io ci saremmo sposati, eravamo già sposati in segreto, avevamo deciso di sposarci qui in America. No, no: Mina ed io non ci sposiamo, lo può scriverlo. Del resto — ha soggiunto il mio interlocutore — lasciamo tempo al tempo e prima che ”The Gay Life” vada in scena vedrete che mi attribuiranno un flirt con qualcuna delle belle attrici che fanno parte della compagnia».
”The Gay Life” (La vita gaia) è l’ultima commedia musicale di Kermit Bloomgarten e per Chiari rappresenta indubbiamente «la grande occasione». Il comico, infatti, all’estero è noto soprattutto per il suo lungo e spesso tempestoso flirt con Ava Gardner. Ora invece, se la commedia avrà successo, egli diventerà veramente un comico internazionale, sullo
stesso piano — o quasi — di Jerry Lewis o di Danny Kaye.
«Sto affrontando — mi ha detto Walter Chiari — una prova estremamente difficile ed impegnativa. Sono il protagonista maschile di ”The Gay Life” e la cosa — se mi inorgoglisce — mi spaventa anche, almeno un poco».
Un’immagine delle prove. Durante una pausa (foto sopra) Walter Chiari scherza con Nina Kovach, la sua partner. "The Gay Life" è per l’attore una fatica non indifferente: oltre allo studio dell’inglese ha dovuto assoggettarsi a lunghe lezioni di ballo impartitegli da Nora Kay, la coreografa della compagnia. La fotografia sotto è stata fatta nella cantina di un ristorante (gli ospiti vi si erano trasferiti per il caldo) dove Chiari aveva dato una festa; con lui Anna Maria Alberghetti che nel giro di pochi anni si è imposta nel mondo teatrale americano.
«Ritiene che la commedia avrà successo?».
«L’interprete di un lavoro teatrale è spesso il meno indicato per fare previsioni sul successo della commedia — mi ha risposto Walter Chiari — ma ritengo che ”The Gay Life” sia un musical di prima classe con ottimi testi e ottime musiche. La mia parte sembra tagliata su misura e non ho avuto difficoltà a "entrarvi” superando anche l’inevitabile disagio provocato dalla necessità dì parlare in inglese, dai diversi metodi di lavoro, dal fatto che mi sono trovato con gente che non conoscevo. Amici miei che avevano lavorato nel cinema in America m’avevano parlato della metodica serietà del lavoro organizzato e quindi ero in un certo senso preparato. Ciò nonostante i primi giorni mi trovavo un poco spaesato. Fin dalla prima "prova a tavolino” per la lettura in comune del copione si crea, sui palcoscenici americani, una atmosfera da azienda industriale con un piano di produzione giornaliera che deve essere completato prima di concludere la giornata».
«Come passa le ore libere?».
«In verità di ore libere ne ho ben poche anche perchè al termine delle prove sono molto stanco. Pensi che quando Mina era qui a Nuova York il primo giorno le ho potuto solo parlare per telefono. La seconda sera cenammo insieme in un ristorante qui vicino, il terzo giorno non ci vedemmo nè ci telefonammo, il quarto facemmo colazione insieme qui al Waldorf ed il quinto riuscii a salutarla quando già stava salendo in taxi per andare all’aeroporto di Idlew per tornare in Italia. Sarò di certo più libero quando la commedia sarà andata in scena ed allora conto di conoscere bene questa strana, fantastica ma anche paurosa città e di fare amicizia con molta gente. Conto, fra l’altro — e honni soit qui mal y pen-se — di conoscere molte ragazze americane. Il loro modo di fare e il loro modo di vivere mi hanno sempre incuriosito e quindi desidero "studiarle”...».
Si era fatto ormai piuttosto tardi e Walter Chiari era assonnato. Alzandosi per accomiatarsi egli mi ha detto: «Domattina prova alle otto. Pensate: alle'otto. E dire che in Italia a quell’ora starei facendo il primo sonno. Devo ammettere però che il sistema di lavoro americano mi sta giovando, pensi che sono ingrassato».
Harry Millican, «Tempo», anno XXIII, n.37, 16 settembre 1961
![]() |
Harry Millican, «Tempo», anno XXIII, n.37, 16 settembre 1961 |