Otto Natalino (Codognotto Natale)

Natalino Otto

Pseudonimo di Natale Codognotto (Cogoleto, 24 dicembre 1912 – Milano, 4 ottobre 1969), è stato un cantante, produttore discografico ed editore di brani musicali in italiano, iniziatore del genere swing in Italia.

Biografia

Iniziò come cantante e musicista nei locali della sua regione, la Liguria, ma - come accadrà poi ad altri suoi colleghi genovesi (da Joe Sentieri fino ai moderni cantautori) la gavetta dovette farla emigrando, nel suo caso per esibirsi durante gli anni trenta a bordo dei transatlantici che facevano la spola tra l'Europa e il nord America. Questa esperienza gli fece conoscere la musica d'oltreoceano, i nuovi generi musicali jazz e swing.

Debutto alla radio americana

Nel 1934 fu scritturato da un'emittente radiofonica italo-americana di New York. Rientrato in Italia nel 1935, Otto propose, dopo qualche anno, un repertorio innovativo fortemente ispirato alla musica americana del periodo, ma si dovette scontrare con la realtà italiana, dove ogni suggestione esterofila era vietata. Fu costretto a cambiare i titoli di alcune canzoni: Saint Louis Blues fu tradotto letteralmente in Le tristezze di San Luigi (o di St. Louis, secondo le versioni), Mister Paganini divenne Maestro Paganini. L'EIAR, l'ente radiofonico di stato, non trasmetteva i suoi pezzi, definiti "barbara antimusica negra".

Escluso dalla radio, il cantante ligure si dedicò alle molte incisioni discografiche e ai molti spettacoli teatrali, sempre in stretta collaborazione con l'orchestra del grande Gorni Kramer . In poco tempo riuscì a conquistare il pubblico attraverso i suoi dischi: caso raro, se non unico per l'epoca, di un cantante arrivato al successo senza passare per la radio. I suoi pezzi swing facevano ballare gli italiani, e gli meritarono il titolo di "Re del ritmo". Otto si inserì nel filone musicale inaugurato in Italia dalla etichetta Fonit, che in barba alle disposizioni del regime Fascista, tentava di importare musica d'oltreoceano "proibita" e di riproporla anche in versione italianizzata.[1]

Cinema e Festival di Sanremo

Anche il cinema lo volle, riservandogli ruoli di cantante in alcuni film. Fu il protagonista di Tutta la città canta diretto da Riccardo Freda nel 1943. Partecipò anche a La casa senza tempo e a Carosello del varietà.

Negli anni cinquanta Natalino Otto partecipò a cinque edizioni del Festival di Sanremo. Nel 1954 si piazzò al quarto posto con Notturno. Il suo miglior piazzamento fu il terzo posto nel 1955 con il brano Canto nella valle. Nello stesso anno si sposò con la cantante Flo Sandon's.

Gli anni sessanta e la morte

Nel 1960 affiancò, all'attività di cantante, oltre a quella già esistente di editore musicale, dal 1950, quella di produttore discografico, fondando l'etichetta Telerecord e dedicandosi anche all'organizzazione di spettacoli e alla ricerca di materiale musicale dimenticato; ripubblica inoltre con la sua casa discografica nuovi arrangiamenti delle sue vecchie canzoni, reincise con i Gentlemen, che diventa il suo complesso ed è costituito da Pupo De Luca alla batteria, Paolo Salonia oppure Giorgio Azzolini al basso, Franco Cerri oppure Alberto Pizzigoni alla chitarra, Enrico Intra al piano, Giancarlo Barigozzi al flauto e Glauco Masetti al sax.

Muore nell'ottobre 1969 all'età di 57 anni, stroncato da un secondo attacco cardiaco dopo essere stato colpito da infarto una settimana prima[2].

