Totò cerca maschio

Diana_Rogliani_Antonio_de_Curtis

1951 06 08 La Stampa Toto Nobilta Varie

NAPOLI, giugno.

Totò cerca maschio. Con questa frase si è diffusa, causando vivo interesse (poichè Totò è napoletano puro sangue), si è diffusa la notizia che il popolarissimo attore ha deciso di non sposare più, in seconde nozze, la sua già legittima consorte, Diana Rognoni Baldini (da cui divorziò) impalmando invece una bionda artista straniera verso cui da tempo — come avevano notato gli amici del comico — Totò accentuava lei sue molte premure. E' questa una storia originale, com’è spesso la vita degli artisti.

Come molti mariti, Totò aveva una suocera con cui, come qualche volta accade, non sembra fosse sempre nel rapporti più cordiali. Fu così che — come dicono i suoi intimi — per privarla perfino della possibilità di dire che «essa era la suocera di Totò» e poi pensò a un colpo magistrale, che confidò, esultante alla moglie. Sarebbero andati in Ungheria, un bel viaggetto, una seconda luna di miele. Là poi avrebbero divorziato. Naturalmente, ottenuto il divorzio, avrebbero continuato a vivere insieme felici e contenti.

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Fu cosi che le acacie fiorite di Godolio e il bel Danubio blu videro realizzato, al prezzo di 150 mila lire (al cambio d'oggi, rispetto a quel tempo, un bel mucchio di milioni, tanto costarono le varie spese legali), il sogno d'amore di Totò e Diana non più sposi. In seguito, per quanto i due continuassero a vivere insieme, non mancò qualche nube. Totò, questo si sa, è stato sempre un rubacuori dallo smagliante sorriso. E’ ben noto II dramma di una celebre diva dei varietà, Liliana Castagnola, che, gelosa di un'altra «stella», proprietaria di una compagnia chi aveva scritturato il nuovo astro a temendo di perderlo per sempre, si suicidò. E Totò, morso dal dolore, volle provvedere alla sua tomba, adesso nella cappella dell'«Ecce Homo», al Cimitero di Poggioreale, facendo scolpire sul marmo un suo pensiero. Inoltre, quando dalle sue nozze «poi annullate» con la signorina Diana Rogliani Baldini ebbe una flgliuola, la chiamò appunto Liliana, col nome della donna che per lui si uccise.

Dopo di quell'amore spesso gli ambienti del teatro e la stampa hanno parlato delle molte improvvise cotte di Totò (fra gli altri nomi che si riportano per pura cronaca vi sono stati quelli di Isa Barzizza, Silvana Pampanini, ecc.). Ed è stato per queste continue voci che l'ex-moglie di Totò ha fatto, senza successo, appello alla vecchia promessa. Perciò ne è venuta la rottura e oggi, se Totò (che dopo la prima figliuola non ha più avuto aliti eredi) con le nuove nozze cerca il maschio, anche sua moglie, come è stato pubblicato, sta per sposare un noto industriale del cinema.

Ma senza fratelli (Totò è figlio unico) e senza figli maschi che continuino la tradizione araldica, a che servono queste corone? E' questo l'interrogativo che tormenta Totò e oggi lo spinge a nuove nozze nella speranza che nasca, alfine, l'erede prima che sia troppo tardi (da tempo Totò, che tiene accuratamente nascosta la propria età, ha varcato il mezzo secolo).

Con le sue seconde nozze, se il maschio verrà, Totò potrà trasmettere, più che li cospicuo patrimonio che attraverso i suoi films egli arrotonda sempre più, il suo titolo di recente offeso, insidiato e conteso, nella nota vicenda che poi ha avuto le sue conseguenze giudiziarie nella immediata controffensiva del principe quasi consorte. Totò, il cui titolo di «marchese e cavaliere del Sacro Romano Impero» fu riconosciuto da un decreto reale e da molti altri documenti, è oggi, nonostante le pretese del suo competitore Marziano II di Lavarello, l'unico rappresentante dello più antica dinastia bizantina, i Focas, ed è da ciò che gli deriva anche la qualifica di «Imperatore di Bisanzio e di tutto l'Oriente» oltre al «supremo magistero» dell'Ordine di Costantino, con la facoltà di dare le croci.

La notizia delle nuova nozze di Totò ha causato particolare emozione nel quartiere «Stella» e della «Sanità», il rione dove Antonio de Curtis nacque (in via Salita del Principi), dove si pensa di murare a Totò una lapide, dove tutti ricordano Totò piccolo (figliuolo di Giuseppe de Curtis, un noto agente teatrale, della famiglia che ha dato tanti artisti) a dove di Totò si rievocano tante cose.

Alla Sanità v’è un ponte. altissimo, da cui anche oggi, per evitare le lavande gastriche del «Pronto Soccorso» si precipitano a volte gli innamorati. Ebbene vi fu un tempo in cui Totò fu visto passeggiare a lungo su quel ponte, con una rosa. Molti (come accade a ogni lancio dal ponte) si preparavano alle varie giuocate del Lotto. «Si butta, non si butta, lo farà domani». Cosi dicevano. Invece Totò dimenticò quella sua passione ardente, andò a Roma (dove si è ormai stabilito nella sua bella casa ai Paioli) e al teatro Cruciano cominciò la sua carriera, oggi nel pieno. Tanti, inoltre, lo ricordano quando, venuto di leva, passeggiava (come oggi appare in qualche vecchia fotografia) con le mostrine dei 22° Fanteria («Brigata Cremona») e la mano sulla baionetta. Al n. 143 della strada Stella v’à un barbiere, Silvio Renda, che fu caporal maggiore di Totò. Egli ha una foto del comico, datata da Pescia (dov'era un distaccamento del 22° di stanza a Pisa), con la dedica «Offro al caro amico e superiore Renda». Il barbiere ricorda che Totò, sin d'allora, era cosi spontaneamente comico quanto più cercava di assumere pose marziali, che il colonnello comandante del reggimento, Angelo Cordedda, un sardo fiero e severo, era costretto sempre a girare il viso per non scoppiare a rìdere, al solo vederlo. Totò soldato è nel rione Stella un episodio Indimenticabile, tanto ero affascinante. Molti di questi episodi saranno narrati da Totò nel suo imminente libro autobiografico «Siamo uomini o caporali?»

Crescenzo Guarino, «La Stampa», 8 giugno 1951


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Crescenzo Guarino, «La Stampa», 8 giugno 1951