Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1943



Indice degli avvenimenti importanti nel 1943

Ottobre 1943 Per iniziativa di «Film», del «Giornale d'Italia» e del «Piccolo» hanno luogo al Teatro Valle di Roma alcune recite straordinaria con la cortese partecipazione di un gruppo di vedette dell'arte lirica, drammatica, cinematografica, della Radio e del teatro di rivista e di varietà. L'introito di tali recite, sarà devoluto a beneficio dei profughi di Napoli, della Sicilia e della Calabria. 

Indice della rassegna stampa dei film per l'anno 1943

Due cuori fra le belve - Totò nella fossa dei leoni Distribuzione 4 maggio 1943


Totò

Articoli d'epoca, anno 1943

16 Set 2017

Totò e la cimice fascista

Totò e la cimice fascista Nel 1943 l'Italia è in guerra. Un periodo storicamente drammatico, per Totò la lavorazione del film "Due cuori fra le belve" è molto difficile: è la prima volta che è impegnato contemporaneamente per il cinema e il teatro.…
Daniele Palmesi, Federico Clemente, Alberto Anile, Emilio Gentile, ADN Kronos, Repubblica, Unità, CDS
8563

Totò, da lupo di mare a volpe di palcoscenico

Totò, da lupo di mare a volpe di palcoscenico Loda il mare e tienti al teatro. E’ questo il motto impresso a caratteri aurei sullo stemma artistico di Totò, il mirabolante comico partenopeo che in questi giorni manda in visibilio le folle al…
Lino Campanini, «Il Piccolo delle ore diciotto», 5 febbraio 1943
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Due chiacchiere con Totò

Due chiacchiere con Totò A Parma Totò ha fatto una scappata. Una sola mezza giornata ci ha concesso il grande comico, anzi poche ore: quanto basta per una provvisoria sistemazione sul nuovo palcoscenico di tutto il complesso bagaglio della…
Mario Bommezzadri, «Gazzetta di Parma», 19 febbraio 1943
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«Corriere della Sera», 7 gennaio 1943


«Gazzetta di Parma», 15 gennaio 1943


Oggi sabato, la «Spettacoli Errepi» inizierà al Politeama Rossetti un corso di rappresentazion con l'«Orlando curioso», nuovissima rivista di Michele Galdieri, con Totò, Lucia D’Alberti, Vera Worth, Gianna D'Auko, Riccardo Rioli e altri ottimi clementi. Del complesso artistico fanno parte Trude Hermann, Diego Vilini, Ines Bensi, Harry Feist, Clelia Matania e le sedici pulcelle d’Orlande. Direttore d’orchestra il maestro G. Palomby, regia di M. Galdieri.

«Il Piccolo delle ore diciotto», 30 gennaio 1943


«Il Canzoniere della Radio», 1 febbraio 1943


Per la terza volta Lucia D'Alberti si presenta sulle scene triestine. Debuttò fra noi al fianco di Odoardo Spadaro, poi ritornò con Nino Taranto ed ora è al fianco di Totò, angelica Angelica in quell’«Orlando curioso» che da tre giorni manda in visibilio le folle al Politeama Rossetti.

Slanciata, flessuosa, signorilmente elegante, Lucia d'Alberti rifulge nella sua gentile bellezza in tutte le scene alle quali prende parte, particolarmente distinguendosi come ballerina di classe elettissima. Figlia d’arte, la d’Alberti ha saputo oscurare la fama della propria madre, che è la famosa Lydia Johson, una delle più tipiche subrette della piccola lirica internazionale, ed ora impone i pregi di una personalità squisitamente artistica accrescendo il pregio degli spettacoli dei quali è sempre una delle più fulgide attrazioni. «L’Orlando curioso» si replica anche questa sera con inizio alle 20.45.

«Il Piccolo delle ore diciotto», 2 febbraio 1943


Anche la replica di ieri della divertente rivista di Michele Galdieri «L’Orlando curioso», presentata dagli «Spettacoli Errepì» al Rossetti ha segnato un pieno successo per Totò e i suoi ottimi collaboratori. Accanto al gustoso comico napoletano, che è al centro dello spettacolo, si sono meritatamente fatti applaudire gli altri assi della compagnia: Lucia d’Alberti, sempre squisitamente seducente, Harry Feist, Clelia Matania, la simpatica diva dello schermo, Vera Worth, Gianna D’Auro, Riccardo Rioli, Edoardo Passarelli, Antonella Steni, Ruggero Paoli, Franco Rità, ecc. e il brioso balletto delle «16 pulcelle d'Orlando». Calorosi applausi hanno salutato la line di ogni quadro, diretti agli interpreti e al maestro G. Palomby direttore dell’orchestra. Questa sera la bella rivista si replica.

