Articoli & Ritagli di stampa - Rassegna 1951



Indice degli avvenimenti importanti  per l'anno 1951

24 aprile 1951 La discendenza imperiale di Totò venne contestata da un gruppo di nobili, incluso Marziano Lascaris di Lavarello, altro pretendente al trono di Bisanzio

18 giugno 1951 Nella sala di un grande albergo romano viene tenuta una conferenza stampa per ribadire pubblicamente che il titolo di Antonio De Curtis è illecito perchè ottenuto con subdole azioni

24 giugno 1951 Ad Assisi si sposa Liliana de Curtis con Gianni Buffardi. Antonio de Curtis non partecipò alla cerimonia poichè contrario al matrimonio.

20 settembre 1951 La magistratura romana conferma il titolo nobiliare di Totò già sancito dalle sentenze del 1945 e 1946 del Tribunale di Napoli. Viene tenuta una conferenza stampa a casa di Totò che, assistito dall'avvocato De Simone, spiega la sentenza del Tribunale di Roma.

Indice della rassegna stampa dei film per l'anno 1951

Totò terzo uomo (Distribuzione 7 agosto 1951)

Sette ore di guai (Distribuzione: 9 ottobre 1951)

Guardie e ladri (Distribuzione: 23 ottobre 1951)

Altri artisti ed altri temi


Totò

Articoli d'epoca, anno 1951

Totò e la nobiltà – Totò non discende da Costantino il Grande? («Corriere della Sera», 28 aprile 1951) – la contesa sui titoli Griffo-Focas e la replica dei magistrati

Totò non discende da Costantino il Grande? La contesa sui titoli Griffo-Focas e la replica dei magistrati Un esposto di alcune famiglie nobili contro l'attribuzione di cognomi consentita dal Tribunale all'attore. Roma, 28 aprile, matt. In seguito…
«Corriere della Sera», 28 aprile 1951
1468

Totò e la nobiltà – Totò querela un giornale che negava la sua nobiltà (28 aprile–24 maggio 1951): dalla diffamazione alle carte in Tribunale

Totò querela un giornale che negava la sua nobiltà Dalla diffamazione alle carte in Tribunale Rassegna stampa da varie testate - Periodo 28 aprile - 24 maggio 1951 Nel 1951 Totò difese la sua identità con una querela storica, legata al titolo…
«La Stampa» e «Il Tempo», 28 aprile - 24 maggio 1951
1332

Totò e la nobiltà – “Marziano II contro Totò” (La Settimana Incom Illustrata, 12 maggio 1951): contesa su titoli, cognomi e trono di Bisanzio

Marziano II contro Totò La contesa su titoli, cognomi e trono di Bisanzio Il contenzioso con Marziano Lavarello. La piccola corte di Marziano Lavarello contesta al comico il diritto di portare tanti cognomi, di affermarsi imperatore di Bisanzio e…
Giorgio Berti, «La Settimana Incom Illustrata», 12 maggio 1951
1788

Totò e la nobiltà – La discendenza imperiale di Totò confermata dai magistrati romani («Il Paese», 20 settembre 1951): sentenze, genealogie bizantine e archiviazione degli esposti.

La discendenza imperiale di Totò confermata dai magistrati romani Sentenze, genealogie bizantine e archiviazione degli esposti. Principe per "diritto di sangue" - Archiviate le denunce che accusavano il popolare attore di essersi servito di…
«Il Paese», 20 settembre 1951
2343

Totò sarà l’interprete della “Paura” di Eduardo (L’Unità, 30 ottobre 1951) – Intervista a Eduardo De Filippo e genesi del film mai realizzato

Totò sarà l'interprete della 'Paura' di Eduardo Intervista a Eduardo De Filippo e genesi del film con Totò mai realizzato A colloquio con l'autore di «Napoli milionaria». Filumena Marturano: dal palcoscenico allo schermo, Totò e “La paura numero 1”:…
Tommaso Chiaretti, «L'Unità», 30 ottobre 1951
1361

Cinquecento bimbi poveri a pranzo con Totò e «Momento Sera» — «Momento Sera», 21 dicembre 1951 | Roma, solidarietà di Natale all’Excelsior per 500 bambini

Cinquecento bimbi poveri a pranzo con Totò e «Momento Sera» Roma, solidarietà di Natale all’Excelsior per 500 bambini La gaia manifestazione si svolgerà la mattina di Natale nei saloni dell'Excelsior. Il pranzo di Natale all’Hotel Excelsior, Totò e…
«Momento Sera», 21 dicembre 1951
2163

Tutto pronto per il pranzo ai cinquecento bambini — «Momento Sera», 25 dicembre 1951: Totò e Roma solidale in Via Veneto, pranzo di Natale all’Excelsior.

Tutto pronto per il pranzo ai cinquecento bambini cTotò e Roma solidale in Via Veneto, pranzo di Natale all’Excelsior. Totò e «Momento Sera» hanno preparato insieme ad un gruppo di benefattori molte sorprese. Il Natale solidale di Totò e «Momento…
«Momento Sera», 25 dicembre 1951
1141
17 Gen 2014

Totò e la nobiltà: la casta è casta e va rispettata...

Totò e la nobiltà: la casta è casta e va rispettata... 📜 Indice degli Argomenti 🔍Premessa 📅Cronistoria processuale 📄Documentazione ufficiale 🧬Discendenza nobiliare 🖼️Galleria e rassegna stampa ⚔️Gli antagonisti 🏰Cava e Somma Vesuviana ❓Le voci…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
15325
30 Gen 2014

Guardie e ladri (1951)

Guardie e ladri Oh perbacco! Non lo hanno fatto commendatore? Ma come, un uomo così grosso...Ferdinando Esposito Inizio riprese: 27 gennaio 1951, Studi Ponti-De Laurentiis, RomaAutorizzazione censura e distribuzione: 23 ottobre 1951 - Incasso lire…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
11814
30 Gen 2014

Sette ore di guai (1951)

Sette ore di guai Eh? Avvocato? Lei? Uh uh uh uh, mattacchione. Ma mi faccia il piacere, ma mi faccia il piacere... non si deve approfittare della bontà altrui, ogni limite ha una pazienza!Totò De Pasquale Inizio riprese: maggio 1951, Stabilimenti…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
6608
01 Feb 2014

Totò terzo uomo (1951)

Totò terzo uomo Quattro anni fa ho pescato tre chili di pesce, uno dei quali raggiungeva addirittura i due etti.Pietro Inizio riprese: aprile 1951, Stabilimenti Ponti - De LaurentiisAutorizzazione censura e distribuzione: 7 agosto 1951 - Incasso…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
7557

Articoli d'epoca, anno 1951

Totò e la nobiltà – Totò non discende da Costantino il Grande? («Corriere della Sera», 28 aprile 1951) – la contesa sui titoli Griffo-Focas e la replica dei magistrati

Totò non discende da Costantino il Grande? La contesa sui titoli Griffo-Focas e la replica dei magistrati Un esposto di alcune famiglie nobili contro l'attribuzione di cognomi consentita dal Tribunale all'attore. Roma, 28 aprile, matt. In seguito…
«Corriere della Sera», 28 aprile 1951
1468

Totò e la nobiltà – Totò querela un giornale che negava la sua nobiltà (28 aprile–24 maggio 1951): dalla diffamazione alle carte in Tribunale

Totò querela un giornale che negava la sua nobiltà Dalla diffamazione alle carte in Tribunale Rassegna stampa da varie testate - Periodo 28 aprile - 24 maggio 1951 Nel 1951 Totò difese la sua identità con una querela storica, legata al titolo…
«La Stampa» e «Il Tempo», 28 aprile - 24 maggio 1951
1332

Totò e la nobiltà – “Marziano II contro Totò” (La Settimana Incom Illustrata, 12 maggio 1951): contesa su titoli, cognomi e trono di Bisanzio

Marziano II contro Totò La contesa su titoli, cognomi e trono di Bisanzio Il contenzioso con Marziano Lavarello. La piccola corte di Marziano Lavarello contesta al comico il diritto di portare tanti cognomi, di affermarsi imperatore di Bisanzio e…
Giorgio Berti, «La Settimana Incom Illustrata», 12 maggio 1951
1788

Totò e la nobiltà – La discendenza imperiale di Totò confermata dai magistrati romani («Il Paese», 20 settembre 1951): sentenze, genealogie bizantine e archiviazione degli esposti.

