Mangano Silvana

Silvana Mangano bio

(Roma, 23 aprile 1930 – Madrid, 16 dicembre 1989) è stata un'attrice cinematografica italiana.

Annoverata tra le maggiori attrici del cinema italiano, per le sue interpretazioni ha ottenuto tre David di Donatello e tre Nastri d'argento.

Biografia

Esordi

Figlia di un ferroviere originario di Petralia Soprana (in provincia di Palermo) e di una casalinga britannica (Ivy Webb, originaria di Croydon), sorella dell'attore Roy Mangano, iniziò a seguire alcuni corsi di danza classica a Milano presso Jia Ruskaja e fu notata dal famoso costumista francese Georges Armenkov. Dopo qualche titubanza la Mangano decise di partire per la Francia dove nel 1945 apparve come comparsa nel suo primo film: Le jugement dernier di René Chanas[1].

Ritornata in Italia, lavorò come indossatrice per l'atelier Mascetti[2]. A soli 16 anni, grazie alla sua bellezza scultorea, fu eletta Miss Roma 1946 ma all'ultimo momento non si presentò al concorso di Miss Italia 1947. Il titolo fu vinto da Lucia Bosè e a quella storica edizione parteciparono anche Gianna Maria Canale (seconda), Gina Lollobrigida (terza) ed Eleonora Rossi Drago (poi esclusa). Silvana venne comunque notata dal regista Mario Costa e ottenne piccolissimi ruoli in alcune pellicole come Il delitto di Giovanni Episcopo del 1947 di Alberto Lattuada in cui appare anche la Lollobrigida.

Nel frattempo, seguì un corso di recitazione incontrandovi Marcello Mastroianni, il suo primo grande amore; a proposito la Mangano disse anni dopo: "Ci conosciamo da sempre. A Roma da ragazzi abitavamo nello stesso quartiere, innamorati. Io sedici anni, lui ventidue. Marcello non lo ha mai dimenticato, anche perché una volta, mentre ci baciavamo su una panchina, sorprese un guardone; lo affrontò, gli tirò un pugno, quello si scansò... e Marcello colpì un tronco d'albero. Così, negli anni, ogni volta che quel pollice gli ha fatto male si è ricordato di me".

Riso amaro e il successo internazionale

La relazione con Mastroianni dura poco ma, appena diciottenne, la Mangano fu scelta da Giuseppe De Santis per il film neorealista Riso amaro (1949) con Vittorio Gassman, Raf Vallone e Doris Dowling. L'attrice si presentò al provino in mezzo a una folla di ragazze, ma il regista non ne scelse nessuna: nemmeno lei, che era troppo truccata e vestita in modo vistoso. Tempo dopo, passeggiando per via Veneto a Roma si scontrò col regista sotto la pioggia. Senza trucco, coi capelli bagnati e un aspetto dimesso colpì De Santis che la sottopose a un secondo provino. Così lei ottenne la parte della protagonista Silvana Meliga.

Durante le riprese, nell'estate 1948, conobbe il futuro marito, il produttore cinematografico Dino De Laurentiis. Il film ottenne un successo straordinario e la Mangano s'impose nel mondo del cinema, come sex symbol nazionale del dopoguerra. La sua immagine fiera e indolente della mondina, con la maglietta attillata e le calze nere a metà coscia, diventa un'icona del cinema italiano. Nel 1949 lavorò nuovamente con Gassman ne Il lupo della Sila tanto che alcune voci la volevano fidanzata con l'attore.

L'anno successivo girò Il brigante Musolino con Amedeo Nazzari. Arrivò il successo a livello internazionale e i critici americani la soprannominarono la Rita Hayworth italiana. La Mangano ricevette proposte da Hollywood e dal regista inglese Alexander Korda, ma le rifiutò. Nel frattempo sposò Dino De Laurentiis dal quale ebbe quattro figli: Veronica (futura attrice), Raffaella (futura produttrice), Federico (futuro regista) e Francesca.

Gli anni cinquanta e l'evoluzione dell'immagine

La Mangano gestì attentamente la sua carriera cinematografica ma non apparve mai sul palcoscenico o in lavori di prosa televisivi. Scelse buoni soggetti e si allontanò gradualmente dalla fisicità erotica dei suoi primi film a favore dell'eclettismo interpretativo, come per la ballerina di night-club che prenderà i voti nel film Anna di Alberto Lattuada (1951), primo film italiano a toccare il miliardo di lire d'incasso[3], nel quale balla il famoso El negro Zumbon (ricordato da Nanni Moretti a distanza di quarant'anni nel film Caro diario).

Nella sua prima co-produzione ad alto budget, Ulisse (1954) di Mario Camerini con Kirk Douglas e Anthony Quinn, l'attrice interpretò due personaggi, Penelope e la Maga Circe, e questo rappresentò la consacrazione a diva del cinema internazionale.

Ne L'oro di Napoli (1954) di Vittorio De Sica interpretò la prostituta nell'episodio di Teresa e in Mambo (1954) tornò al fianco di Gassman. Furono due grandi successi commerciali. Tuttavia la Mangano aveva un carattere indolente e desiderava trascorrere più tempo con i figli nella sua villa sull'Appia antica o in quella in Costa Azzurra. Di conseguenza lei annunciò più volte un precoce ritiro dalle scene e finì per rinunciare a numerosi film importanti compreso il ruolo della protagonista nel kolossal italo-statunitense Guerra e pace, prodotto dal marito (che dopo il suo rifiuto venne affidato ad Audrey Hepburn).

Grande risalto giornalistico ebbero nel 1956 le riprese del film Uomini e lupi, di Peppino De Santis, accanto a un ancora immaturo Yves Montand e all'esperto Guido Celano: durante una pausa della lavorazione, nelle montagne della Majella in Abruzzo, la Mangano fu assalita da uno dei lupi utilizzati per le scene, sfuggito al proprio domatore. Celano, rischiando coraggiosamente, riuscì a deviare l'aggressione dell'animale, che fu poi abbattuto da un cacciatore che si trovava nella zona.

Più volte rifiutò di lavorare al fianco di Mastroianni, mentre accettò La tempesta (1958). Inevitabile il confronto divistico tra la Mangano e il mito nascente di Sophia Loren, sostenuto da Carlo Ponti, in precedenza socio di De Laurentiis. A seguire lavorò in La diga sul Pacifico (1958), diretto da René Clément e tratto da un romanzo di Marguerite Duras, al fianco di Anthony Perkins e Alida Valli come cointerpreti. Dalla fine degli anni cinquanta, nonostante il carattere riservato, la Mangano si cimentò anche in ruoli di commedia, dando prova della sua versatilità nel ruolo della prostituta Costantina ne La grande guerra (1959) di Mario Monicelli, con Alberto Sordi e Vittorio Gassman, o in quello della popolana in Crimen (1960) di Mario Camerini.

Gli anni sessanta: le commedie e i film d'autore

Nel 1959 Federico Fellini le propose di recitare a fianco di Mastroianni ne La dolce vita ma De Laurentiis, forse per gelosia, la spinse a rifiutare la parte, che venne così interpretata da Anouk Aimée. A seguito del rifiuto di Gina Lollobrigida, la Mangano vestì i panni di una partigiana yugoslava che lotta contro i nazisti in Jovanka e le altre (1960) di Martin Ritt, accettando di tagliare a zero i suoi lunghi capelli per questo ruolo che le valse una copertina della rivista statunitense Life.

In seguito girò Il giudizio universale (1961), stringendo amicizia con Alberto Sordi, cui resterà affezionata per tutta la vita. Con la notevole interpretazione del personaggio di Edda Ciano nel film Il processo di Verona di Carlo Lizzani la Mangano iniziò a cimentarsi con ruoli sempre più tormentati, introspettivi e raffinati. Proseguì anche nella commedia, in coppia con Sordi, in La mia signora (1964) di Tinto Brass, prima che questi si dedicasse al genere erotico, e ne Il disco volante (1964), con Alessandro Blasetti in Io, io, io... e gli altri (1965) dove reincontrò Mastroianni e fu diretta sempre da Sordi nel satirico Scusi, lei è favorevole o contrario? (1966).

Pasolini e Visconti

Negli anni dal 1967 al 1974, Silvana Mangano ebbe opportunità di buon livello artistico con due maestri quali Pier Paolo Pasolini e Luchino Visconti, che avevano compreso e intuito il suo modo di recitare. Il marito produttore confezionò su misura per lei il film a episodi Le streghe (1967), sul cui set per la prima volta venne diretta dai due registi.

Fu poi una splendida Giocasta nel film Edipo re (1967), interpretò una madre borghese e disorientata in Teorema (1968) con Massimo Girotti e Terence Stamp, quindi una partecipazione straordinaria nelle vesti della Madonna nel Decameron (1971) (il suo cameo in questo film si può considerare come una sorta di "risarcimento affettivo" da parte dell'amico Pasolini per la delusione della Mangano in seguito alle dure critiche ricevute da "Teorema").

Recitò quindi nella commedia Lo scopone scientifico (1972), considerato tra i massimi film di Luigi Comencini, attorniata da Alberto Sordi, Bette Davis e Joseph Cotten. Visconti la volle in Morte a Venezia (1971) e, accanto a Romy Schneider, in Ludwig (1973), poi l'anno seguente nel cast all-stars di Gruppo di famiglia in un interno (1974) con Burt Lancaster ed Helmut Berger. Se in Morte a Venezia il suo personaggio rappresentava la trascendenza di una bellezza raffinata e malinconica, nell'ultima pellicola diretta da Visconti porta la sua recitazione su toni intensi come mai in passato, nel ruolo di una donna espressamente terrena.

Gli ultimi anni

A fare da contrappunto al successo professionale, vi furono difficoltà nella vita privata. Tese ad isolarsi sempre più dal marito e dai figli [4] e, a testimoniare il suo malessere, vi sono le molte interviste nelle quali dichiarò di detestare il proprio aspetto fisico e parlò dei suoi persistenti disturbi d'insonnia. La morte del figlio venticinquenne Federico (avvenuta il 15 luglio 1981 in un incidente aereo in Alaska) aggravò il suo stato depressivo.

La Mangano divorziò da Dino De Laurentiis e, ammalatasi di un tumore allo stomaco, si ritirò a vita privata, partecipando solo al film Dune (1984) di David Lynch, complice la richiesta della figlia Raffaella, produttrice del film. Intuendo l'avvicinarsi della fine, si riappacificò con De Laurentiis e lavorò ancora con Marcello Mastroianni nel capolavoro di Nikita Mikhalkov Oci ciornie (1987). Morì di cancro a Madrid, dove viveva con la figlia Francesca, il 16 dicembre 1989, a 59 anni, lasciando il ricordo di una attrice dotata che seppe ottenere stima di grande interprete.


Galleria fotografica e stampa dell'epoca

J4 Silvana Mangano Foto link


Filmografia

Le jugement dernier, regia di René Chanas (1945)
L'elisir d'amore, regia di Mario Costa (1946)
Il delitto di Giovanni Episcopo, regia di Alberto Lattuada (1947)
Gli uomini sono nemici, regia di Ettore Giannini (1948)
Gli spadaccini della serenissima (Black Magic), regia di Gregory Ratoff (1949)
Riso amaro, regia di Giuseppe De Santis (1949)
Il lupo della Sila, regia di Duilio Coletti (1949)
Il brigante Musolino, regia di Mario Camerini (1950)
Anna, regia di Alberto Lattuada (1951)
Il più comico spettacolo del mondo, regia di Mario Mattoli (1953) non accreditata,
Mambo, regia di Robert Rossen (1954)
Ulisse, regia di Mario Camerini (1954)
L'oro di Napoli, regia di Vittorio De Sica (1954)
Uomini e lupi, regia di Giuseppe De Santis (1956)
La diga sul Pacifico (This Angry Age), regia di René Clément (1958)
La tempesta, regia di Alberto Lattuada (1958)
La grande guerra, regia di Mario Monicelli (1959)
Jovanka e le altre (5 Branded Women), regia di Martin Ritt (1960)
Crimen, regia di Mario Camerini (1961)
Il giudizio universale, regia di Vittorio De Sica (1961)
Barabba, regia di Richard Fleischer (1961)
Il processo di Verona, regia di Carlo Lizzani (1963)
La mia signora, regia di Mauro Bolognini, Tinto Brass e Luigi Comencini (1964)
Il disco volante, regia di Tinto Brass (1964)
Io, io, io... e gli altri, regia di Alessandro Blasetti (1966)
Scusi, lei è favorevole o contrario?, regia di Alberto Sordi (1966)
Le streghe, regia di Mauro Bolognini, Vittorio De Sica, Pier Paolo Pasolini, Franco Rossi e Luchino Visconti (1967)
Edipo re, regia di Pier Paolo Pasolini (1967)
Capriccio all'italiana - episodi "La bambinaia" di Mario Monicelli, "Perché?" di Mauro Bolognini e "Viaggio di lavoro" di Pino Zac (1968)
Teorema, regia di Pier Paolo Pasolini (1968)
Scipione detto anche l'Africano, regia di Luigi Magni (1971)
Morte a Venezia, regia di Luchino Visconti (1971)
Il Decameron, regia di Pier Paolo Pasolini (1971) non accreditata,
D'amore si muore, regia di Carlo Carunchio (1972)
Lo scopone scientifico, regia di Luigi Comencini (1972)
Ludwig, regia di Luchino Visconti (1972)
Gruppo di famiglia in un interno, regia di Luchino Visconti (1974)
Dune, regia di David Lynch (1984)
Oci ciornie, regia di Nikita Mikhalkov (1987)

Doppiatrici

Lydia Simoneschi in: Il lupo della Sila, Riso amaro (dialoghi), Il brigante Musolino, Anna (dialoghi), Mambo, Ulisse, Uomini e lupi, La diga sul Pacifico, La tempesta
Flo Sandon's in: Anna (canto)
Maria Pia Di Meo in: Barabba (solo poche battute, nel resto del film la Mangano recita con la propria voce)
Nei suoi primi anni di carriera, Silvana Mangano è stata spesso doppiata da Lydia Simoneschi. I film in cui Silvana recita con la voce della Simoneschi sono Il lupo della Sila, Riso amaro, Il brigante Musolino, Anna, Mambo, Ulisse, Uomini e lupi, La diga sul Pacifico e La tempesta. Invece nei film L'oro di Napoli, La grande guerra, Jovanka e le altre, Crimen ed Il giudizio universale la Mangano recita con la sua voce. In Riso amaro Silvana canta con la propria voce mentre in Anna il canto è doppiato da Flo Sandon's. In Barabba (1961) la Mangano si doppia da sé, ma alcune battute del film vengono inspiegabilmente pronunciate da una giovane Maria Pia Di Meo. A partire dal film Il processo di Verona (1963) la Mangano non è più stata doppiata.

Premi e riconoscimenti

David di Donatello

1963 Il processo di Verona Migliore attrice protagonista Vinto
1967 Le streghe Migliore attrice protagonista Vinto
1973 Lo scopone scientifico Migliore attrice protagonista Vinto
1988 Oci ciornie Migliore attrice non protagonista Candidatura

Nastro d'argento

1955 L'oro di Napoli Migliore attrice protagonista Vinto
1958 Uomini e lupi e La diga sul Pacifico Migliore attrice protagonista Candidatura
1964 Il processo di Verona Migliore attrice protagonista Vinto
1972 Morte a Venezia Migliore attrice non protagonista Vinto
1974 Ludwig Migliore attrice non protagonista Candidatura
1975 Gruppo di famiglia in un interno Migliore attrice protagonista Candidatura
1988 Oci ciornie Migliore attrice non protagonista Candidatura

Note

^ Silvana Mangano la mondina sexy del cinema italiano, su Rai Storia. URL consultato il 29 gennaio 2016.
^ Dizionario biografico Treccani - Silvana Mangano, treccani.it. URL consultato il 29 gennaio 2016.
^ Alberto Lattuada dieci anni dopo - Rai movie, raimovie.blog.rai.it. URL consultato il 10 novembre 2015.
^ Intervista a Veronica De Laurentiis, di Marino Parodi, Club3 online


Riferimenti e bibliografie:

  • Flora Antonioni, «L'Europeo», anno VI, n.2, 8 gennaio 1950
  • G. G. Napolitano, «L'Europeo», anno VII, n.30, 15 luglio 1951
  • Meccoli Domenico, «Epoca», anno III, n.92, 12 luglio 1952
  • Federico Patellani, «Tempo», anno XIV, n.34, 16 agosto 1952
  • Federico Patellani, «Tempo», anno XV, n.25, 20 giugno 1953
  • «Tempo», anno XVII, n.32, 11 agosto 1955
  • