Mulè Francesco

(Roma, 3 dicembre 1926 – Roma, 4 novembre 1984) è stato un attore italiano.

Biografia

Ha partecipato, quasi sempre come caratterista, a numerosi film commedia, prevalentemente fra gli anni cinquanta e gli anni sessanta.

È stato per diversi anni protagonista del Carosello della Birra Peroni insieme a Solvi Stubing. Alla carriera di attore ha affiancato quella di doppiatore, la sua voce è rimasta legata al personaggio dell'Orso Yoghi, da lui caratterizzato.

Fra i tanti premi vinti, il "Premio Eurako" consegnatogli a Termini Imerese, città nativa del padre.[senza fonte]

Figlio di un noto musicista, il compositore Giuseppe Mulè che per anni aveva diretto l'Accademia di Santa Cecilia, Francesco aveva manifestato giovanissimo il suo interesse per il mondo dello spettacolo, ma si sentiva attratto più dal teatro che dalla musica. Si iscrisse all'Accademia di Arte Drammatica e fece un esordio promettente con Renzo Ricci, che lo scritturò nella sua compagnia. In realtà il teatro doveva rimanere una parte non molto importante nella sua attività professionale.

Fece ruoli da caratterista in repertorio brillante, e negli anni Cinquanta fu in compagnia con Elsa Merlini e Alberto Lupo. Ma il suo vero incontro con il pubblico avvenne con la televisione. Già la sua voce, duttile, gradevole, che aveva caratterizzato nel doppiaggio personaggi dai toni esasperati nel grottesco, era conosciuta dagli ascoltatori della radio. La trasmissione di maggior successo era stata "Tutti insieme alla radio".

Nel cast di commedie brillanti e di trasmissioni di varietà, Francesco Mulè acquistò la sua piccola popolarità e il cinema se ne servì, sia pure marginalmente. Ancora grazie alla sua voce, Mulè conquistò anche il pubblico dei giovani, per il quale fece parlare un notevole numero di personaggi dei fumetti. Il più popolare è Yoghi, l'orso creato da Hanna e Barbera, a cui Francesco Mulè, coi suoi giochi di intonazioni e bizzarre modulazioni, diede un elemento di simpatia in più.

Muore la sera di domenica 4 novembre 1984 all'età di 58 anni in un ospedale romano, dove era stato ricoverato qualche tempo prima per una grave malattia[1].


Galleria fotografica e stampa dell'epoca

1984 11 06 La Stampa Francesco Mule morte intro

Con Francesco Mulè è scomparso un attore che raggiunse la sua massima popolarità al cinema e alla televisione. La sua voce, prestata all'orso Yoghi, ha accompagnato per anni i pomeriggi tv dei bambini: Francesco Mulè, 59 anni, morto l'altra sera a Roma, dell'orso Yogy aveva anche la simpatica mole: era grande, corpulento, il volto aperto. I telespettatori, oltre che per le trasmissioni realizzate negli Anni 60 (Dizionarietto musicale, Za Bum, La sciarpa, Musica Hotel, Acqua e chiacchiere, e, soprattutto, Giallo club), lo ricorderanno, stanco e assetato, la pancia rotonda in evidenza, anclie per la pubblicità di una birra alla quale il suo nome fu a lungo collegato.

Figlio di Giuseppe Mulè, musicista, per anni direttore dell'Accademia di Santa Cecilia di Roma, Francesco aveva frequentato l'Accademia d' Arte Drammatica. Alla fine del corso fu scelto da Renzo Ricci, con cui debuttò in un piccolo ruolo, dell'Antonio e Cleopatra. Ci furono poi due anni in compagnia con la Merlini, e quindi, sempre a teatro. Senza rete, a fianco di Alberto Bonucci, Monica Vitti, Paolo Panelli, Paolo Ferro- ri, tutti agli esordi.

Dopo altre esperienze teatrali, fu accanto a Bonucci, Bice Valori e Gianrieo Tedeschi in Sei storie da ridere, prima di passare alla rivista con Walter Chiari e Dapporto. Nel '57 debuttò in tv, dove lavorò in shows, sceneggiati, commedie, riviste, caroselli. Alla radio condusse, con grande simpatia, il programma «Tutti insieme alla radio». Non trascurò neppure il cinema: il suo primo ruolo ivi-, portante fu in Celestina, il film-debutto di Antonio Pietrangeli. Partecipò anche al primo film di Zeffirelli, Camping, poi a molti lavori di Pasquale Festa Campanile (Le voci bianche, La cintura di castità. Il marito è mio e l'ammazzo quando mi pare).

