L'anno terribile di Delia Scala

Delia Scala

Chiamata alla TV dopo una estenuante stagione cinematografica e teatrale, l'attrice che non vuol essere classificata tra le “maggiorate fisiche" è decisa a continuare la sua battaglia per essere sul palcoscenico e sullo schermo veramente se stessa.

Roma, maggio

Su un mobile d’angolo della casa di Delia Scala a Roma c’è in bella vista, una sua fotografia guancia a guancia con una celeberrima diva dello schermo. La fotografia fu scattata l’anno scorso nel camerino di Delia, durante un "entr’acte" della rivista "Giove in doppiopetto". E la diva vi appare in una impeccabile scollatura da sera, con una pettinatura inappuntabile, mentre la Scala, spettinata come il suo solito, indossa una semplicissima, farmliare, vestaglia di lana. Era presente quel a sera, come sempre, la madre di Delia la quale non potè trattenersi dal prendere in disparte la figlia e dal suggerirle con aria di dolce rimprovero: «Ma ti pare, Delia, di farti fotografare, così, con questa vestaglia, vicino a lei?». Delia, che pure tiene moltissimo al giudizio di sua madre, più ancora che al giudizio dei critici, quella volta sollevò gli occhi verso di lei e calmissima rispose: «Mamma, io sono io». E tenne la vestaglia.

1956 05 31 Tempo Delia Scala f1DELIA SCALA in una foto ripresa, come altre di questo servizio, sull'Appia antica. L’attrice è attualmente impegnata con la televisione per le trasmissioni dello spettacolo di varietà intitolato "Lui e lei”, del quale verranno messe in onda complessivamente otto puntate. Delia Scala non ha però firmato contratti a termine con la TV: firma per ogni trasmissione.

«Io sono io», in questa frase c’è quasi tutta Delia Scala: c’è il suo carattere sbarazzino e fermo, la sua tenacia instancabile, nel lavorare per ore ed ore di seguito senza far vista di stancarsi, c’è il segreto del suo successo, perchè non si può credere di poter inventare un nuovo tipo di "soubrette” senza una spiccata personalità quando è tanto più facile battere le solite strade; c’è, e questo è veramente privilegio di pochi, la spiegazione del perchè essa sia riuscita a realizzare, dopo il lungo intermezzo cinematografico, quella che era stata la vocazione della sua prima adolescenza.

Quando si chiamava Odette Bedogni e aveva otto anni e mezzo, Delia si iscrisse alla scuola di ballo della Scala, perchè aveva orecchio, buoni muscoli e voleva a tutti i costi diventare ballerina: per sette anni prese lezioni da Ettorina Mazzucchelli. Studiò con gioia e prese parte anche a diversi spettacoli alla Scala, ma quello che più le è rimasto impresso nella memoria è il ricordo del giro compiuto attraverso la Lombardia con la compagnia dei piccoli artisti lirici. Lo spettacolo della compagnia era reclamizzato da un volantino pubblicitario blu: «Soffiate su questo quadrato blu», si leggeva, «se esso diventa rosso correte immediatamente dal medico, se rimane blu andate a vedere la compagnia del maestro Luigi Valeri, con la partecipazione della piccola bimba prodigio Odette Bedogni». La guerra interruppe lo studio regolare, lo sfollamento portò Delia lontano dalla Scala, e risale ad allora, essa aveva sedici anni, quello che oggi considera il più malinconico errore della sua vita: il matrimonio con un capitano inglese, con il quale andò a vivere in una villa a Viareggio. Fu un classico "matrimonio di guerra”, che durò appena lo spazio di un anno: Delia rimasta sola, raggiunse la famiglia trasferitasi a Roma e di lì a poco si affacciò, con tutta l’irruenza che le è propria, sulla ribalta del cinema. Vinse, nello stesso anno, due concorsi, uno per il quale fu scritturata da una Casa cinematografica con un contratto di tre anni, e uno per una parte in un film cui partecipava una celebre attrice. Poteva dirsi soddisfatta, i suoi amici si rallegravano con lei.

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TERMINATI gli impegni televisivi (che si protrarranno ancora per un mese e mezzo circa), Delia Scala esaminerà la possibilità di riprendere la carriera cinematografica. Ha un'opzione per un film da girare in Francia, dove di recente ha terminato di interpretare, a fianco di Jean Marais e di Kerima, "Fuga nel sole". Nelle due foto sopra, l’attrice è nella sua casa romana di via Ermete Novelli della quale circa tre mesi fa ha rinnovato l'arredamento.