«Il Piccolo di Trieste», 2 febbraio 1943


Nella divertente rivista di Michele Galdieri, «L’Orlando curioso», che si sta rappresentando con vivo successo sulle scene del Politeama Rossetti, uno dei ruoli di primo piano è sostenuto dalla giovane diva dello schermo Clelia Matania, da poco entrata nel teatro della rivista. Graziosissima, briosa, effervescente, la Matania, che è fra le 'più belle stelline della cinematografia italiana, nel campo rivistaiolo fa sfoggio di sorprendenti mezzi vocali e di una singolare attitudine alla danza, così da guadagnarsi compieta-mente la simpatia delle folle. Al fianco di Totò, la leggiadra Clelia è un complemento preziosissimo e le scene alle quali prende parte acquistano un singolare sapore artistico che è molto gradito agli spettatori, che sempre le sono prodighi di applausi.

«L’Orlando curioso» questa sera si replica, con inizio alle 20.45. Domani, al divertente spettacolo, saranno aggiunti alcuni nuovi attraenti quadri.

«Il Piccolo di Trieste», 3 febbraio 1943


«L’Orlando curioso», magistralmente interpretata da Totò e dalla sua Compagnia. Ed è stato uno spettacolo divertente, brioso, godibilissimo, in quanto artisti di bella rinomanza quali Lucia D’Alberti, Clelia Matania, Harry Feist, Vera Worth, Gianna D'Auro, Riccardo Rioli, Edoardo Passarelli, Antonella Steni, Ruggero Paoli e Franco Rita, hanno «girato» attorno al loro inesauribile capo-comico con tanta brillante spigliatezza, da inquadrare perfettamente la spumeggiante rivista, colorendola in tutte le sue sfumature di musiche, danze e spunti umoristici. Molti convinti applausi hanno coronato anche il quinto consecutivo successo del grande spettacolo.

«Il Piccolo di Trieste», 3 febbraio 1943


La grande Compagnia di «Totò» con Lucia d’Alberti e Clelia Matania, nel ripresentare stasera la sfarzosa e tanto divertente rivista di Michele Galdleri «L’Orlando curioso», aggiungerà al gaio e divertente spettacolo una serie di nuovi attraenti quadri, e precisamente: «Noi vivi» (Clelia Matania), «Collegio femminile» (Lucia d’Alberti, Riccardo Rioli e le Pulcelle d’Orlando), «La danza del fuoco» (Lo Pulcelle d’Orlando) e «Le quattro stagioni» (D’Alberti, Matania, Dauro, Steni, Rità). Senza contare l’inesauribile Totò, che profonderà come sempre a larghe mani le sue comicissime trovate.

«Il Piccolo delle ore diciott», 4 febbraio 1943


Gli amatori del teatro della rivista, sono degli ardenti tifosi della biondissima Vera Worth, l’attrice ungherese che in questi giorni si esibisce con vivo successo sulle scene del Rossetti nella rivista di Michele Galdieri «Orlando curioso» al fianco di Totò. Squisitamente elegante e deliziosamente simpatica, la giovane subretta magiara si fa ammirare per il singolare fascino che sprigiona la sua personalità, la freschezza del sorriso e la maliziosa luminosità dello sguardo. E’ una bella figliola, dal portamento signorile e dallo maniere gentili, che riesce simpatica a tutti. Ha fatto parte delle migliori compagnie di rivista italiane ed ora, come si è accennato, prende parte alla gaia rivista galdieriana, della quale si danno oggi e domani le ultime repliche.

«Il Piccolo delle ore diciotto», 6 febbraio 1943


Totò e la sua brillante Compagnia, nell’interpretazione della divertentissima rivista di Michele Galdini «L’Orlando curioso», ha nuovamente ieri sera riscosso un pieno successo dinanzi ad un pubblico che ha gremito ogni ordine del Rossetti. Oggi la Compagnia prende congedo dal pubblico triestino presentandosi in due spettacoli che avranno inizio alle 15 ed allo 20.45.

«Il Piccolo di Trieste», 7 febbraio 1943


E’ annunciata per il giorno 18, al Teatro Paganini, la rappresentazione di una nuova rivista da parte della primaria Compagnia «Totò». Il noto attore comico, che tanto successo ebbe ad ottenere lo scorso anno nella, nostra città con la rivista «Volumineide» apparirà questa volta sotto le spoglie del paladino Orlando non più furioso, ma curioso. Infatti il titolo della rivista, il cui autore è lo stesso Galdieri della «Volumineide», ha il titolo: «Orlando curioso».

Questo nuovo lavoro, della Compagnia Totò giunge a Parma preceduto dagli echi degli ottimi successi ottenuti sul palcoscenici delle migliori città italiane.

«Gazzetta di Parma», 10 febbraio 1943


«La Gazzetta di Mantova», 15 febbraio 1943


Come abbiamo già annunciato, giovedì prossimo, 18 del corrente mese, la compagnia del noto comico Totò presenterà al Paganini l'ultima sua rivista dal titolo «Orlando curioso» di Michele Galdieri. Il complesso di Totò, che è indubbiamente fra i migliori che esistano sui palcoscenici italiani, si preannuncia particolarmente armonico in tutti i suoi elementi e molto iben preparato. Di esso, fra gli altri fanno parte Lucia D'Alberti e Clelia Matania, attrice quest’ultima che la rivista ha recentemente rubato al cinematografo.