La discendenza imperiale di Totò confermata dai magistrati romani Sentenze, genealogie bizantine e archiviazione degli esposti. Principe per "diritto di sangue" - Archiviate le denunce che accusavano il popolare attore di essersi servito di…
«Il Paese», 20 settembre 1951
2343

Totò sarà l’interprete della “Paura” di Eduardo (L’Unità, 30 ottobre 1951) – Intervista a Eduardo De Filippo e genesi del film mai realizzato

Totò sarà l'interprete della 'Paura' di Eduardo Intervista a Eduardo De Filippo e genesi del film con Totò mai realizzato A colloquio con l'autore di «Napoli milionaria». Filumena Marturano: dal palcoscenico allo schermo, Totò e “La paura numero 1”:…
Tommaso Chiaretti, «L'Unità», 30 ottobre 1951
1361

Cinquecento bimbi poveri a pranzo con Totò e «Momento Sera» — «Momento Sera», 21 dicembre 1951 | Roma, solidarietà di Natale all’Excelsior per 500 bambini

Cinquecento bimbi poveri a pranzo con Totò e «Momento Sera» Roma, solidarietà di Natale all’Excelsior per 500 bambini La gaia manifestazione si svolgerà la mattina di Natale nei saloni dell'Excelsior. Il pranzo di Natale all’Hotel Excelsior, Totò e…
«Momento Sera», 21 dicembre 1951
2163

Tutto pronto per il pranzo ai cinquecento bambini — «Momento Sera», 25 dicembre 1951: Totò e Roma solidale in Via Veneto, pranzo di Natale all’Excelsior.

Tutto pronto per il pranzo ai cinquecento bambini cTotò e Roma solidale in Via Veneto, pranzo di Natale all’Excelsior. Totò e «Momento Sera» hanno preparato insieme ad un gruppo di benefattori molte sorprese. Il Natale solidale di Totò e «Momento…
«Momento Sera», 25 dicembre 1951
1141
17 Gen 2014

Totò e la nobiltà: la casta è casta e va rispettata...

Totò e la nobiltà: la casta è casta e va rispettata... 📜 Indice degli Argomenti 🔍Premessa 📅Cronistoria processuale 📄Documentazione ufficiale 🧬Discendenza nobiliare 🖼️Galleria e rassegna stampa ⚔️Gli antagonisti 🏰Cava e Somma Vesuviana ❓Le voci…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
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30 Gen 2014

Guardie e ladri (1951)

Guardie e ladri Oh perbacco! Non lo hanno fatto commendatore? Ma come, un uomo così grosso...Ferdinando Esposito Inizio riprese: 27 gennaio 1951, Studi Ponti-De Laurentiis, RomaAutorizzazione censura e distribuzione: 23 ottobre 1951 - Incasso lire…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
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30 Gen 2014

Sette ore di guai (1951)

Sette ore di guai Eh? Avvocato? Lei? Uh uh uh uh, mattacchione. Ma mi faccia il piacere, ma mi faccia il piacere... non si deve approfittare della bontà altrui, ogni limite ha una pazienza!Totò De Pasquale Inizio riprese: maggio 1951, Stabilimenti…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
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01 Feb 2014

Totò terzo uomo (1951)

Totò terzo uomo Quattro anni fa ho pescato tre chili di pesce, uno dei quali raggiungeva addirittura i due etti.Pietro Inizio riprese: aprile 1951, Stabilimenti Ponti - De LaurentiisAutorizzazione censura e distribuzione: 7 agosto 1951 - Incasso…
Daniele Palmesi, Federico Clemente
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«Cinesport», 1 gennaio 1951


«Milano Sera», 28 gennaio 1951


1951 02 24 Epoca Toto L«Epoca», 24 febbraio 1951


Sistematiche programmazioni di film moralmente dannosi

da Crocemosso

Non ci pare che l'articolista di «Tribuna Socialista» nel cercare la difesa dei suoi interessi a riguardo del Cinema Crocemossese sia stato felice ed intelligente. Proprio ignorante la voce elevatasi da Mosso non invece per contrario buon senso ed onestà? Siamo contenti che il richiamo sul nostro cinema sia partito non da noi: è un segno più che evidente che tutto ciò che da tempo si mormora e si dice da noi (e pensavamo che i signori gestori se ne fossero già accorti) è giusto, è ragionevole.

A Mosso ci si lamenta per i manifesti. Che dobbiamo dire noi, che vediamo sistematicamente avvelenata l'anima della nostra gente, specialmente dei ragazzi e dei nostri giovani? Facciamo notare «sistematicamente» perchè purtroppo non si tratta più di casi isolati. «Il mio corpo ti scalderà» - «Totò le mokò» - «Il falco rosso» (e quest'ultimo pieno di elementi negativi); disprezzo della religione, uccisioni, vendette, disonestà. Questa la ultima programmazione. Ma se almeno fossero lavori pregevoli dal punto di vista artistico! Oltre che di senso critico e morale, pare si manchi pure di senso psicologico. Pensano forse che da noi si possa digerire tutta questa roba? Ci stimano cosi poco?

Quello che molte famiglie vanno or ora ponendosi come interrogativo, deve interessare tutte le famiglie che hanno a cuore l’educazione dei figli. Bisogna interdire ai figli la visione dei film moralmente dannosi.

«Il Biellese», 13 febbraio 1951


«[...] Poi mi racconta qualcuno dei suoi progetti di cinema: dovrebbe fare, sembra, tanto Questi fantasmi! che Filumena Marturano, in film, ma sono progetti non immediati; altri invece trarranno dalla sua commedia La paura numero uno, un film, con Totò protagonista. La cosa non lo rende molto felice, ma lui ha la sua commedia nuova da scrivere.

«Questo qui — dice alludendo a un personaggio della sua commedia nuova, un tipo di professore mezzo scimunito, che tutti trattano come « ’nu guaglione », questo qui è un tipo che mi viene bene assai ». E ride piano, mettendosi a leggere a bassa voce tutta la didascalia che disegna il personaggio».

Luciano Lucignani, «L'Unità», 24 marzo 1951


Totò e Vivi Gioi multati dal Pretore

ROMA, 10 aprile — A cinquemila lire di multa ciascuno sono stati condannati stamani dal pretore gli attori Vivi Gioì e Totò (a verbale Vivien Trumpi e Antonio De Curtis) per non essersi presentati quali testimoni nella causa per truffa intentata contro tale Eusanio De Profetis nel febbraio di quest’anno. I due attori, benché regolarmente citati, non sono comparsi in udienza ed il magistrato, avvalendosi delle sue prerogative, li ha multati intimando che, qualora il 17 prossimo non si presenteranno, dovrà ordinare , l’intervento della forza pubblica

«La Gazzetta del Popolo», 11 aprile 1951


«Epoca», 15 aprile 1951 - Sondaggio dei film più visti


Totò e la nobiltà: la casta è casta e va sì rispettata

La discendenza imperiale di Totò venne contestata da un gruppo di nobili, incluso Marziano Lascaris di Lavarello, altro pretendente al trono di Bisanzio, con un esposto-denuncia presentato al Tribunale di Roma. In seguito alla querela di Antonio de Curtis ad un quotidiano romano che negava con sarcasmo la sua discendenza nobiliare, l'indicazione esplicita di Bisanzio nella serie dei sui titoli ufficiali caratterizza il cippo nobiliare delle sue origini, si riconosce a Totò il diritto di fregiarsi di gli appellativi Flavio, Angelo, Ducas, Comneno, di Bisanzio e ammetteva la discendenza dall'imperatore Costantino il Grande, fondatore di Bisanzio.


Dolori segreti del popolare comico - Totò cerca maschio

"A che mi serve la corona di Bisanzio?" Il divorzio dell'attore in Ungheria e le sue nuove nozze

NAPOLI, giugno.

Totò cerca maschio. Con questa frase si è diffusa, causando vivo interesse (poiché Toto è napoletano puro sangue), si è diffusa la notizia che il popolarissimo attore ha deciso di non sposare più, in seconde nozze, la sua già legittima consorte, Diana Rogliani Baldini (da cui divorziò) impalmando invece una bionda artista straniera verso cui da tempo — come avevano notato gli amici del comico — Toto accentuava le sue molte premure. E' questa una storia originale, com'è spesso la vita degli artisti. Come molti mariti, Totò aveva una suocera con cui come qualche volta accade, non sembra fosse sempre nel rapporti più cordiali, fu cosi che — come dicono i suoi intimi — per privarla perfino della possibilità, di dire che «essa era la suocera di Totò» egli pensò a un colpo magistrale, che confidò, esultante alla moglie. Sarebbero andati in Ungheria, un bel viaggetto, una seconda luna di miele. Là poi avrebbero divorziato. Naturalmente, ottenuto il divorzio, avrebbero continuato a vivere insieme felici e contenti.