Un repertorio di oltre duemila motivi

Natalino Otto fu un cantante molto prolifico. Arrivò a incidere oltre duemila canzoni. Tra quelle di maggior successo, "Biriei", il suo brano di esordio, Ho un sassolino nella scarpa, Mamma voglio anch'io la fidanzata (il cui ritornello è stato campionato nel brano rap degli Articolo 31 La fidanzata), Birimbo birambo, Mister Paganini, Polvere di stelle (di cui incise anche una seconda versione nel 1960), Op op trotta cavallino, Natalino studia canto, Lungo il viale, La classe degli asini, No Jazz, Fidanzatina, Laura (ottima versione con i Gentlemen sempre nel 1960) e, quale tributo in lingua genovese (come autori la coppia Reverberi - Calabrese) ricordiamo Baexinna del 1965.

Il pianista Italo Salizzato inciderà nel 1983 per le edizioni Gustavo Gori la sua composizione intitolata "A spasso con Natalino Otto" a Lui dedicata.

Nel 2007 il cantautore romano Pierluigi "Piji" Siciliani gli ha dedicato il brano L'Ottovolante, che ha vinto l'edizione 2007 del Premio "L'Isola che non c'era" e il IX Premio "Un giorno insieme - Augusto Daolio - Città di Sulmona".

Nel 2011 la figlia Silvia raccoglie i taccuini e le memorie del padre Natalino in un libro dal titolo "Vendo ritmo - Natalino Otto 40+1 anni dopo" (Edizioni Sabinae, 2011), in vendita con due CD, 50 brani rimasterizzati (di cui 5 dedicati a Flo Sandon's quale mini-tributo musicale) e un DVD strutturato come se fosse un docufilm sulla vita dell'artista.

Filmografia

Gli ultimi giorni di Pompeo, regia di Mario Mattoli (1937)
La casa senza tempo, regia di Andrea Della Sabbia (1945)
Tutta la città canta, regia di Riccardo Freda (1945)
Destinazione Sanremo, regia di Domenico Paolella (1959)

Note

^ Roberto Leydi, Canzoni italiane, Fabbri Editori, 1994, Vol. II, pag.205-216
^ Morto a 57 anni Natalino Otto il primo cantante ritmico italiano Archiviolastampa.it


Galleria fotografica e stampa dell'epoca

1949 Artisti e stelle della radio Natalino Otto intro

Genova o Cogoleto? Quale di queste due città ha dato i natali a Cristoforo Colombo? La questione è ancora controversa. Risulta, invece, in modo inoppugnabile. che a Cogoleto è nato Nata-lino Otto : esattamente trentaquattro anni or sono.

Non tutti però sanno che anch’egli è stato un grande navigatore; anzi, mentre Cristoforo traversò appena otto volte l’Oceano Atlantico nei due sensi, il nostro Natalino può vantare complessivamente ben trentaquattro traversate, non sulla «Santa Maria». sulla «Nina» o sulla «Pinta». ma sul «Conte di Savoia». Aveva appena quattordici anni quando s’imbarcò come suonatore di a jazz» sul grande transatlantico, diretto a Nuova York. Perchè Natalino non era che un semplice batterista, lontanissimo dall'immaginare che un giorno sarebbe diventato «l’astro che canta ed incanta».

Egli, infatti, non aveva mai cantato e non aveva nessuna intenzione di cantare. Fu durante una stagione balneare, a Savona, che il caso lo portò a scoprire la sua vera inclinazione e il suo vero talento. Il proprietario del locale in cui Natalino suonava in un'orchestra di «jazz», pretendeva che il batterista cantasse, pena il licenziamento.

— Ma io non ho mai cantato.
— Non ha mai cantato? S’arrangi.

E Natalino s'arrangiò. Con molto coraggio, grondando sudore, si mise a cantare dinanzi ad uno spensierato eppure esigente pubblico di villeggianti. Fu una rivelazione: cantò una qualsiasi canzone allora di moda, che si infiorò. sulle sue labbra, delle più lievi e impensate sfumature.