L’«Orlando curioso» giunge a noi preceduto dalle più favorevoli impressioni della stampa.

«Gazzetta di Parma», 16 febbraio 1943


1943 02 18 Gazzetta di Parma Orlando Curioso intro

Per la rappresentazione della nota rivista di Michele Galdieri «L’Orlando curioso» che la Compagnia del comico Totò effettuerà questa sera al Teatro Paganini i posti numerati del teatro risultano già esauriti da parecchi giorni. Continua invece la vendita di biglietti di ingresso, per la gallerìa e per i posti di ordine inferiore.

Allo scopo di evitare eccessivi ammassamenti nelle ore immediatamente precedenti lo spettacolo, il botteghino del teatro resterà aperto ininterrottamente per tutta la giornata, di oggi. Contrariamente a quanto era stato disposto in un primo tempo, anche per la rappresentazione di questa sera gli studenti iscritti al Guf usufruiranno delie riduzioni d’uso.

«Gazzetta di Parma», 18 febbraio 1943



«Il Messaggero», 23 marzo 1943


Con la bella rivista di Galdieri « Orlando curioso » iersera a teatro completamente esaurito nella brillante interpretazione del comico Totò, di Lucia D'Alberti, Clelia Matania, Vera Worth s'è rinnovato il più caloroso successo per questo spettacolo aggiornato ed abbellito. Stasera seconda replica alle 21 precise.

«Il Messaggero», 24 marzo 1943


«Il Messaggero», 9 aprile 1943

1943 04 21 Il Messaggero L Orlando curioso T«Il Messaggero», 21 aprile 1943

1943 04 17 Film Orlando Curioso intro

Nino Capriati, «Film», 17 aprile 1943 - Recensione de «L'Orlando curioso»


1943 04 17 Il Messaggero L Orlando curioso T

«Il Messaggero», 17 aprile 1943

1943 04 20 Il Messaggero L Orlando curioso T«Il Messaggero», 20 aprile 1943


La fortunate rivista di Michele Galdieri «Orlando Curioso» è stata arricchita di nuovi divertenti quadri e di nuove combinazioni coreografiche. Il numeroso pubblico che assisteva ieri alla rappresantazione ha applaudito con calore Totò, Lucie D'Alberti e gli ottimi attori, protagonisti della rinnovata rivista. Da oggi lo repliche.

«Il Messaggero», 11 aprile 1943



DUE CUORI FRA LE BELVE - TOTO' NELLA FOSSA DEI LEONI

Distribuzione: 4 maggio 1943

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


1943 05 05 Il Popolo d Italia L Orlando curioso T intro

Con una nuova edizione dl Orlando curioso è tornato al Mediolanum «Totò» fervidamente accolto dal pubblico. La fortunata, rivista dl Michele Galdleri ha ritrovato il successo che le arrlue nella sua prima edizione. Molti, infatti, gli applausi durante tutto lo spettacolo a Totò, a Lucia d'Alberti, a Giovanna D'Amico, Vera Worth, Edoardo Passarini ed Herry Feist.

«Il Popolo d'Italia», 5 maggio 1943


1943 05 14 Gazzetta del Popolo della Sera Toto Filmografia virtuale L

«Gazzetta del Popolo della Sera», 14 maggio 1943 - «Filmografia virtuale»


«Il Monferrato», 29 maggio 1943


1943 06 01 Gazzetta del Popolo della Sera Orlando Curioso intro

Domani mercoledì alle 21 il Teatro Carignano si riapre per un breve, corso di rappresentazioni della rivista L’Orlando curioso nella nuova edizione di Michele Galdieri che tanto successo riportò in parecchie città. La rivista è presentata dalla Compagnia « R. P. », di cui fanno parte Totò e Lucia d’Alberti, il M° Palombi e il Balletto delle Sedici Pulzelle d’Orlando.

«Gazzetta del Popolo della Sera», 1 giugno 1943


Finalmente, con i primi caldi, la Compagnia priva di qualche elemento di primo piano, un po' stanca e qualche importante quadro eliminato, l'ultima rivista di Michele Galdieri, l'Orlando curioso è giunta anche a Torino. Ma il nostro pubblico, che conosce e ama Galdieri e Totò, è ieri sera accorso numerosissimo al Carignano, affollato in ogni ordine di posti, per confermare ad essi, ad essi soltanto, la sua simpatia e la sua ammirazione.

La rivista è divertentissima, come non può non essere una rivista di Galdieri; è fine, è elegante, è ricca di quel sottile umorismo che l'autore ormai provatissimo, sa dosare in quadri satirici di attualità costituenti il cardine di una vera rivista. Pensate a Orlando che viene a dare un'occhiata nelle faccende nostre d’ogni giorno, e pensate a Totò che impersona il fantasioso personaggio ariostesco: è tutto qui il successo e diteci se è poco... Totò è stato anche ieri sera il grande comico dagli innumerevoli mezzi tanto mimici che non mutano mai e appaiono sempre nuovi, suscitatori di una ilarità senza freni. Accanto a Totò, la grazia felina di Lucia D'Alberti, il garbo evanescente di Vera Worth,, la contenuta comicità di D’Auro; e poi, nella parte coreografica: la signorilità, nella danza, intesa come arte e non come sgambettamento epilettico, di Harry Feist e Riccardo Rioli.