Fu così che le acacie fiorite di Godollo e il bel Danubio blu videro realizzato, al prezzo di 150 mila lire (al cambio d'oggi, rispetto quel tempo, un bel mucchio di milioni, tanto costarono le varie spese legali), il sogno d'amore di Totò e Diana, non più sposi. In seguito, per quanto i due continuassero a vivere insieme, non mancò qualche nube. Totò, questo si sa, è stato sempre un rubacuori dallo smagliante sorriso. E' ben noto il dramma di una celebre diva del varietà, Liliana Castagnola, che, gelosa di un'altra «stella», proprietaria di una compagnia che aveva scritturato il nuovo astro e temendo di perderlo per sempre, si suicidò. E Totò, morso dal dolore, volle provvedere alla sua tomba, adesso" nella cappella c'è l'«Ecce Homo» al Cimitero di Poggioreale, facendo scolpire sul marmo un suo pensiero. Inoltre, quando dalle sue nozze «poi annullate» con la signorina Diana Rogliani Baldini ebbe una figliuola, la chiamò appunto Liliana, col nome della donna che per lui si uccise.

Dopo di quell'amore spesso gli ambienti del teatro e la stampa hanno parlato delle, molte improvvise cotte di Totò (fra gli altri nomi che si riportano per pura cronaca vi sono stati quelli di Isa Barzizza, Silvana Pampanini, ecc.). Ed è stato per queste continue voci che l'ex-moglie di Totò ha fatto, senza successo, appello alla vecchia promessa. Perciò ne è venuta la rottura e oggi, se Totò (che dopo la prima figliuola non ha più avuto altri eredi) con le nuove nozze cerca il maschio, anche sua moglie, come stato pubblicato, sta per sposare un noto industriale del cinema.

Ma senza fratelli (Totò è figlio unico) e senza figli maschi che continuino la tradizione araldica, a che servono queste corone? E' questo l'interrogativo che tormenta Totò e oggi lo spinge a nuove nozze nella speranza che nasca, alfine, l'erede prima 'che sia troppo tardi (da tempo Totò, che tiene accuratamente nascosta la propria età, ha varcato il mezzo secolo). Con le sue seconde nozze, se il maschio verrà, Totò potrà trasmettere, più che il cospicuo patrimonio che attraverso i suoi films egli arrotonda sempre più, il suo titolo di recente offeso, insidiato e conteso, nella nota vicenda che poi ha avuto le sue conseguenze giudiziarie nella immediata controffensiva del principe quasi consorte. Totò, il cui titolo di «marchese e cavaliere del Sacro Romano Impero» fu riconosciuto da un decreto reale e da molti altri documenti, è oggi, nonostante le pretese del suo competitore Marziano Lavarello, unico rappresentante della più antica dinastia bizantina, i Focas, ed è da ciò che gli deriva anche la quantica di «Imperatore di Bisanzio e di tutto l'Oriente» oltre al «supremo magistero» dell'Ordine Costantiniano, con la facoltà di dare le croci.

La notizia delle nuove nozze di Totò ha causato particolare emozione nel quartiere «Stella» e della «Sanità», il rione dove Antonio de Curtis nacque (in via Salita dei Principi), dove si pensa di murare a Totò una lapide, dove tutti ricordano Totò piccolo (figliuolo di Giuseppe de Curtls, un noto agente teatrale, della famiglia che ha dato tanti artisti) e dove di Totò si rievocano tante cose. Alla Sanità v'è un ponte, altissimo, da cui anche oggi, per evitare le lavande gastriche del «Pronto Soccórso» si precipitano a volte gli innamorati. Ebbene vi fu un tempo in cui Totò fu visto passeggiare a lungo su quel ponte, con una rosa. Molti (come accade a ogni lancio dal ponte) si preparavano alle varie giuocate del Lotto. «Si butta, non si butta, lo farà domani». Cosi dicevano. Invece Totò dimenticò quella sua passione ardente, andò a Roma (dove si è ormai stabilito nella sua bella casa ai Parioli) e al teatro Cruciano cominciò la sua carriera, oggi nel pieno.

Tanti, inoltre, lo ricordano quando, venuto di leva, passeggiava (come oggi appare in qualche vecchia fotografia) con le mostrine del 22" Fanteria («Brigata Cremona») e la mano sulla baionetta. Al n. 143 della strada Stella v'è un barbiere, Silvio Renda, che fu caporal maggiore di Totò. Egli ha una foto del comico, datata da Pescia (dov'era un distaccamento del 22° di stanza a Pisa), con la dedica «Offre al caro amico e superiore Renda». Il barbiere ricorda che Totò, sin d'allora, era cosi spontaneamente comico, quanto più cercava di assumere pose marziali, che il colonnello comandante del reggimento, Angelo Cordedda, un sardo fiero e severo, era costretto sempre a girare il viso per non scoppiare a ridere, al solo vederlo. Totò soldato è nel rione Stella un episodio indimenticabile, tanto era affascinante. Molti di questi episodi saranno narrati da Totò nel suo imminente libro autobiografico «Siamo uomini o caporali?».

Crescenzo Guarino, «La Stampa», 29 aprile 1951


Secondo il giudice fiorentino Totò è un antidoto per il pudore oltraggiato

Firenze, aprile

Per il noto film del comicissimo Totò, dal titolo «Totò sceicco», erano stati messi in giro dei cartelloni assai curiosi, fra cui uno in cui si vedeva una donnina poco vestita — un po' meno di niente — gravemente e concupiscentemente guardata da Totò. Questo cartellone passò sotto gli occhi di un severo cittadino di Brescia, il signor Mario Puriglcati, che ne restò offeso e indignato, e che nella figurina svestita credette di ravvisare gli estremi dell'oltraggio al pudore. Motivo per cui li cittadino bresciano stese un diffuso rapporto sul fatto, ne considerò la portata e le conseguenze, e lo presentò all’ autorità giudiziaria locale La quale però, avendo notato che il cartellone era stampato e diffuso da due ditte fiorentine, passava la denuncia a Firenze.

Il giudice fiorentino, esaminati bene gli atti, ed attentamente osservata la vignetta incriminata, ha emanato una curiosa — anzi interessante — sentenza, di non luogo a procedere, la cui motivazione potrà forse far testo per altri procedimenti analoghi. Secondo il procuratore della Repubblica fiorentino, il pudore oltraggiato insomma non è nella figura stessa, ma nei sentimenti che l’insieme del lavoro può suscitare. Nel fatto specifico il giudice ammette che la donna tracciata con linee alquanto procaci poteva suscitare veramente pensieri non del tutto casti nell’osservatore, ma accanto alla donna c’è la faccia esilarante di Totò, che crea l’antidoto. Infatti la smorfia dei viso di Totò esprime una tale umoristica concupiscenza «da ridicolizzare e quindi annullare lo stimolo erotico che altrimenti sarebbe derivato dalle procacità della donnina». In conclusione è più forte l'attrazione comica dell’attrazione femminile. La comicità di Totò è dunque un antidoto al pudore oltraggiato. E questo spiegherebbe perchè quando è sul palcoscenico Totò si possa circondare con indifferenza di donnine seminude. I lazzi e le smorfie di Totò sono addirittura antiafrodisiache. Chi lo avrebbe mai detto?

Marco Marchini, «Il Piccolo di Trieste», 10 aprile 1951


Macario e Totò si recheranno da Padre Pio di Pietralcina

FOGGIA, 16 — Il noto attore comico Macario, al termine di un colloquio con il «monaco santo» del Gargano, Padre Pio da Pietralcina, a San Giovanni Rotondo ha detto: «Me ne vado del tutto edificato. Ritornerò ancora, e non da solo ma con Totò, che brama anche lui quel sollievo spirituale che spera di avere solo da Padre Pio».

«Il Messaggero», 17 maggio 1951


Totò e Vivi Gioi depongono in Pretura al processo contro un disoccupato imputato di falso

Tale Eusanio De Profetis, disoccupato ed ammonito, ricordandosi di un suo breve e lontano periodo di vita artistica, pensò bene, allo scopo di avere sussidi, di stilare una lettera di raccomandazione recante la firma apocrifa di Vivi Gioi e il timbro contraffatto della sua Compagnia, spacciandosi per tale De Prosperi. Ma avendo bevuto un giorno un bicchiere più del solito ed essendosi presentato con la suddetta lettera nello Stabilimento tipografico del Fratelli Sclomer in via Tabacchi, all’atto in cui gli furono offerte da un operalo dello Stabilimento 50 lire, diede in escandescenze, strappando il biglietto di Banca offertogli. Venne cosi arrestato quale contravventore all’ammonizione e denunciato al Tribunale anche per rispondere di truffa in danno di vari attori, fra cui Totò e Rascel, oltre che di falso in scrittura privata, con le aggravanti della continuazione e della recidiva.Il De Profetis è comparso ieri davanti al pretore dott. Domine per rispondere del suddetti reati. Vivi Gioi e Totò hanno fatto la loro comparsa in pretura come testimoni, accolti dalla più viva curiosità del pubblico che gremiva l’aula.

Il pretore, accogliendo la tesi della difesa, affidata all’avvocatessa Talla Cimini, ha assolto l’imputato dal reato di truffa continuata e aggravata. Lo ha ritenuto invece responsabile soltanto del reato di falsità in scrittura privata e della contravvenzione al vincolo dell'ammonizione, condannandolo al minimo della pena, e cioè a sei mesi di reclusione per il primo reato e a tre mesi di arresto per il secondo.

«Il Messaggero», 24 maggio 1951


Questi i film preferiti dal pubblico

In base agli incassi, hanno trionfato Totò, "Il cucciolo" ed "Enrico V"

Il cinema, oltre che un fatto artistico, è un fatto industriale e commerciale, e di questo suo secondo aspetto giova ogni tanto tener conto. È il pubblico (in Italia quasi 15 milioni di spettatori per settimana) che fornisce al cinema i giganteschi mezzi di cui ha bisogno: e sono i gusti del pubblico che, determinando l’indirizzo della produzione, influenzano in ultima analisi l'andamento stesso del film come arte. In America i gusti del pubblico sono severamente controllati attraverso il "Box Office”: in Italia, mancando un’organizzazione analoga, si ricorre a varie forme di sondaggio e ad altri mezzi statistici. Peraltro il migliore e più esatto sistema per conoscere le reazioni dello spettatore rimane quello basato sugli incassi: un interessante studio su tale delicato argomento è stato fatto, per l’Italia, nell'ultimo numero di "Cinespettacolo”, rivista tecnica dell’industria cinematografica.

Le cifre riportate si riferiscono ai dati della sola annata 1949-50 (1° settembre-30 giugno) e non sono definitive perché riguardano i locali di prima visione delle dieci città "sensibili”, cioè capo-zona, che sono Padova, Bari, Bologna, Catania, Firenze, Napoli, Roma, Milano, Torino e Genova. Ogni altro sistema rende impossibile un quadro esatto, se non a distanza di qualche anno, poiché un film posto in distribuzione ha durata diversa, che varia in genere tra i due e i cinque anni. Tuttavia, se pur relativi, i dati offrono un interessante panorama della situazione.

Oltre ai film italiani, sono stati proiettati in questo periodo 450 film americani, 21 inglesi, 16 francesi, 12 messicani, 3 spagnoli, 2 argentini, uno svedese, uno cecoslovacco e uno russo. Le cifre degli incassi sono distribuite lungo un gigantesco arco che va dalle centinaia di milioni per alcuni film americani alle 70 mila lire del film svedese Sangue ribelle. Per ciò che riguarda i film italiani, c'è da notare anzitutto l’incontrastato dominio di Totò: con cinque film (Totò cerca casa. L’imperatore di Capri, Totò cerca moglie, Yvonne la Nuit, Totò le Mokò), il popolare comico napoletano ha fatto incassare 284 milioni. Inoltre uno dei suoi film (Totò cerca casa) è il primo film italiano che, con 80 milioni e 300 mila lire d’incasso, s’incontra nella classifica assoluta, dopo sei film americani. Non dappertutto, però, Totò fa furore: se a Roma, a Padova, a Bologna, a Genova, a Firenze, a Napoli è in testa o con l’uno o con l’altro dei suoi film, a Milano gli hanno preferito la Silvana Mangano di Riso amaro e de II lupo della Sila e il Macario di Adamo ed Èva. Dal punto di vista della raffinatezza di gusti, né il pubblico di Milano né quello di Roma presenta comunque elementi confortanti: la città più evoluta appare invece Torino, che a tutti i film italiani ha preferito l’ottimo Domenica d'agosto di Emmer. Una buona affermazione in tutti i centri considerati ha avuto poi II mulino del Po. di Lattuada. che è secondo in graduatoria a Genova e a Bologna e complessivamente ha raggiunto i 30 milioni. Le cifre relative ad alcuni film considerati "molto popolari”, come Catene e Il bacio di una morta, sono invece piuttosto mediocri: in particolare, quest’ultimo non ha incassato che un terzo del Mulino del Po, testimoniando che. nonostante tutto, i gusti del pubblico delle grandi città non scendono oltre un certo livello.

Circa i film americani c’è da notare per prima cosa che il pubblico ha preferito dovunque il technicolor al bianco e nero: su 23 film che hanno ottenuto incassi di un certo rilievo, ben 13 sono in technicolor e sei di essi capeggiano la classifica. A parte Via col vento, che nel 1949-50 era stato proiettato in sole quattro città (ottenendovi comunque un fortissimo incasso), il film che ha nel complesso avuto i più alti Introiti è stato II cucciolo, che in nove città ha incassato 131 milioni. Seguono Giovanna dArco con 128 milioni nelle dieci città. Gli amori di Carmen (114 milioni), Il cielo può attendere (92 milioni), Il capitano di Castiglia (90 milioni), Il grande peccatore (82 milioni), ecc. Come si vede, tra questi colossi dello spettacolo uno solo è stato riconosciuto dalla critica come autentica espressione d’arte: Il cielo può attendere di Lubitsch. Scendendo all’esame città per città, si può osservare che Milano ha dato la preferenza al Cucciolo (44 milioni), seguito da II cielo può attendere (34 milioni), mentre Giovanna d’Arco è solo al sesto posto (22 milioni); Roma ha preferito Giovanna d’Arco (30 milioni), e Gli amori di Carmen. Giovanna dArco ha ottenuto il primo posto a Padova, Bari, Bologna, Catania, Torino; Firenze e Genova, come Milano, hanno dato la palma al Cucciolo; Napoli agli Amori di Carmen.

Anche tra i rimanenti film americani che hanno procurato buoni guadagni ai produttori, ben pochi hanno reale importanza artistica; forse soltanto La fossa dei serpenti (che ha avuto a Genova una ragguardevole affermazione) e II cielo di fuoco. Per il resto s’incontrano film spettacolari o decisamente commerciali come Ambra, Le avventure di Don Giovanni, La matadora. Il principe delle volpi, Giubbe rosse. Ero uno sposo di guerra. Il peccato, di Lady Considine, ecc. In due città (Catania e Firenze), ha avuto un discreto successo l'infelice Fonte meravigliosa di King Vidor.

Il fenomeno più notevole che si incontra analizzando i film di altre nazionalità, riguarda l'Enrico V di Laurence Olivier: quest’opera di alto e indiscusso valore, certamente uno dei capolavori del cinema sonoro, non pareva destinata a un successo di pubblico, sia per l’ardua materia trattata, sia per la forma poetica che necessariamente l'aderenza al testo shakespeariano richiedeva. Invece (e questa è certo la sorpresa più inaspettata e più gradita di questa arida statistica), ha conquistato clamorosamente il favore degli spettatori ed ha ottenuto un incasso (80 milioni) che la pone in testa a tutti i film di questo gruppo, rimanendo soccombente, in linea assoluta, soltanto ai sei maggiori film americani e, per pochissimo, a Totò cerca casa. Hanno probabilmente contribuito all’affermazione, il mezzo tecnico impiegato (colore) e il soggetto (storico-avventuroso), oltre alla popolarità di sir Laurence come attore.

Si rileva infatti, dalla semplice enunciazione dei titoli delle opere sinora esaminate, che in genere il pubblico preferisce il film storico-avventuroso e comunque il film in costume: seguono il genere drammatico-passionale, quello patetico, la commedia e il film musicale. Il film comico, a parte l’eccezione di Totò, non riscuote più grande successo, mentre il film psicologico lascia generalmente indifferente la gran massa degli spettatori. Anche per quest’ultimo genere esiste tuttavia una significativa eccezione, data da Le diable au corps di Autant-Lara, che, nonostante sia stato proiettato in sole cinque città e durante brevissimi periodi (per le note vicende di censura), ha incassato più di dieci milioni e mezzo, consentendo di pronosticare, in circostanze normali, un successo forse non inferiore a quello dell'Enrico V. E anche questo è un altro elemento di conforto circa i gusti del pubblico.