Alla fine degli Anni 60, ancora teatro. Una curiosità: Francesco Mulè recitava ogni sera in due spettacoli, prima al Sistina In I venti zecchini d'oro Ccon questa interpretazione vinse la Maschera d'argento), poi al Bagaglino in Martin Lutero. Prima di girare il suo film forse più noto, Quando le donne avevano la coda, lavorò a Hollywood in una serie di telefilm con Fred Astaire e Robert Wagner. Di Francesco Mulè erano caratteristici gli hobby: raccoglieva di tutto (dagli orologi alle maioliche ai vetri antichi) e amava moltissimo gli animali. Aveva cani, pappagalli, anatre, cigni, cavalli, lontre, sistemati in un antico mulino presso Rieti, con giardino e laghetto. Francesco Mulè lascia due figli, Elena e Giuseppe.

al. co., «La Stampa», 6 novembre 1984


1984 11 06 Corriere della sera Francesco Mule morte

«Corriere della Sera», 5 novembre 1984


Filmografia

Il sole negli occhi, regia di Antonio Pietrangeli (1953)
La passeggiata regia di Renato Rascel (1953)
Lo scapolo, regia di Antonio Pietrangeli (1955)
Souvenir d'Italie, regia di Antonio Pietrangeli (1957)
Camping, regia di Franco Zeffirelli (1957)
Susanna tutta panna, regia di Steno (1958)
Totò nella luna, regia di Steno (1958)
Racconti d'estate, regia di Gianni Franciolini (1958)
L'amico del giaguaro, regia di Giuseppe Bennati (1958)
Femmine tre volte, regia di Steno (1959)
Totò, Eva e il pennello proibito, regia di Steno (1959)
Il carro armato dell'8 settembre, regia di Gianni Puccini (1960)
Totò, Peppino e... la dolce vita, regia di Sergio Corbucci (1961)
Sua Eccellenza si fermò a mangiare, regia di Mario Mattoli (1961)
La ragazza di mille mesi, regia di Steno (1961)
Psycosissimo, regia di Steno (1961)
I dongiovanni della Costa Azzurra, regia di Vittorio Sala (1962)
Il giorno più corto, regia di Sergio Corbucci (1962)
Cronache del '22, regia di Guidarino Guidi (1962)
Appuntamento in Riviera, regia di Mario Mattoli (1962)
Follie d'estate, regia di Edoardo Anton (1963)
I quattro moschettieri, regia di Carlo Ludovico Bragaglia (1963)
Adultero lui, adultera lei, regia di Raffaello Matarazzo (1963)
Le voci bianche, regia di Massimo Franciosa (1964)
Il treno del sabato, regia di Vittorio Sala (1964)
Cadavere per signora, regia di Mario Mattoli (1964)
I marziani hanno dodici mani, regia di Castellani e Pipolo (1964)
Il gaucho, regia di Dino Risi (1965)
Una vergine per il principe, regia di Pasquale Festa Campanile (1965)
Gli amanti latini, regia di Mario Costa (1965)
Le spie vengono dal semifreddo, regia di Mario Bava (1966)
Il marito è mio e l'ammazzo quando mi pare, regia di Pasquale Festa Campanile (1966)
Mano di velluto, regia di Ettore Fecchi (1966)
A.D.3 operazione squalo bianco, regia di Stanley Lewis (1966)
Spiaggia libera, regia di Marino Girolami (1966)
Ric e Gian alla conquista del West, regia di Osvaldo Civirani (1967)
Colpo grosso alla napoletana, regia di Ken Annakin (1968)
Il castello di carte, regia di John Guillermin (1968)
Vacanze sulla Costa Smeralda, regia di Ruggero Deodato (1968)
La più bella coppia del mondo, regia di Camillo Mastrocinque (1968)
Diabolik, regia di Mario Bava (1968)
La cintura di castità, regia di Pasquale Festa Campanile (1969)
Il segreto di Santa Vittoria, regia di Stanley Kramer (1969)
Il terribile ispettore, regia di Mario Amendola (1969)
Pensiero d'amore, regia di Mario Amendola (1969)
Pensando a te, regia di Aldo Grimaldi (1969)
Certo, certissimo, anzi... probabile, regia di Marcello Fondato (1969)
Storia di una donna, regia di Leonardo Bergovici (1970)
Come rubare un quintale di diamanti in Russia, regia di Guido Malatesta (1970)
Quando le donne avevano la coda, Pasquale Festa Campanile (1970)
Nel giorno del Signore, regia di Bruno Corbucci (1970)
Lacrime d'amore, regia di Mario Amendola (1970)
Il divorzio, regia di Romolo Guerrieri (1970)
Riuscirà l'avvocato Franco Benenato a sconfiggere il suo acerrimo nemico il pretore Ciccio De Ingras?, regia di Mino Guerrini (1971)
Quando le donne persero la coda, regia di Pasquale Festa Campanile (1971)
Riuscirà il nostro eroe a ritrovare il più grande diamante del mondo?, regia di Guido Malatesta (1971)
Causa di divorzio, regia di Marcello Fondato (1972)
Meo Patacca, regia di Marcello Ciorciolini (1972)
4 caporali e ½ e un colonnello tutto d'un pezzo, regia di Bitto Albertini (1973)
Il lumacone, regia di Paolo Cavara (1974)
La poliziotta fa carriera, regia di Michele Massimo Tarantini (1975)
L'infermiera di mio padre, regia di Mario Bianchi (1975)
Calore in provincia, regia di Roberto Montero (1975)
Voto di castità, regia di Joe D'Amato (1976)
Gli uccisori, regia di Fabrizio Taglioni (1976)
Il pomicione, regia di Roberto Montero (1976)
Orazi e Curiazi 3 - 2, regia di Giorgio Mariuzzo (1977)
Kakkientruppen, regia di Franco Martinelli (1977)
Malabestia, regia di Leonida Leoncini (1978)
La supplente va in città, regia di Vittorio De Sisti (1979)