Un bravo all'attore Paoli, presentatore molto a posto. Regia accurata: cioè il gusto di Galdieri in ogni particolare, dalla scelta degli scenari e dei costumi veramente pittoreschi alla disciplinata andatura dello spettacolo. Anche l'orchestra si è comportata bene sotto la sicura direzione del maestro Palomby [...]

«La Stampa», 2 giugno 1943


1943 06 03 Gazzetta del Popolo Orlando Curioso intro

Una rivista di Michele Galdieri è sempre un richiamo al gran spettacolo e lo ha dimostrato ieri sera il pubblico festoso, che gremiva letteralmente il Carignano e la cui attesa non è stata tradita: arguzia, satira, comicità, eleganza sono state profuse a piene mani dal popolare autore anche in questo lavoro che, pur attraverso i molti tagli necessariamente subiti, ha confermato il successo riportato in altri centri. Gran merito va dato pure agli interpreti, primo fra tutti il lepido Totò che si annuncia oggi come il migliore e il più «attore» dei nostri comici di rivista.

Ballerina di alta scuola nelle affiatate danze col bravo Rioli, Lucia D’Alberti è stata la subretta completa: recitazione, canto, ballo. Vera Worth anccra una volta non ha visto, purtroppo, sfruttate a dovere la sua grazia delicata e la sua bravura. Harry Feist si è riaffermato il danzatore neoclassico di eccezionale tempismo e di originalità raffinata. Non vanno dimenticati tutti gli altri esecutori, fra cui Franco Rità nella doppia veste di cantante di canzoni e di attore, la Gianna D’Auro, il Paoli, l ’ottimo balletto. Ben scelte e curate le musiche dirette dal Maestro Palomby; elegante la messa in scena. Della sala e del successo abbiamo detto sopra. Da oggi con i due spettacoli, diurno e serale, si iniziano le repliche.

«Gazzetta del Popolo», 3 giugno 1943


«Il Monferrato», 3 giugno 1943


1943 06 08 Gazzetta di Parma Orlando Curioso intro

Mercoledì sera 9 corrente avremo al Teatro Nuovo un’unica rappresentazione dei grandi spettacoli «Errepi» con la presentazione della nuovissima rivista di Michele Galdieri «Orlando curioso» nella divertente interpretazione di Totò, Lucia D’Alberti, e degli altri ottimi elementi di questa importante Compagnia di Riviste.

«Gazzetta di Parma», 8 giugno 1943


«Gazzetta di Parma», 11 giugno 1943


«Gazzetta di Parma», 12 giugno 1943


1943 06 12 Film Toto L

«FIlm», 12 giugno 1943


La Compagnia Totò-D'Alberti ha iniziato ieri sera i suoi spettacoli con la rivista: «Le nuove curiosità di Orlando» di Michele Galdieri, che ha ripetuto il suo successo e divertito parecchio. Molto pubblico e applausi vivissimi a Totò, Lucia D’Alberti, Worth, d’Auro, per dire solo del principali; anche l’orchestra ottimamente diretta dal maestro Palomby è piaciuta. Da questa sera replica.

«Il Popolo d'Italia», 13 giugno 1943


«Gazzetta di Parma», 14 giugno 1943


OLIMPIA - Totò e la sua Compagnia hanno presentato ieri sera una nuova edizione della rivista di Galdieri Orlando curioso. Rinverdita di nuovi quadri non meno spassosi dei primi, la rivista ha incontrato il gusto del foltissimo pubblico che ha vivamente festeggiato Totò, Lucia D'Alberti e tutti gli altri artisti [...] 

«Il Popolo d'Italia», 15 giugno 1943


1943 06 23 Gazzetta di Parma Orlando Curioso 2 T L

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1943 06 23 Gazzetta di Parma Orlando Curioso intro

Tra i vari «ritorni» che in questi ultimi tempi si sono verificati con pieno gradimento del pubblico sul palcoscenico del Teatro Paganini, quello della compagnia capeggiata da Totò è destinato ad avere particolari consensi. Il personalissimo attore che procede, con un’andatura tutta sua speciale, nel bel mezzo della strada battuta dai nostri grandi comici, ripresenterà al pubblico di Parma quell' «Orlando curioso» di Galdieri che tanto successo ha avuto nel febbraio scorso.

La Compagnia sarà domani al Paganini per due rappresentazioni, una diurna, alle ore 15,45 ed una serale alle ore 21. Sono già aperte le prenotazioni al botteghino del Teatro.

«Gazzetta di Parma», 23 giugno 1943


Il pubblico che gremiva ieri sera all'inverosimile il Paganini, (evidentemente per il solo spettacolo tirale si erano dati convegno due masse di spettatori, e cioè anche quelli rimandati per la mancate rappresentazione pomeridiana) ha accolto ancora una volta con applausi e continua ilarità, sospesa a mezz'aria come il fumo delle sigarette che... è vietato fumare la spassosa rivista di Galdieri, «Orlando curioso».