Tra gli altri film, Il terzo uomo (55 milioni), non ha ottenuto quella affermazione di cassetta che i primi entusiasmi del pubblico facevano presagire: neppure Manon, proiettato però in sole otto città, è andato più in là di una buona media (47 milioni). Quest’ultimo è stato, comunque, il film francese preferito dagli spettatori, seguito a grande distanza da Nel regno dei cieli di Duvivier e da Le minorenni di Becker.

Quali conclusioni si possono trarre da questa rapida rassegna? In generale le abbiamo già anticipate: va sottolineato che dove maggiormente i gusti del pubblico contrastano con quelli della critica è nel settore del film italiano. Tuttavia, rispetto agli anni passati, c’è un graduale e continuo miglioramento: quando un’opera come l'Enrico V avrà superato anche Totò, Il capitano di Castiglia o gli Amori di Carmen, potremo dire che la maturità degli spettatori cinematografici avrà compiuto un passo avanti decisivo.

Angelo Solmi, «Oggi», 7 giugno 1951


Totò e la nobiltà: la casta è casta e va sì rispettata

Nella sala di un grande albergo romano viene tenuta una conferenza stampa per ribadire pubblicamente che il titolo di Antonio De Curtis è illecito perchè ottenuto con subdole azioni; tali affermazioni sono espresse in una specie di «velina» dattilografata, che viene distribuita al giornalisti intervenuti.


24 giugno 1951: matrimonio di Liliana de Curtis e Gianni Buffardi - La galleria fotografica dell'evento

Nella Basilica di San Francesco, in Assisi, si è celebrato il matrimonio di Liliana de Curtis, figlia del marchese de Curtis (vero nome del popolare comico Totò) ha sposato il dott. Gianni Buffardi. Testimoni erano il regista Carlo Ludovico Bragaglia e la medaglia d'oro Ulisse Igliori.

«Il Mattino», 22 giugno 1951


La figlia di Totò si è sposata ieri ad Assisi

Assisi, 25 giugno

Ieri mattina nelle basilica di San Francesco hanno avuto luogo le nozze di Liliana De Curtis, figliola unica del comico Totò, con il dott. Gianni Buffardi. L’altare era meravigliosamente addobbato di fiori. Testimoni della sposa sono stati il collega Fabrizio Sarazani e il regista C. L. Bragaglia

«Gazzetta Sera», 26 giugno 1951



Totò abbandona il teatro

Salerno 4 agosto, matt.

In una sua sosta a Salerno per cercare documenti araldici, Totò ha avuto una conversazione con alcuni giornalisti al quali ha annunziato di avere definitivamente abbandonato il teatro. Attualmente egli lavora per tre film e cioè: Totò terzo uomo, Guardie e ladri e Sette anni di guai. Nella prossima Piedigrotta napoletana si presenterà nelle vestii di poeta e compositore.

«La Stampa», 5 agosto 1951


TOTO' TERZO UOMO

Distribuzione: 7 agosto 1951

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


Piedigrotta 1951

[...] Bonagura, nero come il diavolo ma francescanamente altruista, dette il benvenuto a Totò nel palazzetto della canzone. Egli ribadì le affermazioni dell'editore Marotta, e cioè che in « Solo », « Malafemmìna». «Diglielo, mamma mia», eccetera, l'imperatore di Bisanzio ha conseguito «un'originalità e un'efficacia davvero mirabili». Storie. Venuto alla ribalta, il principe non fallì certo l'incondizionato applauso di una moltitudine che troppo divertimento cinematografico e teatrale gli deve; ma le sue canzonette non estraggono un ragno dal buco di qualunque vice-poesia. Carlomagno nacque con barba e baffi, idem le canzonette di Totò. Chi non ha scrìtto duecento anni fa o ieri qualche verso o qualche battuta musicale delle canzonette di Totò, alzi la mano. L'ovvio, l'acquisito, il banale si dettero appuntamento nelle canzoni di Totò al Politeama, e nessuno mancò. Durante i «bis» il principe scendeva sul palcoscenico. Addossato a una quinta, egli cullava con un braccio le proprie armonie; ciò non le ringiovaniva, naturalmente. Sul finale di «Malafemmina» fu battuto, dal cantante, il record di durata di una nota; io nel voltarmi da un'altra parte vidi un intenditore che, il cronometro fra le dita, slava febbrilmente valutando quell'innegabile primato.

In un normale abito di gabardine, e con la sua faccia normale, Totò deludeva e rattristava. Le crude luci sfregiavano la sua mascella deviata, contusa, e lo rendevano spettrale. Mi accorsi che eravate infelice, Altezza, e tacitamente ve lo dissi. Totò, perchè sbagliate in questo modo la vostra cara vita? Una selva di triangoli scaleni, una foresta di aberrazioni geometriche partorì la creatura illogica, disarticolata, riducibile in astrusi punti e linee di carne, folle e geniale, tragica ed esilarante che voi siete. Non fraintendetevi, Totò. Qualunque disciplina, letteraria, musicale o puramente araldica, vi snatura e vi immiserisce. «Sia il caos» disse la divinità che vi fece. Totò: e voi arrendendovi all'ordine peccate di eresia e di ingratitudine.

La risposta del principe non fu incoraggiante, lo ammetto. Subissato dalle acclamazioni, egli trasse un foglietto, pigliò il microfono e ci lesse una sua lirica. L'aveva composta, avvertì, di getto quella mattina. Erano versi orfani, diseredati, logori, i quali dichiaravano in sostanza che Napoli è meravigliosa e che Totò, essendovi nato, ha la ferma intenzione di morirvi. Sia ben chiaro che tali argomenti io non presumo di averli espressi qui, nè meglio nè peggio del neo-pupillo della Musa che allattò Di Giacomo; e allora? Mi risovvenni che Totò è diventato in pochi anni ricchissimo, un autentico nababbo: ed evidentemente esiste, infuria un «complesso neroniano» legato al denaro.

Immerso in queste pericolose riflessioni, uscii dal Politeama. E subito l'azzurra notte, i serici muri della città-guanciale mi dissero: «Hai torto». Infatti le cose e gli uomini di Piedigrotta che ho avuto l'aria di censurare, io li amo; somiglio ed appartengo ad essi; voglio che non mutino, che sempre qualcuno li erediti come li ereditammo Bonagura, Totò, Ricci, Pisano, Rossetti, Cioffi, Pariante ed io.

Giuseppe Marotta, «Corriere della Sera», 24 agosto 1951


Tutto diventa musica alla festa di Piedigrotta

Mostra della canzone al Maschio Angioino - Il pianto di Totò - Archi di trionfo per processione - Inutili beghe comuniste

[...] Ma quest’anno non si tratta di una Piedigrotta come tutte le altre. Parecchi sono gli avvenimenti elle la caratterizzano, dandole una netta superiorità sulle feste degli altri anni. In primo luogo, c'è la Mostra retrospetliva della canzone napoletana allestita nelle sale del Maschio Angioino, poi c'è il fatto veramente importante che pare siano venute fuori (almeno così affermano gli editori) tre o quattro canzoni molto belle; ed infine c'è l'altro avvenimento di curiosità che bisogna ricordare: il debutto (piuttosto contrastato, per la verità) di Toto quale autore di canzonette. Il giorno in cui furono cantate per la prima volta al Politeama le composizioni di Totò, tutta Napoli si recò ad ascoltare i parti poetici del grande attore, nati, come si sa, dal dolore di un amore non corrisposto (o mal corrisposto) con una nostra bellissima attrice del cinema. Mi è stato raccontato che quando cantarono «Malafemmena» (il pezzo forte di questa produzione di dolore), Totò dietro le quinte piangeva come un agnello, affondando la testa in un grosso fazzoletto di seta bianco. Poco discosto c'era lo scrittore Marotta che attendeva il momento buono per buttarsi fra le braccia del suo grande amico e concludere, cosi abbracciati, la commovente audizione. Pare che Marotta, avvinghiato a Totò, continuasse a ripetere fra le lagrime: « Antò, le tue canzoni sono veramente brutte! ».
Questo bellissimo episodio mi e stillo raccontato, perchè le macchinose « sagre » della canzone sono già terminate ed ora non si attende altro che la festa, che è festa religiosa del popolo napoletano che concluderà la settimana piedigrottesca. [...]