Prosa radiofonica RAI

Cara delinquente di Jack Popplewell, regia di Guglielmo Morandi, trasmessa il 19 novembre 1959.

Teatro

Rivista: Senza rete, 1954.
Dramma: Processo a Gesù di Diego Fabbri, regia di Orazio Costa, 1955.
Rivista: Io e la margherita, 1960.
Commedia musicale: Il tiranno di Giulio Scarnicci e Renzo Tarabusi, 1961.
Venti zecchini d'oro di Pasquale Festa Campanile e Luigi Magni, regia di Franco Zeffirelli, 1968.

Televisione

Varietà: Biblioteca di Studio Uno: I tre moschettieri (Rai, 1964), nel ruolo del Conte di Jussac, il capo delle guardie.
Varietà: Za-bum (Rai, 1964), di Mario Mattoli, con Antonella Steni ed Elio Pandolfi.
Sceneggiato: La donna di fiori (Rai, 1965), nel ruolo di Kid Lucciola.
Telefilm: Operazione ladro (It Takes a Thief, 1969/70, 3 episodi nel ruolo di Funello)
Giallo Club.
Gli eroi di cartone dal 1971 al 1972 come conduttore.
Carosello per Birra Peroni dal 1968 al 1973. Mulè indossava i panni del ragioniere Mario Bianchi, sperduto nel deserto, assetato e in preda a un delirante miraggio biondo, quello di Solvi Stubing, che pronunciava l'immancabile codino pubblicitario: « Chiamami Peroni, sarò la tua birra ».
Yoghi, Cindy e Bubu (Voce di Yoghi)

Prosa televisiva RAI

I fiordalisi d'oro di Giovacchino Forzano, regia di Guglielmo Morandi, trasmessa il 2 maggio 1958.
Anfitrione di Plauto, regia di Vittorio Sindoni, trasmessa il 18 luglio 1975.

Doppiaggio

Noto doppiatore (Jack Weston in Il caso Thomas Crown, Jules Munshin in 10.000 camere da letto, il già citato Yoghi), Francesco Mulè è a sua volta stato doppiato dai seguenti suoi colleghi:
Carlo Romano in Totò nella luna, Colpo grosso alla napoletana
Renato Turi in Souvenir d'Italie

Note

^ Morto Francesco Mulè voce dell'Orso Yoghi Repubblica.it, 06/11/1984.