Se i molti tagli alla rivista, hanno suscitalo disappunto in quanti lo spettacolo erano ritornati a vedere appunto per la sua completezza, la comicità geniale e classica di Totò si è tuttavia conquistata il pubblico determinando il successo più caldo e completo.

Domani si seggala un altro «ritorno» gradito ; sul palcoscenico del Paganini, con la compagnia Cluberti, di cui fa parte la briosissima Elsa Ardito.

«Gazzetta di Parma», 25 giugno 1943


1943 09 30 Il Messaggero Superspettacolo Teatro Valle intro

Stasera — alle 17 — con la sua Compagnia a conclusone delle fortunate recite straordinarie, Renato Rascel con nuove interpretazioni, replicherà il grottesco « Quanto è possibile » di Nelli e Mangini, già tanto applaudito nelle sere precedenti. Domani prima del « superspettacolo » con il grande comico Totò. Fuori programma: Attilia Radice del Tratro dell Opera ed il violinista Lamberto Strappini. (Prenotarioni al 53794).

«Il Messaggero», 30 settembre 1943 - «Il Superspettacolo al Teatro Valle di Roma a favore dei sinistrati»


Lo spettacolo organizzato al Valle sotto gli auspici del Giornale d'Italia, del Piccolo e di Film, a parziale beneficio del sinistrati dl Napoli, della Sicilia e della Calabria ha avuto il successo dl folla e dl consensi che è ormai consueto alle rappresentazioni del genere. Foltissima — era un tutto esaurito — l'affluenza della folla, che a parte il desiderio dl trascorrere alcune ore di sano divertimento ha voluto In tal modo dare il suo entusiastico contributo a favore del fratelli che più degli altri Italiani soffrono per causa della guerra. Schietto e sincero l'applauso al bravi artisti che hanno voluto gentilmente prestarsi in quest'opera il bene che vede mobilitati dl fede viva tutti gli Italiani.

Per la regia di Capriati si sono avvicendati applauditissimi numeri, lodevoli tutti gli artisti: Attilla Radice del Teatro dell'Opera; Il violinista Strappini, Sante e Rino, Orazio Ondina A. Mangini, Il trio Ferrara, Beatrice e Irene, la Dea Carbacci, Il trio Capinere e tre Sorelle Nava e la prestigiosa orchestra Segnini. Ha concluso lo spettacolo una divertentissima scena con beniamino Totò. Efficace presentatore del numeri Nunzio Filogamo. Addobbo scenico dl Pompeti. Oggi replica col tenore Tagliavini e il baritono Gobbi.

«Il Messaggero», Roma, 2 ottobre 1943 - «Il Superspettacolo al Teatro Valle di Roma a favore dei sinistrati»


Domani Totò, il comico-cannone con la sua nuova Compagnia che annovera: i Bonos, Beatrice Dante, Irene D'Astrea, Mimmo Ferrara, Harry Feist, Elena Giusti, Tissa Hors, Alfredo Jandoli, Lucia Mannucci, Edoardo Passarelli, il Quartetto Cetra, Nianco Neroli, Mario Riva, Fausto e Tina Tommei, Marcella Zino, con l'orcheatra diretta dà A. Fragna, presenterà la nuova edizione del superspettacolo «Aria nuova» con una scena di Michele Galdieri. Prenotarsi in tempo.

«Il Messaggero», 8 ottobre 1943


Totò al Galleria - Totò rimessosi dalla lieve indisposizione che lo ha costretto a letto, oggi parteciperà allo spettacolo di arte varia, di una "fantasia di tanti motivi" « Aria nuova » coadiuvato da Passarelli, i Bonos, E. Giusti, Armando Fragna e la sua orchestra, Harry Feist, L. Mannucci, Il Quartetto Cetra, Fausto Tommei e tutti gli altri [...] Il M.o Fragna con i «Dieci minuti a Napoli», felice rievocazione delle più belle canzoni partenopee [...]

«Il Messaggero», 16 ottobre 1943


1943 12 23 Il Messaggero

SALA UMBERTO - oggi 2 spettacoli, ore 15 e ore 17,15 precise del Superspettacolo Radio con Totò e l'Orchestra Rizza.