Guglielmo Peirce, «Il Tempo», 7 settembre 1951


Totò e la nobiltà: la casta è casta e va sì rispettata  

La magistratura romana conferma il titolo nobiliare di Totò già sancito dalle sentenze del 1945 e 1946 del Tribunale di Napoli. Viene tenuta una conferenza stampa a casa di Totò che, assistito dall'avvocato De Simone, spiega la sentenza del Tribunale di Roma.


EDUARDO E TOTO’

Il film «La paura numero uno» che sarà diretto da Eduardo De Filippo ed interpretato da Totò, è ora in fase di sceneggiatura, a cura di Luigi De Filippo, Antonio Ghirelli, ed altri. La lavorazione del film, che è prodotto dalla Golden Film in compartecipazione con l'Humanitas Film, inizierà il 20 ottobre. Accanto a Totò comparirà forse Peppino De Filippo, insieme ad altri attori del cinema e del teatro italiano.

«Il Piccolo di Trieste», 2 ottobre 1951


Un noto fabbricante di calze di Hollywood ha affermato che le gambe di Franca Faldlni sono esattamente uguali a quelle della Venere di Milo. La giovane attrice romana Interpreta attualmente una parte In un film di Hai Wallls.

«Corriere della Sera», 17 ottobre 1951 - Franca Faldini


SETTE ORE DI GUAI

Distribuzione: 9 ottobre 1951

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


GUARDIE E LADRI

Distribuzione: 23 ottobre 1951

Qui la rassegna stampa e la scheda completa del film


Totò sarà l'interprete della "Paura" di Eduardo

Roma, 29 ottobre

Si parla molto di Eduardo De Filippo, in questo momento. Se ne parla parecchio tra gli affezionati del teatro. «Eduardo e Titina hanno fatto la pace con Peppino», si dice. Le trattative erano state segrete evidentemente, e non se ne era parlalo sui giornali. Ora i tre fratelli sono di nuovo insieme, e chi ci guadagna è il pubblico. Ma si parla molto di Eduardo, anche per quel che riguarda il cinema. L’anno scorso il grande autore teatrale condusse a termine la sua prima impegnativa opera cinematografica. E ne venne fuori quella discussa e vivace "Napoli milionaria" che costituisce una delle opere più importanti del recente cinema italiano. Poi sulle riviste specializzate di cinema cominciarono ad apparire i più contraddittori annunci: «Eduardo sta per realizzare Questi fantasmi». « E’ imminente l’inizio della lavorazione di Filumena Marturano», E poi «Filumena Marturano è terminata». « Eduardo e Titina faranno il berretto a sonagli di Pirandello». « Eduardo e Titina faranno una edizione moderna della Traviata»... e ancora notizie e notizie.[...,]

Da Filumena passiamo ad altro. I progetti per l'avvenire? Eduardo ci parla immediatamente del lavoro che sfa facendo per realizzare «La paura numero 1». Tutti ricordano il successo del lavoro teatrale omonimo, una impressionante commedia sulla psicologia di un uomo che vede accentuarsi attorno a sé il periodo di guerra e cerca disperatamente di difendersi. Eduardo attore, ci dava, nella Paura, una delle sue più belle e drammatiche Interpretazioni. Ma non In vedremo nella riduzione cinematografica.

«Di questo film sarò soltanto regista».

«E' l’interprete?».

«Totò».

Questa si che è una sorpresa. Piacevole sorpresa, s'Intende. L'Incontro cinematografico tra Eduardo De Filippo e Totò, il noto comico napoletano, è stato già fruttifero al massimo: in Napoli milionaria Eduardo aveva sdoppiato il personaggio teatrale, affidando a Totò una parte non di protagonista. In quella parte Totò avera mostrato che le sue grandi possibilità di attore in cui critici e pubblico credono fermamente non erano una vana speranza. Totò offriva una interpretazione addirittura chapliniana del suo breve personaggio: efficacissima, di eccezionale misura, sensibile ad ogni variazione psicologica. Diretto da Eduardo, Totò aveva fatto comprendere che la sua strada non era quella del film comici dozzinali e stucchevoli: questa sua comparsa nella parte di protagonista di un film d’impegno quale è La paura numero 1 fa sperare che egli voglia seguire questa strada.

«L’aver affidato la parte di protagonista a Totò significa una accentuazione del carattere grottesco del personaggio?». Eduardo ci risponde che questo avverrà in misura minima. Egli ha intenzione di realizzare un film fedele allo spirito dell’opera teatrale.

Tommaso Chiaretti, «L'Unità», 30 ottobre 1951 - Vai all'articolo La filmografia virtuale


TOTO’ RE DI ROMA

La lavorazione del film dal titolo provvisorio «l sette re di Roma» è iniziata in interni negli stabilimenti Titanus. Il film è prodotto dalla Golden Film e diretto da Steno Monicelli. Interpreti sono: Totò, Giovanna Pala, Alberto Sordi, Anna Vita.

«Il Piccolo di Trieste», 13 novembre 1951


«Momento Sera», 21 dicembre 1951

 

«Momento Sera», 25 dicembre 1951


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Articoli d'epoca, anno 1951

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De Sica sotto casa nostra Non c’è stato bisogno di andarlo a cercare, Vittorio De Sica; si può dire che sia venuto lui da «Noi donne», proprio sotto la finestra della nostra redazione che dà sulla bella piazza del Pantheon. E’ lì che lo abbiamo…
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Profilo di Anna Maria Ferrero È la più giovane attrice italiana presente a questa XII Mostra d'arte cinematografica. Sullo schermo non si proietta nessun film da lei interpretato, ma Anna Maria assiste ogni sera alle proiezioni del Palazzo del…
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Pazza Delia Scala per il ballo A sette anni Delia Scala era considerata una bambina prodigio. Aveva l’istinto del ballo. Vorrebbe poter fare dei film come attrice e come ballerina. Delia Scala invidia Moira Shearer e la fortuna che l’ha portata a…
Domenico Meccoli, «Epoca», anno XIII, 19 maggio 1951
1311
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La Signorina Snob ha conquistato Parigi

La Signorina Snob ha conquistato Parigi Franca Valeri e i suoi due compagni Alberto Bonucci e Vittorio Caprioli mandano in visibilio i parigini recitando in un teatro del quartiere latino sketchs umoristici fondati sulla mimica PARIGI, febbraio…
Emilio Springolo, «Settimo Giorno», anno IV, n.8, 22 febbraio 1951
167
21 Lug 21

Il signor Errepi, lo Ziegfield italiano

Il signor Errepi, lo Ziegfield italiano Remigio Paone è il più intraprendente impresario teatrale italiano. Ha lanciato Vivi Gioi e Olga Villi, ha portato in Italia Chévalier, Joséphine Baker e la Dunham e fatto conoscere in America il nostro…
Vincenzo Sinisgalli, «Epoca», anno II, n.22, 10 marzo 1951
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Wanda Osiris e la rivista della censura "Galanteria" di Wanda Osiris dopo la correzione è irriconoscibile: per fortuna le modifiche fanno ridere. Già era stata fissata la sera per la «prima» di Galanteria, quando V ufficio censura — ponendo il veto…
Carlo A. Giovetti, «Settimo Giorno», anno VI, n.40, 4 ottobre 1951
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Mitri campione del mondo della felicità coniugale La vita privata di Mitri, ex campione europeo dei pesi medi, non conferma la voce corrente che insinua una decisa preferenza del pugilatore per le carezze della moglie, Miss Italia 1948, ai pugni…
Furio Fasolo, «Epoca», anno II, n.24, 24 marzo 1951
895

Gianna Maria Canale: i ceffoni l'hanno portata a Hollywood

Gianna Maria Canale: i ceffoni l'hanno portata a Hollywood Gianna Maria Canale è rimasta in California tre mesi senza incontrare mai nessuno degli attori italiani che lavorano laggiù. Prima di ripartire Sam Goldwyn le ha detto: «Cercheremo di fare…
Domenico Meccoli, «Epoca», n. 17, 3 febbraio 1951
536
18 Ago 21

Ingrid e Roberto oggi ciak

Ingrid e Roberto oggi ciak Tre liberali sono stati necessari per crea una perfetta figura di comunista nel nuovo film “Europa ’51” che Rossellini gira a Roma Da quattro giorni Ingrid Bergman era nervosa, ogni giorno e ogni ora più nervosa. Finché…
Domenico Meccoli, «Epoca», anno II, n.56, 3 novembre 1951
906
27 Lug 21