— Sciagurato! E avevi paura di cantare! — gli dissero ad una voce i suoi compagni di orchestra. Ma i! suo primo vero e grande successo l’ottenne a Firenze, al teatro «Verdi». in uno spettacolo in cui erano in programma i più grandi nomi di allora. Egli faceva sempre il batterista; ma non appena il pubblico lo sentì, non volle più saperne degli altri: un entusiasmo spontaneo, travolgente, salutò la voce calda e appassionata di quell’ancora sconosciuto cantante. E da allora Natalino lasciò per sempre lo «jazz» per dedicarsi soltanto alla canzone, educando sempre più la sua voce, dando sempre un maggior respiro e una maggiore originalità alle sue interpretazioni. Un pregevole aspetto del carattere di Natalino Otto è la modestia. Egli non si è mai lasciato esaltare dal successo, non ha mai assunto le insopportabili pose del «divo», ha accolto sempre i suoi trionfi con un’ammirevole calma, arrivando perfino a meravigliarsi delle interminabili ovazioni ottenute in un indimenticabile spettacolo ERREPI’, «Edizione straordinaria 1943», a cui partecipavano tutte le più grandi attrazioni del varietà italiano, tutte le più grandi vedette del cinema e i nomi più popolari della radio, cantanti e direttori d’orchestra.

Da nove anni Natalino Otto incide per la «Fonit» ed è da sei anni il cantante che incide e che vende di più.

Ha girato con Nino Taranto e Vivi Gioi il film «Tutta la città canta» ed ha interpretato nel film «Musica maestro» di Disney la famosa canzone «Tres palabras». Vive a Milano, dove è reperibile in Via Gonzaga. 4. presso gli uffici della «Fonit».

«Assi e stelle della Radio», 1949


1942 Canzoniere della Radio Natalino Otto mini
"Natalino Otto", «Canzoniere della Radio», n.37, 1 giugno 1942


1957 Noi donne Natalino Otto Flo Sandons intro

Da anni Natalino Otto cercava una "voce" femminile che potesse accompagnarsi alla sua: trovando Fio Sandon’s trovò anche l'amore

Li avevo visti per l’ultima volta esattamente due anni fa. Ripetevano con disinvoltura: «Il matrimonio ? Non se ne parla per ora. Abbiamo troppi impegni di lavoro. Forse in autunno...». E la risposta sembrava plausibile. Senonchè, a trascorrere con loro due o tre ore, si coglieva una certa impressione di nervosismo, di preparativi frettolosi, quasi di ansietà. Alla fine compresero che potevano fidarsi; mi dissero: «Sì, ci sposiamo prestissimo, il primo giugno: ma... acqua in bocca...». E così riuscirono a realizzare la loro semplice aspirazione: una cerimonia breve davanti ai soli intimi, una colazione familiare, un viaggio di nozze che passò inosservato. Le partecipazioni, che giunsero a tutti inattese un paio di giorni dopo, portavano scritto nel solito carattere di ogni usuale partecipazione: «La signora e il signor Codognotto annunciano il matrimonio del loro figlio Natale con la signorina Mammola Sandon. La signora e il signor Sandon annunciano il matrimonio della loro figlia Mammola con il signor Natale Codognotto». I biglietti da visita con cui gli sposi risposero successivamente alle centinaia di messaggi augurali giunti da ogni dove recavano questa intestazione: «Natale e Mammola Codognotto». Anche i loro nomi d’arte avevano messi da parte per l’occasione.

Al matrimonio erano andati incontro con estrema serietà dopo un periodo di fidanzamento ragionevolmente lungo. A chi se ne stupiva Natalino era solito rispondere. «Ma perchè dovremmo fare le cose in fretta ? Non siamo come tutti gli altri, noi ? Non abbiamo diritto, come tutti, a mettere su una casa prima di sposarci ?». E Fio: «Se dovessi iniziare la mia vita coniugale in albergo non mi sembrerebbe nemmeno di essere sposata. Perchè vi ostinate a considerarci diversi dagli altri ?». Si irritavano, a volte. Quando finalmente poterono fissare con una certa prospettiva di stabilità la propria residenza (per un lungo periodo gli impegni artistici li avevano obbligati a spostare spesso le tende da Torino a Milano, da Milano a Roma, da Roma a Torino e così via), acquistarono un appartamento tra Porta Romana a Porta Vigentina a Milano: poi scelsero il mobilio e provvidero a tutto, dalle prese di corrente al bollitore per il latte. Infine pensarono al corredo e il primo giugno 1955, a Roma, con una cerimonia estremamente semplice divennero marito e moglie.

