Fulvia Franco e Tiberio Mitri si sposano: quattordici svenuti all'incontro decisivo
Il matrimonio di Fulvia Franco con Tiberio Mitri è stato celebrato in fretta per impedire ai reporter di irrompere davanti all'altare. Molti pugni sono volati fra la gente che si accalcava nella chiesa
Trieste, gennaio.
Quando mons. Grego, parroco della chiesa di Sant’Antonio Nuovo, vide che le cose si mettevano male e che il sagrestano e un giovane e robusto prete erano costretti ad agire di forza per impedire ai fotografi e ai cronisti di irrompere davanti all’altare dove si stava celebrando la Messa, accelerò i tempi e trascurò di fare il discorsetto di prammatica ai coniugi Mitri. Esattamente alle 10 e sette minuti il campione d’Europa dei pesi medi pronunciò il fatidico « sì », e in quel preciso istante un giornalista fu sollevato di peso dall’organizzatore sportivo frontoni, sottratto alla folla che si pigiava all’inverosimile, e immesso nel sacro recinto. Alla fine i fotografi ebbero la meglio, invasero letteralmente lo spazio davanti all’altare, e i lampi cominciarono a scoccare, le lampadine al magnesio cadevano per terra scoppiando, ma il rumore degli scoppi fu ogni volta sopraffatto dal vocìo della folla — tremila e più persone — che gremiva la chiesa. Altre quattromila persone non erano riuscite a entrarvi, e aspettavano davanti all’ingresso, dove poco prima avevano accennato a un timido applauso quando gli sposi erano scesi dalle macchine del corteo nuziale. Il cronista dell'Unità subito commentò: «Questa volta i preti hanno superato la polizia civile in brutalità ». Quattordici persone sono svenute in chiesa in mezzo alla calca, e sono state trasportate all’ospedale dalla Croce Rossa.
Nella chiesa di. Sant'Antonio si stanno eseguendo in questo periodo delle riparazioni alle pareti e al soffitto, sicché vi erano state erette delle impalcature tubolari metalliche: dati i protagonisti- dell'avvenimento, la scomposta curiosità degli spettatori e l'analogia delle impalcature con le gradinate di una palestra, pareva di essere all’idroscalo per un vero incontro di pugilato, e del resto molti pugni sono volati qua e là, e lo stesso Mitri, quando dopo la cerimonia uscì dalla porta laterale della chiesa al braccio della sposa, a un certo momento dovette abbandonarla e far strada a lei e a sé a forza di gomiti. La marcia nuziale non è stata sentita da nessuno, tanto era il clamore in chiesa; la gente era salita sui banchi e sulle sedie, ma. non per questo ha visto qualche cosa della cerimonia. Perfino la firma degli sposi sul registro parrocchiale si dovette farla lare davanti allo altare, e non in sacrestia com'era stato predisposto, perchè la folla aveva invaso anche quella. I trenta poliziotti mobilitati per l'occasione erano scomparsi come altrettanti, spilli in un mucchio di fieno.
TIBERIO MITRI E FULVIA FRANCO all'uscita dalla chiesa di Santo Antonio Nuovo. Alla cerimonia hanno assistito parecchie migliaia di persone. Mitri, per uscire, ha dovuto farsi largo nella calca a forza di gomiti.
Sabato mattina in via Piccardi 31 tre uomini di fatica dovettero a-spettare qualche ora prima di poter portare su i mobili della nuova anticamera ordinata giorni fa di comune accordo da Fulvia Franco e da Tiberio Mitri: nell'appartamento non c’era nessuno, e a voler cercarne gli imminenti inquilini sarebbe stata fatica quasi inutile. Lui era alle prese ancora col sarto, Miss Italia 1948 diventava matta, in casa dei suoi genitori in via Guliani 2, a rispondere ogni cinque minuti .al telefono, a tenere a bada i giornalisti, a promettere alla R.A.I. la richiesta intervista, ad accogliere fra le braccia sempre nuovi regali e sempre nuovi canestri di fiori.