«Il Messaggero», 22-24 dicembre 1943


Altri artisti ed altri temi

Articoli d'epoca, anno 1943

29 Giu 2021

Ritratto di Anna Magnani

Ritratto di Anna Magnani In quale libro abbiamo appreso un giorno il senso di questo volto? Esso ci arriva dalle profondità mediterranee e noi lo abbiamo intravisto scolpito sulle antiche metope, sui bassorilievi che adornano i frontoni dei templi,…
Roberto Bartolozzi, «Tempo», n.218, 5 agosto 1943
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31 Mar 2023

Musco e i suoi primi passi

Musco e i suoi primi passi Dalla Piazza degli Studi con i chioschi illuminati tra mostre di giornali, sentore d’anice e batter secco di spremi-limoni, percorrendo via Ogninella che aveva a destra il Teatro Machiavelli, ove Giovanni Grasso passava da…
Raffaele D’Angelo, «Scenario», anno XII, n.10, novembre 1943
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A mezz’agosto, verso il tardo pomeriggio, a Roma, nella bottega darle del cavaliere Galassi, in Piazza di Spagna, Ettore Petrolini è in contemplazione di alcune preziose tele di Antonio Mancini, di Gioacchino Toma e di Luigi Galli, il pittore pidocchioso mendicante e pazzo, il quale, però, dipingeva da savio e con un pennello prestigioso e delicato, Madonne e Principesse, Gesù Bambini e angioletti cicciosi dentro auree ed incantate luci e trasparenze di paradiso.

D’improvviso aprendo, anzi spalancando, gli enormi occhi magnetici, Petrolini aveva incominciato a commentare un quadro del Galli, con la Madonna e il Divino Infante: «Ah il Bambinello. Guardatela quest'innocenza rosea e paffuta! E’ una sciccheria !». Poi, di colpo, l’Attore aveva interrotto il monologo ammirativo e, passando ad altro argomento, aveva continuato con gravità beffarda e quasi straziata: «Certi critici dicono che sono un comico sguaiato e scurrile. Niente affatto. No! No! Io parlo semplicemente senza sottintesi, perchè sono romano e odio l'ipocrisia. Posso giurare che anche quando facevo le macchiette sui palcoscenici più abietti e miserabili, non ho mai deriso i Sacramenti, non ho mai offeso il Signore, non ho mai mancato di rispetto alla Vergine Santissima».

I suoi amici ricordano che il Maestro della satira recitata non solo sul palcoscenico ma pure nella vita quotidiana scherzava di ogni cosa umana, dei cosiddetti grandi uomini e della loro meschinità: ma rispettava, tra superstizioso e rabbrividito, le cose eterne che — diceva — sono le uniche. Poiché allora era già nel dominio dell'Eguagliatrice parlava spesso della Morte, impavido come lo sono raramente gli attori. Infermo inguaribile, Petrolini volle e seppe recitare la parte di agonizzante da inimitabile artista. Con un’atroce preveggenza pronosticava in sua fine. Costretto finalmente a mettersi a letto, perchè preso da una gran febbre, Petrolini non aveva voluto spogliarsi, togliersi i pantaloni ed i calzini. Tra un attacco e l’altro del male inesorabile, nelle brevi tregue, parlava di teatro, di «stagioni a e di copioni. E ricordava, smagrito e fantomatico, la figura di Mustafà, la più tragica più patetica e più commossa delle sue «creazioni».

La sottomessa e fedele compagna della vita e del palcoscenico avrebbe voluto che il suo Ettore potesse riconciliarsi col Signore prima di partire per il gran viaggio. Ma non osava parlargliene; temeva di terrorizzare quell'anima sensibilissima, attaccata alla vita e, tuttavia, presaga dell'imminente fine: temeva di fare un passo falso. Avevo però fatto sapere al parroco di Santa Maria del Popolo, un pio monaco, che il più grande e più puro discendente della Commedia italiana era in fin di vita. Il parroco avrebbe desiderato una chiamata dall'infermo, timoroso di una ripulsa. Il buon sacerdote non aveva mai avuto a che fare con attori ed attrici. Li pensava, forse, in sua semplicità, irrigiditi nello scetticismo o nella miscredenza.

Gino Carocci, amico di Petrolini, era stato informato della cosa. Preoccupato che il grande artista potesse morire senza Sacramenti ne parlò con monsignor Enrico Pucci il noto sacerdote-giornalista che è, come lo era Petrolini, bibliofilo e collezionista sapiente e. di gran gusto di pitture dell'Ottocento. Don Pucci era in buoni rapporti con Petrolini col quale faceva, non di raro, lo scopone a Castel Gandolfo quando, informatore vaticano, si recava lassù durante le villeggiature di Pio XI: assicurò Carocci che, in accordo col parroco, sarebbe andato a trovare il buon amico in giornata. Quando Petrolini fu avvertito che Monsignore desiderava salutarlo si mostrò contentissimo e lo accolse come un fratello, ma con grande rispetto. Monsignor Pucci rimase a lungo al capezzale del malato, lucidissimo di mente e sereno. Dopo averlo confessata domandò se l'indomani mattina sarebbe stato contento di ricevere il Signore nelle Specie Eucaristiche. «Sarò felice — aveva risposto — tanto felice della grazia!». Afa il mattino dopo Petrolini era in tali condizioni da non poter ricevere neppure una particella dell’Ostia Consacrata. Non poteva deglutire neppure una stilla d'acqua. Per tre giorni Monsignore andò alla casa del morente col Signore. Lo trovava sempre peggio: temeva di non poter valicare l'amico, l'agonia del quale era seguita — con commossa trepidazione — da migliaia e migliaia di italiani che avevano goduto la sua arte incomparabile. La mattina della giornata del trapasso il sacerdote aveva trovato Petrolini più sollevato: poteva parlare; poteva deglutire. Dopo aver pregato insieme, il sacerdote comunicò il morente, il quale, lo ringraziò più con gli occhi pieni di lagrime che colle parole. Il moribondo dopo qualche istante disse alla moglie e al sacerdote: «Ora lasciatemi solo col mio Gesù». I due obbedirono. Passarono cinque, dieci minuti, un quarto d’ora buono. La moglie, il medico, monsignor Pucci, preoccupati, osarono allora aprire la porta della camera, senza far rumare. Ettore Petrolini, s’era restilo da solo, con un sovrumano sforzo di volontà, e si era inginocchiato ai piedi del letto, le braccia alzate, gli occhi in estasi, a Che hai fatto?» — gridò la moglie avvicinandosi al dilettissimo per sollevarlo e riporlo sul letto. Ettore Petrolini si alzò da solo, si buttò tra le braccia del sacerdote, pure commosso alle lagrime. Poi distendendosi sul tettuccio bianco disse: «Ora posso andare all’altro mondo».

Poche ore dopo, l'ineguagliabile Comico spirava, francescanamente sereno e quasi beato.

Emilio Zanzi, «Il Dramma», 1 gennaio 1943


«Il Popolo d Italia», 1 marzo 1943 - Nino Taranto

1943 03 11 Il Popolo d Italia Renato Rascel«Il Popolo d Italia», 11 marzo 1943 - Renato Rascel

1943 02 23 Il Popolo d Italia Carlo Campanini«Il Popolo d Italia», 23 febbraio 1943 - Carlo Campanini


«Il Popolo d Italia», 8 febbraio 1943 - Andrea Checchi

1943 05 14 Il Popolo d Italia Carlo Ninchi«Il Popolo d Italia», 14 maggio 1943 - Carlo Ninchi


E' sullo schermo il rappresentante della bonomìa, ma guai se diventa tre volte buono ! Piglia dirizzoni, puerilizza, lezioseggia, sino alla nausea. Pochi giorni or sono, lo sentivo campanineggiare alla radio, innanzi ad un pubblico immediato di soldati. Squisito come il più squisito uomo di palcoscenico, per misura, brio, varietà, dolcezza..

Eugenio Giovannetti, «Si gira!», aprile 1943


1943 05 10 Film Erminio Spalla intro

«Film», 10 maggio 1943


Ieri sera al Regio, Renato Rasccel si è ripresentato al pubblico parmense con la rivista: «Tutto è possibile ... » E’ il quinto spettacolo, nel corso della stagione, che questa, compagnia presenta, nella nostra città: il quinto successo. Anche ieri sera, molto pubblico e molti applausi.

La rivista è quella già, vista negli spettacoli precedenti, salvo qualche ritocco nel secondo tempo: ritocco, crediamo, opportuno in quanto ha servito a snellire il complesso dello spettacolo stesso. Il primo tempo è più completo e più abbondante: oltre ai numeri comici e coreografici nei quali primeggia il protagonista Rascel, molto bene coadiuvato da Mario Castellani, e la bella Paola Orlova, vi fa la sua fugace apparizione il noto cantante Oscar Carboni. Il secondo tempo invece presenta, nella, parte musicale, la De Mola che ha riscosso, ieri sera, un successo personale veramente notevole: e meritatamente. Tina De Miola è, crediamo, oggi una delle migliori cantanti di canzoni moderne: come voce e come espressione. Sempre nel secondo tempo, ottimi il numero comico degli «indovinelli filmici», che non figurava nelle precedenti edizioni della rivista e quelli individuali di Rascel.

La rivista verrà ripetuta anche questa sera.

«La Gazzetta di Parma», 6 giugno 1943


1943 06 26 Film Blasetti Bragaglia intro

«Film», 26 giugno 1943


1943 06 26 Il Popolo d Italia Anna Magnani Virgilio Riento Carlo Campanini«Il Popolo d Italia», 26 giugno 1943 - Anna Magnani Virgilio Riento Carlo Campanini


1943 08 14 Film Laura Adani intro

«Film», 14 agosto 1943


Giunse alla ribalta a piccoli passi, quasi saltellando, si fermò di colpo, sorridendo agli applausi, gli occhi semichiusi erano piccole ombre bluastre, due lampade alte lo inondavano di luce. Diceva una poesia di Di Giacomo. La sala, in ascolto, sembrava non avesse più vita, solo lui esisteva, quel suo volto divinamente plebeo fioriva, viveva, esplodeva ; pause, scatti, canti, modulazioni, silenzi, l'antica Napoli dei pescatori e dei sogni cantati risorgeva in quella voce che partiva dalla profondità dei secoli e veniva al nostro cuore. Pensavo: ancora noi possiamo comprenderla questa Napoli, poi tutto sembrerà un gioco di luci ad effetti più o meno calcati, tutto cadrà nel museo delle voci, delle armonie del passato. Ma lui rimarrà sempre, con quella sagoma immensa di scugnizzo incantato, l'ultimo degli scugnizzi, a vagare nottetempo tra i vicoli ambigui, e quella voce atona, aspra, soave, ce la porteremo con noi, anche oltre la vita.