Si volevano un bene dell’anima e lo dichiaravano con naturalezza. Lui. Natalino, era stato fino a due anni prima uno scapolo convinto. Non che disprezzasse il matrimonio: tutt’altro. Solo, non era mai riuscito a trovare «l’anima gemella». Su questo punto non era disposto ad adattarsi.

Fu nel ’53 che cominciarono a lavorare insieme. Da almeno dieci anni Natalino Otto cercava una voce femminile che potesse accompagnarsi alla sua. Non era facile: fino a quel momento anzi l’impresa si era dimostrata impossibile. Come tutti sanno. Natalino ha un particolare tipo di voce che abbraccia, come si dice, ogni genere di canzone. Qualcosa l’aveva colpito di Flo e volle provare. Il risultato fu superiore a ogni previsione. Duttile e artisticamente versatile, la cantante si dimostrò ben presto all’altezza della situazione. Così nacque la coppia Natalino Otto - Fio Sandon’s che il il pubblico accolse con tanto favore.

Quando cominciarono ad amarsi ? Un poco per volta, forse, così come un poco per volta le loro voci si amalgamavano.

1957 Noi donne Natalino Otto Flo Sandons f1

Si avviarono al matrimonio serenamente, in pieno ottimismo. E oggi, a quasi due anni dalle nozze, Fio vi confida sorridendo: «Sono molto felice. Mi sembra di aver sempre vissuto con Natalino; a volte mi sorprendo a pensare che c’è stato un tempo in cui ero sola e mi pare incredibile».

La piccola Silvia è arrivata dopo circa undici mesi di matrimonio, accolta con immensa gioia. Speravano tutti e due che fosse una femminuccia ma non osavano dirlo, per scaramanzia. E fu una femminuccia. Fio non si allontanò da lei finché non ebbe otto mesi, tutto il periodo dell’allattamento. Accettò di partecipare al festival di Sanremo solo perchè la piccola poteva essere svezzata senza difficoltà.

Ora hanno ripreso il loro lavoro: registrazioni, veglie, spettacoli, dischi. «Troppo — dice Fio — Spesso non vedo la mia bambina per un giorno intero e anche per due, tre giorni. Ma come fare ?». Lei e Natalino ricevono ogni giorno offerte allettanti da impresari d’Europa e d’America: Stati Uniti. Canadà. Portogallo, Messico, Svezia. Occasioni d’oro, che rifiutano senza esitazione. Dicono: «Se ne riparlerà quando Silvia avrà almeno due anni». E stanno organizzando un programma estivo più modesto ma che possa consentir loro di non allontanarsi dalla bambina. Pensano di accettare una serie di impegni sulla costa adriatica o sulla costa tirrenica: stabiliranno la base in un centro dove Silvia possa trascorrere con profitto la propria villeggiatura e loro si sposteranno ogni giorno verso una località o l’altra. Intanto stanno completando le registrazioni con l’orchestra Trovajoli: si tratta di una serie di trasmissioni intitolata «Sulle spiagge della luna» che andrà in onda verso giugno e durerà praticamente tutta l’estate.

Com’è Silvia ? Una piccina graziosa che ha cominciato a camminare quando aveva appena dieci mesi e mezzo. Sempre sorridente, sempre serena. Affettuosissima con tutti, ma in particolare con il suo papà che adora. Rassomiglia a entrambi i genitori, fisicamente e forse anche nel temperamento. La sua caratteristica più singolare sono gli splendidi occhi di un colore irripetibile: il grigio intenso degli occhi di Natalino.

Cate Messina, «Noi donne», 1957


1957 Noi donne Natalino Otto Flo Sandons 2 intro

Un consiglio alle ragazze : non inseguite il miraggio del matrimonio come sistemazione. Sappiate aspettare il vero amore.

Qualche volta mi sorprendo a pensare che c’è stato un tempo della mia vita (un lungo lunghissimo tempo, praticamente da quando sono nata fino a qualche anno la) in cui Natalino per me non esisteva: e mi sembra incredibile. Se dovessi tornare a nascere e potessi formulare preventivamente un desiderio, sapete cosa chiederei ? Di vedere la luce in un luogo qualsiasi dove vivesse anche Natalino. Vorrei essere sua compagna di giochi, sua compagna di scuola, sua compagna di adolescenza; vorrei che il significato della parola «amore» ci losse improvvisamente chiaro per la prima volta, una sera dei nostri sedici o diciotto armi, come una rivelazione inattesa che interrompesse il nostro ultimo sereno gioco di ragazzi. E poi, s’inten. de, vorrei essere la sua fidanzata, sua moglie, la mamma dei suoi figli; e anche la sua compagna d’arte. Perchè tutto il tempo che ho trascorso lontano da lui, prima di conoscerlo, mi pare tempo perduto, inutile.

Ci vogliamo molto bene. Questo sentimento che il matrimonio non ha affatto logorato, ma che anzi ha rafforzato, noi siamo in grado di apprezzarlo pienamente forse soprattutto perchè a realizzare una simile felicità tendevamo fin da prima di conoscerci. Ci aspettavamo, ecco tutto. Sognavamo un’unione perfetta: a questa aspirazione io non avrei rinunciato nemmeno se i quaranta o i cinquant’anni mi avessero trovata ancora sola. E così Natalino che detestava l’idea di un’unione mediocre.

Io cercavo il «mio» uomo, lui cercava la «sua» donna: ed era un’attesa serena, fiduciosa. Quando ci incontrammo per la prima volta scambiammo qualche parola su un sottofondo di musica, proprio come accade nei film allorché i protagonisti, destinati al bacio finale, appaiono per la prima volta insieme sullo schermo; malgrado ciò quell’incontro non aveva, almeno all’apparenza, nulla di fatale: il sottofondo di musica era giustificato dal fatto che ci trovavamo in un auditorio di radio Milano. Si era nel 1948. Lui era già Natalino Otto, il cantante dei record (massimo numero di canzoni incise, massimo numero di dischi venduti) ed era anche il mio idolo da diversi anni.

Non potei, fare a meno di dirglielo: «Ho tutti i suoi dischi, sa ?». Ma Natalino rispose distrattamente: «Davvero? E lei che fa?». Io cantavo; avevo al mio attivo una discreta carriera nei night-clubs e le prime registrazioni con l’orchestra Zeme erano già in onda. Non le aveva mai ascoltate. Ora ero lì per registrare con il maestro Kramer, insieme a Natalino Otto, per la prima volta. Mi tremavano un poco le gambe e lui non mi confortò affatto. Dovetti fare un notevole sforzo per tirar fuori la mia voce quando fu il mio turno. Natalino, in una poltrona dell’auditorio, seguì la prova; poi si alzò, disse «Buona sera» e uscì. Avevo tanto sperato di ottenere un giudizio favorevole da lui...

1957 Noi donne Natalino Otto Flo Sandons 2 f1

Le registrazioni durarono alcuni giorni e mai Natalino fece un commento sulla mia voce, sul mio stile. L’ultima sera salutò brevemente e se ne andò, come sempre. Avrei voluto corrergli dietro, chiedergli quel parere al quale tanto tenevo; forse qualcuno lo capì e questo qualcuno era un orchestrale che mi venne vicino: «Lo sa, signorina, che Natalino Otto dice gran bene di lei ? Ha fatto degli apprezzamenti molto lusinghieri; dice che le manca solo un poco di maturità per divenire una delle migliori cantanti italiane...». Vivevamo tutti e due a Milano ma non ci incontrammo mai; eppure, nello sforzo che feci per studiare, per migliorare il mio stile, mi sorrideva il pensiero che lui mi avrebbe apprezzata di più.