Carnera lottatore 1951

Carnera lottatore 1951 Un ventennio di fatiche d'Ercole. Prima di venire in Italia, il gigante è stato avvistato - è proprio il caso di dire - a Vienna. Nella città del «terzo uomo», tra inglesi francesi americani, Primo ha fatto il quarto, il…
Bruno Roghi, «Epoca», anno II, n.55, 27 ottobre 1951
880
27 Mag 24

Elsa Merlini: «ho ricaricato la mia vita»

Elsa Merlini: «ho ricaricato la mia vita» Una zingara di Parigi ha ridato alla Merlini la voglia di recitare Roma, aprile Sul caminetto del salotto nell’appartamentino che Elsa Merlini ha preso in affitto da qualche mese in via Taro c'è una piccola…
Flora Antonioni, «L'Europeo», anno VII, n.16, 15 aprile 1951
73
31 Mag 24

Dieci abiti per una sera

Dieci abiti per una sera «Chi volete mai che mi sposi?», dice Elena Giusti, mentre in camerino si circonda gli occhi con l'ombretta grassa oltremare. «Faccio paura agli uomini perchè sarei una moglie troppo costosa. Pensate che ho dieci…
Antonia Piva, «Settimo Giorno», anno IV, n.3, 18 gennaio 1951
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05 Lug 25

La tonaca di Don Camillo sarà indossata da Fernandel

La tonaca di Don Camillo sarà indossata da Fernandel Il regista Julien Duvivier girerà in Emilia un film tratto dal popolare libro di Giovanni Guareschi Parma, agosto Giorni or sono il regista francese Julien Duvivier fermò la sua automobile nella…
Jacopo Rizza, «Oggi», 18 agosto 1951
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Articoli d'epoca, anno 1951

Pasquariello povero milionario

Pasquariello povero milionario Pasquariello ha dedicato tutta la sua vita alla «piccola scena» e alla grande parsimonia. All’inizio della carriera, quando tutti lo credevano in difficoltà, subì un furto per l’ingente somma di tremila lire. A…
Vincenzo Talarico, «Epoca», n.25, 31 marzo 1951
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5407 sere senza Ettore Petrolini

5407 sere senza Ettore Petrolini Il grande attore morì il 29 giugno 1936. «Morire a cinquant'anni che vergogna», sospirò verso la fine. Un anno prima il Quirino di Roma aveva annunciato la sua «ultima recita». Tempo addietro, facendo io parte di una…
Vincenzo Talarico, «Epoca», anno II, n.28, 21 aprile 1951
13289

Anna Fougez - A Vipera dicevano «O voi o la morte»

Anna Fougez - A Vipera dicevano «O voi o la morte» Sognando palcoscenici coltiva l'insalata Principio del Novecento, Napoli. Una bambina di otto anni fugge di casa e si accoda a una compagnia di guitti. La notte prima delia partenza, scrive allo…
Nantas Salvalaggio, «Epoca», anno II, n.40, 14 luglio 1951
13655

I due toreri delle Sorelle Nava

I due toreri delle Sorelle Nava La sera del 15 luglio, poco prima di mezzanotte, le tre Nava tenendosi per mano s’inchinarono come al solito a ringraziare il pubblico dell'Odeon di Milano che non finiva più di applaudire il numero degli Arlecchini,…
Giancarlo Fusco, «L'Europeo», anno VII, n.32, 5 agosto 1951
9772
29 Giu 21

La Magnani non trova una figlia

La Magnani non trova una figlia Luchino Visconti non è ancora riuscito a scoprire la bambina che rappresenterà la parte di Maria nel suo ultimo film “Bellissima” Roma, maggio Mancano ben pochi giorni all’inizio delle riprese di «Bellissima», ma…
Gian Gaspare Napolitano, «L'Europeo», anno VII, n.20, 13 maggio 1951
1370
29 Giu 21

Anna Magnani non sono io

Anna Magnani non sono io Sei anni dopo il successo di «Roma città aperta» abbiamo scoperto ciò che si nasconde dietro un personaggio famoso Roma, giugno Prima di entrare nella stanza di soggiorno del suo appartamento all’ultimo piano di palazzo…
Camilla Cederna, «L'Europeo», anno VII, n.27, 1 luglio 1951
1003
02 Lug 21

In casa De Filippo trattato di pace

In casa De Filippo trattato di pace Spesso durante le loro tournées nelle varie città d’Italia, i tre fratelli si incontravano. Si salutavano: «Buongiorno», «Buonasera» e niente «cchiù». Quasi per caso capitò a Peppino d’invitare a cena Eduardo e…
Corrado Pavolini, «Epoca», anno II, n.52, 6 ottobre 1951
862
12 Mar 23

A Milano Walter Chiari lo trovarono più divertente di Pietro Nenni

A Milano Walter Chiari lo trovarono più divertente di Pietro Nenni Nel maggio del 1945 Walter Chiari, comico sconosciuto, salvò dal naufragio uno spettacolo di beneficenza cui presenziava il "leader" socialista in maniche di camicia. Per il giovane…
Giorgio Berti, «Settimana Incom Illustrata», 10 marzo 1951
369
15 Giu 24

Titina De Filippo, artista due volte

Titina De Filippo, artista due volte La vita di un’attrice?! — esclama con un sorriso maternamente ironico Titina mentre si toglie il grazioso cappello bianco e lo posa sul cristallo della specchiera. Si ravvia 1 capelli inargentati, si aggiusta…
Fausta Terni Cialente, «Noi donne», anno VI, n.20, 20 maggio 1951
168
30 Nov 23

La seconda vita di Filumena Marturano

La seconda vita di Filumena Marturano Senza curarsi delle polemiche suscitate da “Napoli milionaria” Eduardo ha rielaborato per il cinematografo quest’altra commedia ROMA, settembre Eduardo de Filippo, chiudendo a Roma la casa di Domenico Soriano,…
Rodolfo Ricci, «Settimo Giorno», anno VI, n.40, 4 ottobre 1951
261
05 Dic 23

Mario Mattoli batte Walter Chiari in due tempi

Mario Mattoli batte Walter Chiari in due tempi Erano da poco cominciate le repliche di «Dove vai se il cavallo non ce l’hai?» al Teatro Nuovo di Milano, quando il comico dello spettacolo inaugurò un diversivo nel corso della recita. Si sa, o almeno…
Franco Berutti, «Settimo Giorno», anno IV, n.50, 13 dicembre 1951
174
08 Lug 21

Patrizia e Natascia Magnano reciteranno con Silvana

Patrizia e Natascia Magnano reciteranno con Silvana S'incomiciano dunque a girare le scene in cui figura Gassmann, che deve imbarcarsi per il Brasile. Ma l'impianto del film, ormai robusto, resiste anche a questa ultima esigenza. Veniamo ora al…
G. G. Napolitano, «L'Europeo», anno VII, n.30, 15 luglio 1951
1079

Storia del Varietà, le follie del Caffè-Concerto

Storia del Varietà, le follie del Caffè-Concerto Per vivere nella peccaminosa atmosfera del "café-chantant" dove all'alba del secolo nasceva il teatro di varietà, i giovani ufflcialetti si abbandonavano agli sperperi I clienti affezionati ottenevano…
Vincenzo Rovi, «Tempo», anno XIII, n.7, 17-24 febbraio 1951
1446

Storia del Varietà. Arriva lo Scettico Blu

Storia del Varietà. Arriva lo Scettico Blu Quarant’anni fa: per leggere un articolo di Einaudi sull’imposta di famiglia l’attore di prosa Gino Franzi scoprì sul giornale l'annuncio di uno spettacolo di varietà. Da quella sera, inaspettatamente,…
Vincenzo Rovi, «Tempo», anno XIII, n.8, 24 febbraio 1951
1396
14 Ago 21

Il «compagnuccio» Sordi

Il «compagnuccio» Sordi Ventisette anni fa, in una strada di Trastevere, un bambino finì sotto un’automobile in corsa. Urla di donne, pianti di parenti, disperazione, e grida di raccapriccio: il bambino, dopo qualche secondo, venne fuori strisciando…
Gian Domenico Giagni, «Epoca», anno II, n.21, 3 marzo 1951
943

Storia del Varietà. La grande seduttrice

Storia del Varietà. La grande seduttrice E’ la rivista. Ultima incarnazione dello spettacolo gaio musicale rubò volti gambe voci e penne all’operetta e alla commedia mescolando satira a parodia. L’anno scolastico era cominciato si e no da un paio di…
Vincenzo Rovi, «Tempo», anno XIII, n.10, 10-17 marzo 1951
1151
31 Lug 21

Gli amici intercontinentali

Gli amici intercontinentali La diva di Hollywood Shelley Winters o l'attore italiano Vittorio Gassman avevano deciso, dopo una visione lunare della via Appia Antica, che chi dei due si fosse liberato per primo del propri impegni avrebbe raggiunto…
U. d. F., «Tempo», anno XIV, n.6, 9 febbraio 1951
735
15 Giu 24

Lo zampino di De Sica in un film comico

Lo zampino di De Sica in un film comico Noi Donne segue da vicino la produzione cinematografica nazionale e non ha mai mancato di segnalare quei films che, per le più diverse ragioni, contengono o sembrano contenere, già in fase di realizzazione,…
«Noi donne», anno VI, n.2, 14 gennaio 1951
159
09 Giu 21

Vittorio De Sica il regista più discusso

Vittorio De Sica il regista più discusso Dopo il primo successo lo rinchiusero in cella di rigore PRIMA PARTE * De Sica recitò la prima volta nella filodrammatica del 1° granatieri. Fu un successone: lo chiamarono venti volte alla ribalta. Ma,…
Giorgio Prosperi, «La Settimana Incom Illustrata», 1951
1399

A cena col vecchio Varietà

A cena col vecchio Varietà Dopo un’ora tutti applaudirono gli spaghetti. Quei «tutti» erano gli accademici della Foppa, gli invitati, i curiosi e i festeggiati, gli attori rimasti a rappresentare le glorie di mezzo secolo di café-chantant.…
Alfredo Panicucci, «Epoca», anno II, n.27, 14 aprile 1951
1142
15 Giu 24

Lo sceicco bianco

Lo sceicco bianco Roma, novembre Ogni regista, si capisce, ha un suo particolare modo di dirigere gli attori, di manovrare, dietro la macchina da presa, le comparse e i generici, di comporre la scena di un film. C’è chi si sbraccia e mette a dura…
Massimo Mida, «Noi donne», anno VI, n.48, 9 dicembre 1951
165
30 Giu 21

Trenta e lode a De Sica

Trenta e lode a De Sica Roma, maggio La mattina del 29 aprile scorso il professor Carlo Battisti si svegliò in un albergo di Roma. Era partito da Firenze la sera avanti, chiamato dal ministero della Pubblica Istruzione per esaminare alcuni candidati…
«L'Europeo», anno VII, n.21, 20 maggio 1951
770
02 Lug 21

Con 12 teste in scena la censura preventiva

Con 12 teste in scena la censura preventiva La stampa per i ragazzi e per gli adolescenti. È necessario che, prima di decidere sul disegno di legge, Senatori e Deputati si rendano conto dei problemi tecnici relativi ai modernissimi procedimenti…
«Epoca», anno II, 1951
933
15 Giu 24

De Sica sotto casa nostra

De Sica sotto casa nostra Non c’è stato bisogno di andarlo a cercare, Vittorio De Sica; si può dire che sia venuto lui da «Noi donne», proprio sotto la finestra della nostra redazione che dà sulla bella piazza del Pantheon. E’ lì che lo abbiamo…
Lorenzo Quaglietti, «Noi donne», anno VI, n.29, 22 luglio 1951
129
10 Ago 21

Profilo di Anna Maria Ferrero

Profilo di Anna Maria Ferrero È la più giovane attrice italiana presente a questa XII Mostra d'arte cinematografica. Sullo schermo non si proietta nessun film da lei interpretato, ma Anna Maria assiste ogni sera alle proiezioni del Palazzo del…
«Epoca», anno II, 8 settembre 1951
1005
20 Ago 21

Pazza Delia Scala per il ballo

Pazza Delia Scala per il ballo A sette anni Delia Scala era considerata una bambina prodigio. Aveva l’istinto del ballo. Vorrebbe poter fare dei film come attrice e come ballerina. Delia Scala invidia Moira Shearer e la fortuna che l’ha portata a…
Domenico Meccoli, «Epoca», anno XIII, 19 maggio 1951
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07 Dic 23

La Signorina Snob ha conquistato Parigi

La Signorina Snob ha conquistato Parigi Franca Valeri e i suoi due compagni Alberto Bonucci e Vittorio Caprioli mandano in visibilio i parigini recitando in un teatro del quartiere latino sketchs umoristici fondati sulla mimica PARIGI, febbraio…
Emilio Springolo, «Settimo Giorno», anno IV, n.8, 22 febbraio 1951
167
21 Lug 21

Il signor Errepi, lo Ziegfield italiano

Il signor Errepi, lo Ziegfield italiano Remigio Paone è il più intraprendente impresario teatrale italiano. Ha lanciato Vivi Gioi e Olga Villi, ha portato in Italia Chévalier, Joséphine Baker e la Dunham e fatto conoscere in America il nostro…
Vincenzo Sinisgalli, «Epoca», anno II, n.22, 10 marzo 1951
783
30 Nov 23

Wanda Osiris e la rivista della censura

Wanda Osiris e la rivista della censura "Galanteria" di Wanda Osiris dopo la correzione è irriconoscibile: per fortuna le modifiche fanno ridere. Già era stata fissata la sera per la «prima» di Galanteria, quando V ufficio censura — ponendo il veto…
Carlo A. Giovetti, «Settimo Giorno», anno VI, n.40, 4 ottobre 1951
293

Mitri campione del mondo della felicità coniugale

Mitri campione del mondo della felicità coniugale La vita privata di Mitri, ex campione europeo dei pesi medi, non conferma la voce corrente che insinua una decisa preferenza del pugilatore per le carezze della moglie, Miss Italia 1948, ai pugni…
Furio Fasolo, «Epoca», anno II, n.24, 24 marzo 1951
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Gianna Maria Canale: i ceffoni l'hanno portata a Hollywood

Gianna Maria Canale: i ceffoni l'hanno portata a Hollywood Gianna Maria Canale è rimasta in California tre mesi senza incontrare mai nessuno degli attori italiani che lavorano laggiù. Prima di ripartire Sam Goldwyn le ha detto: «Cercheremo di fare…
Domenico Meccoli, «Epoca», n. 17, 3 febbraio 1951
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18 Ago 21

Ingrid e Roberto oggi ciak

Ingrid e Roberto oggi ciak Tre liberali sono stati necessari per crea una perfetta figura di comunista nel nuovo film “Europa ’51” che Rossellini gira a Roma Da quattro giorni Ingrid Bergman era nervosa, ogni giorno e ogni ora più nervosa. Finché…
Domenico Meccoli, «Epoca», anno II, n.56, 3 novembre 1951
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27 Lug 21

Carnera lottatore 1951

Carnera lottatore 1951 Un ventennio di fatiche d'Ercole. Prima di venire in Italia, il gigante è stato avvistato - è proprio il caso di dire - a Vienna. Nella città del «terzo uomo», tra inglesi francesi americani, Primo ha fatto il quarto, il…
Bruno Roghi, «Epoca», anno II, n.55, 27 ottobre 1951
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27 Mag 24

Elsa Merlini: «ho ricaricato la mia vita»

Elsa Merlini: «ho ricaricato la mia vita» Una zingara di Parigi ha ridato alla Merlini la voglia di recitare Roma, aprile Sul caminetto del salotto nell’appartamentino che Elsa Merlini ha preso in affitto da qualche mese in via Taro c'è una piccola…
Flora Antonioni, «L'Europeo», anno VII, n.16, 15 aprile 1951
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31 Mag 24

Dieci abiti per una sera

Dieci abiti per una sera «Chi volete mai che mi sposi?», dice Elena Giusti, mentre in camerino si circonda gli occhi con l'ombretta grassa oltremare. «Faccio paura agli uomini perchè sarei una moglie troppo costosa. Pensate che ho dieci…
Antonia Piva, «Settimo Giorno», anno IV, n.3, 18 gennaio 1951
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05 Lug 25

La tonaca di Don Camillo sarà indossata da Fernandel

La tonaca di Don Camillo sarà indossata da Fernandel Il regista Julien Duvivier girerà in Emilia un film tratto dal popolare libro di Giovanni Guareschi Parma, agosto Giorni or sono il regista francese Julien Duvivier fermò la sua automobile nella…
Jacopo Rizza, «Oggi», 18 agosto 1951
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Riferimenti e bibliografie:

Sintesi delle notizie estrapolate dagli archivi storici dei seguenti quotidiani e periodici:

  • La Stampa
  • La Nuova Stampa
  • Stampa Sera
  • Nuova Stampa Sera
  • Il Messaggero
  • Corriere della Sera
  • Corriere d'Informazione
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