La sola cosa che Fulvia Franco non ha fatto alla vigilia delle sue nozze, e che poche spose oggi non fanno, è stata quella di richiedere le cure della parrucchiera; i suoi capelli non hanno avuto bisogno di nessun artificio, e infatti domenica mattina essi le incorniciavano il voltò in naturale aureola, come quando si presentò due anni fa ai giudici di Stresa: e fu una delle doti che contribuirono à farla proclamare bella fra le belle. La chioma castana era appena trattenuta da una piccola calottina ricamata in argento, come in argento era ricamato il lungo abito in seta'e raso bianchi di nozze, e argentee le scarpette acquistate da Rosini venerdì pomeriggio. Fulvia ha vissuto (e forse tuttora vive) una settimana di sogno. Non so chi le abbia fatto dono d'una magnifica borsetta da passeggio in pelle di coccodrillo. Quando la vide, battè le mani dalla gioia come una ragazzina, e disse che non ne aveva mai avuta una così bella. Subito ne levò la cartaccia, ci mise dentro un fazzolettmo, cipria e rossetto, e uscì per le sue faccende prematrimoniali dondolandosela tutta beata sul braccio.
Ad ogni modo, sabato sera l’appartamentino che avrebbe accolto d giorno dopo gli sposi, era completamente pronto, perfino con gli scivoli di panno: Fulvia aveva compiuto un miracolo. Mentre a Mitri gli esponenti del pugilato italiano consegnavano in un ristorante di via Crispi le insegne di cavaliere del Costantiniano Ordine di S. Giorgio di Antiochia e una medaglia d’oro, Fulvia andava a dormire, e domenica mattina si alzò .molto presto. Puntualmente alle 10 sposi e invitati entrarono in chiesa, prima Tiberio, abito nero e cravattina nera a fiocco, dando il braccio alla mamma Carolina; poi Fulvia al braccio, del papà Aristide, preceduta da due paggetti e accompagnata da due damigelle: Maria Grazia Nadi e Gara Perini. Giunto davanti - all’altare, Tiberio, con il suo testimonio comm. Rossi, presidente della Federazione Pugilistica Italiana, aspettò che giungesse Fulvia a col proprio testimonio comm. Eerdinando Ceretti, già fotografo di S. A. il Duca d’Aosta. Da « papà » Ceretti Fulvia era stata segnalata al concorso della Giviemme, poi lei a poco a poco si era affezionata a lui e a sua moglie, e oggi sono diventati un po’ tutt'una famiglia, amici per la pelle. Fulvia ne ha avuto in regalo, per le sue nozze, un magnifico anello d'oro con rubino contornato da brillanti.
GLI SPOSI, subito dopo il matrimonio, salutano amici e "tifosi" dalla finestra del ristorante dove è stato servito il rinfresco. Fulvia ha gettato qualche fiore e ha dispensato baci con le mani. Gli sposi non andranno per ora in viaggio di nozze, perchè Mitri deve terminare gli allenamenti per affrontare il 31 gennaio il negro Barthlemy.
Dunque cerimonia in chiesa a rapidi giri di manovella, firma, qualche fuggevole bacio, e quindi ritirata strategica degli sposi nel portone di una casa privata finché non arrivarono le automobili, e la polizia non ebbe fatto un po' di spazio libero. Intanto, davanti al Ristorante « Fortuna » in via Carducci, dove era stato preparato un ricco ricevimento per circa 160 invitati, una nuova folla si era raccolta, e quando vi arrivarono gli sposi volarono fiori e piovve abbondante il riso. Il signor Durighello, proprietario del « Fortuna », aveva fatto le cose in grande, e il suo cuoco Ruzzier si ebbe le felicitazioni per il capolavoro di torta nuziale da lui confezionata in pasta margherita, a tre piani, che Fulvia disinvoltamente subito tagliò, bersagliata dai lampi delle macchine fotografiche. Prima di mettersi a tavola, i coniugi Mitri salirono in un appartamento privato al primo piano dello stabile, e si affacciarono alla finestra; la folla invase allora tutta via Carducci, e li applaudì; Fulvia gettò qualche fiore e dispensò alcuni baci con la mano; poi la coppia ridiscese e s’intrattenne con gli ospiti fino alle 13. Per due ore fuori il traffico venne precluso ai pedoni, e un giornalista arrivato in ritardo fu fermato dagli agenti dell’ordine e portato in questura con la camionetta dell'Emergenza : questo fu l'ultimo incidente della giornata.
Viaggio di nozze, per il momento, niente: il 3 gennaio Mitri deve combattere a Trieste col negro Barthlemy, e poi, a metà febbraio, a Parigi con altro avversario. Allora Fulvia andrà con lui, e insieme trascorreranno in Francia qualche settimana.
Vladimiro Lisiani, «La Settimana Incom Illustrata», anno II, n.3, 21 gennaio 1950
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Vladimiro Lisiani, «La Settimana Incom Illustrata», anno II, n.3, 21 gennaio 1950 |