Dovevano passare ben tre o quattro armi perchè ci incontrassimo di nuovo. A-vevo già vinto il mio Microfono d’argento quando ci ritrovammo nella sede di Radio Roma. Fu un incontro assai cordiale, Al bar, Natalino si versò sulla giacca qualcosa; uscimmo, comperammo uno smacchiato-re e io gli tolsi la traccia dal vestito. Era una bellissima mattinata. Natalino disse: «L’ascolto sempre per radio, lei è divenuta veramente brava». Poi, senza accorgercene, cominciammo a darci del tu; e mi disse sorridendo: «Sei anche molto graziosa, sei più donna, ora...».

Poi passò un altro anno. Sanremo 1953: lui non partecipava al festival; mostrava interesse per qualche bella donna e io mi accorsi che questo mi dispiaceva, ma fece per me un incredibile «tifo». Qualche tempo dopo la sorte ci mise nuovamente vicini, per le «Dieci canzoni gaie da salvare» e, più tardi, per il «Grillo canterino» a Firenze. Facemmo il viaggio insieme e insieme trascorremmo parecchie ore in quella breve trasferta. Parlammo molto, ciascuno di se stesso, con una confidenza che non avevamo mai provato per altri. Forse fu allora che davvero cominciammo a volerci bene, ma ce lo dicemmo più tardi quando ci trovammo a Sanremo per il festiva) 1954.

Abbiamo celebrato il nostro matrimonio segreta-mente, alla presenza dei soli intimi, nel giugno 1955. Volevamo essere soli e sereni nel giorno della nostra grande felicità. Un breve viaggio di nozze, poi il consueto lavoro che ci sembra più bello da quando lo facciamo insieme. Andiamo molto d’accordo. Non abbiamo sempre gli stessi gusti e gli stessi desideri, ma cerchiamo di venirci incontro; così pian piano ciascuno di noi ha imparato ad amare le cose che l’altro ama. Ci consultiamo sempre qualunque decisione ci sia da prendere. La nostra piccola Silvia è venuta presto a rendere completo il quadro della nostra felicità. Ora ha quindici mesi. Stiamo con lei più che possiamo e ogni suo gesto, ogni sua nuova parola, ogni sua piccola monelleria, sono avvenimenti che ci riempiono il cuore di tenerezza.

Se posso dare un consiglio alle ragazze è questo: non inseguite il miraggio del matrimonio per una rapida «sistemazione»; createvi un’indipendenza economica col lavoro e preparatevi a un’attesa che potrà anche non essere breve. Aspettate il «vostro» uomo. Così saprete quanto la vita può essere bella.

Flo Sandon's, «Noi donne», 1957


«Radiocorriere TV», giugno 1967 - Natalino Otto



Riferimenti e bibliografie:

  • Discografia di Natalino Otto.
  • Getty Images

Collegamenti esterni

  • Natalino Otto, su Internet Movie Database, IMDb.com
  • Natalino Otto, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation
  • AA. VV. (a cura di Gino Castaldo), "Dizionario della canzone italiana", Roma, Armando Curcio Editore, 1990, alla voce "Otto, Natalino", di Enzo Giannelli. pagg. 1244-1248.
  • Sito web ufficiale dedicato a Natalino Otto, gestito dalla figlia Silvia (tramite la sua agenzia Company of Arts / The Dreambuster), con file audio e video (attualmente disattivato)
  • Piccola galleria dello swing italiano, su presenza.com
  • Natalino Otto, un cantante dimenticato con file audio
  • Associazione Cogoleto Otto (A.C.C.O) dedicata a Natalino Otto, su a-c-c-o.it
  • «Assi e stelle della Radio», 1949