Una mattina uscì di casa con il pacchetto dei vestiti che doveva indossare nel film e raggiunse la "troupe” sul luogo di lavorazione: era piena di curiosità, di timori, e di speranze. Ma non appena la protagonista, che è poi l’attrice che Delia ancora oggi stima sopra tutte le altre, la vide, ebbe uno scatto di nervi. «Se prendete lei» disse, «non contate più su di me». Nè ci fu verso di farle mutare opinione: Delia fu esclusa. Per lei furono pianti a non finire, tanto che il regista, che era Luigi Zampa, le promise, un po’ per compassione un po’ perchè aveva stima di lei avendola prescelta fra tante, di offrirle una parte nel suo prossimo film. Mantenne infatti la promessa, quando diresse "Anni diffìcili”, nel quale a Delia toccò la parte della giovane fascista sfegatata. Fu il .suo primo film, il primo di una lunghissima serie: da allora, eravamo nel 1947, all’anno scorso, l'attrice ha interpretato ben 38 film ed è arrivata al punto, in un anno, di recitare in sette parti diverse: ma non per questo l’aspro senso di delusione per quella prima occasione mancata fu ripagato, anzi esso è rimasto per Delia un po’ come il simbolo di tante altre occasioni mancate. e della sua generale scontentezza nei confronti del cinema. Sono poche infatti le parti interpretate di cui Delia si dichiari veramente soddisfatta: la ballerinetta da avanspettacolo in "Vita da cani”, la cameriera affamata in "Roma, ore 11”, la ragazza incantata dai miraggi del cinema in "Opinione pubblica”, e qualche altro.

Dopo ogni nuovo successo, mano mano che la lista dei film aumentava, Delia si diceva: vedrai che adesso si sono accorti di te, vedrai che qualcuno ti viene a proporre di recitare in un vero film: ma gli anni passavano, le offerte giungevano puntuali e numerose, però sempre del medesimo tipo. Tanto che, anche di recente, l’attrice si è trovata nella imbarazzante situazione di dover polemizzare, in condizioni di evidente svantaggio, con i giornalisti francesi perchè, essi pure, persistevano a volerla classificare nella categoria delle "maggiorate fisiche”.

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Il suo passaggio dal cinema alla rivista, con quella specie di terremoto che ha provocato nel mondo dell’avanspettacolo, è il risultato di questo insoddisfacente consuntivo e la rivincita di una spiccata personalità di artista. Era vario tempo del resto che Garinei e Giovannini la tenevano d’occhio e l’impresario Trinca le faceva delle offerte: ma quello che più ha creduto in lei è stato Dapporto, il quale le ha insegnato con grande pazienza il mestiere trovando in Delia una allieva ideale, sensibile, entusiasta, lavoratrice. «Sembra» egli è solito dire, «di stare con la Wanda». Delia Scala, dal canto suo. con la sua apparenza di ragazzina tutto pepe, i suoi modi disinvolti e moderni anziché affettati e svenevoli, la sua terribile vitalità, e soprattutto la sua zazzeretta di capelli ispidi, lucidissimi, e dritti "come spaghetti”, ha compiuto il miracolo di regalare al nostro teatro di rivista un tipo nuovo e rivoluzionario di soubrette.

1956 05 31 Tempo Delia Scala f5IL TEATRO resta però sempre la passione dominante di Delia Scala. In agosto dovrà pensare alla riunione di una compagnia di rivista, per la quale è ora in trattative con Walter Chiari. Il copione dello spettacolo sarà di Garinei e Giovannini. Al cinema, l’attrice non pensa almeno per ora seriamente, anche perchè in Italia le sono state offerte parti inconsistenti.

1956 05 31 Tempo Delia Scala f6PER GLI IMPEGNI DI LAVORO, Delia Scala trascorre poco tempo a casa (e quest’anno "terribile”, ha detto l’attrice, meno che mai. Il miglior commento a questo fatto le è venuto da una sua nipotina, che le ha detto: «La nonna dice che hai rifatto a nuovo la tua casa: ma perchè, se non ci abiti?».

Gli effetti di questa "rivoluzione” si sono visti anche quest’anno: è forse la prima volta infatti che uno spettacolo di rivista in Italia viene ripetuto tale e quale due anni di seguito, e il merito di ciò va attribuito per buona parte alla presenza della diabolica ragazzata che, rimbalzando sul tino, arriva a far ben diciotto spaccate di seguito, che balla e canta, divertendosi pazzamente. La rivista di Giovannini e Garinei "Giove in doppiopetto”, battè un record nella scorsa stagione: tenne il cartellone per otto mesi. Quest’anno l’ha tenuto per poco meno, e ci sono state delle settimane che la compagnia è andata a debutto quattro giorni su sette. Alla fine, Delia, che è una ra-gazzetta minuta minuta, era ridotta uno stecco. Voleva prendersi un lungo meritato riposo quando l’hanno chiamata alla TV: ha finito con l’accettare ma non è stata contenta fino a quando, dopo la prima trasmissione di "Lui e lei”, sua madre non le ha detto che era stata proprio brava.

Stelio Martini, «Tempo», anno XVIII, n.22, 31 maggio 1956 - Fotografie di Paolo Costa


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Stelio Martini, «Tempo», anno XVIII, n.22, 31 maggio 1956 - Fotografie di Paolo Costa