«A S. Francisco già sona 'a risveglia». La piccola cella viveva sulla sala, il lume fioco a petrolio sospeso nel centro dell'aria, il passo lento del secondino, gli uomini dormienti sui giacigli, ai margini della tragedia. Viviani era l'Ottocento con le sue furie di onore e d'amore, soffriva la sua parte, la sua sofferenza cadeva fredda come una lama d'acciaio sulle nostre reni, l’attore divinizzava, nel bene e nel male, l'uomo del popolo, era così, come sempre, Viviani, l'immagine viva del nostro dramma sociale.

Scorreva nei suoi lavori la vita di questa Napoli antica, laggiù in quel piccolo teatro Umberto ove l’attore potenziò la sua storia, ove la sua arte toccò i culmini del realismo più chiaro e sconvolgente ed il pubblico borghese si accostava, dalle orrende frange rosse dei palchi, alla verità misconosciuta di una umanità favolosa. Centinaia di scaricatori, muratori, operai assiepati tra la platea ed il loggione, ritrovavano nell'attore uno dei loro, venuto via dalla ciurma, dall'andito, dal tornio, a mostrare al mondo le piaghe aperte e sanguinanti della gente sua pari, sentivano nella canzone d’emigrante la voce del fratello partito a cercare fortuna per terre straniere e lontane, e un amore vasto nasceva per Viviani tra le masse che lo vedevano uomo, personaggio e tribuno; i giovani lo guardavano forse altrimenti, gli trovavano funzionalità, scopi, indirizzi, che alla folla sfuggivano e lo amavano, per questo, ancora di più. Pochi, allora, forse pochissimi, pensarono che l'arte di Viviani fosse, tra l'altro, audacemente polemica.

Eccolo poggialo, ora, alla prua di una barca, l’arenile dorme in un tramonto calmo, i pescatori lo circondano, egli svolge la sua parte ed è centro di vita. Ai primi del Settecento, in una commedia di Nicolo Moresca, il pescatore Titta è a guardia del suo gozzo, fuma la pipa, canta:

Oh, quanta è bella l'aria de lo mare
che no mme dice core de partire;
che nc’è na figlia de no marenare
ch'è tanto bella che mme fa morire.

Il pescatore Titta non può essere che Viviani. a ridosso dei secoli, eterno come la sua filosofia, come il mare e le case povere dei personaggi che formano la sua inconfondibile umanità.

Muratore, pescatore, ciabattino filosofo e svagato, centro di una umanità da piazza antica, da arenile, da angiporto, camminante notturno alla deriva tra i personaggi vivi ed i misteri di una città povera e regale, mistica ed epicurea, Viviani popola da solo un quartiere; poi le donne s’affacciano ai balconi, escono gli antichi guappi rumorosi e guasconi, i vicoli fioriscono di canti, si fermano le carrozze infiorate e stanche delle gite a Montevergine, egli chiama a raccolta la sua gente, e questa gente è Napoli.

Passa e canta su la sua «carretta» in viaggio tra siepi e nuvole di polvere. E' l'estate, egli è solo, col suo cavallo, su di una strada bianca, il sole lo martella. Questo canto di carrettiere sa dì inerzia e di sogno, odora di sudore umano e di fiori campestri. E quand'è notte, tra vìcolo e vicolo, alla squallida luce dei fanali, lontana come un perduto ricordo, fiorisce la nostalgia del suo «canto 'a figliole».

Viviani fa pensare a Gemito, a Dalbono, a Paisiella, ai provenzali, ai cantastorie, ai mimi tragici del Teatro greco. E' Fattore vivente che riunisce insieme tutte le atmosfere di un’arte accessibile alle sensibilità più disparate e distanti, Viviani è Farte-popolo. E’ stupendo che anche i borghesi la comprendano, questa arte, e bisogna essere grati all'attore per la possibilità realizzata di questo incredibile incontro.

La sala, in penombra, sembra vuota, il pubblico non c’è più; lui solo rimane, nell'alto di tirare una rete, ritmico, immenso. La plastica del corpo agile (è un'eterna adolescenza la sua) è un capolavoro di vitalità, una musica lenta, strana, sembra venire su dai gorghi di una antichità senza confine, la voce è la stessa, a tona, allucinante, notturna, che udimmo un tempo, in sogno, da bambini. Ora anche la sala sparisce. Viviani è a riva di mare, tra i suoi simili, tra gli uomini come lui, e sul suo capo si succedono, eterni come la Poesia, i cieli e le stagioni del suo paese.

Domenico Mancuso, «Il Dramma», 1 ottobre 1943

1943 11 23 Gazzetta di Parma I De Filippo«Gazzetta di Parma», 23 novembre 1943 - I De Filippo
A destra: flano promozionale (1943) - Renato Rascel

1943 Renato Rascel 1034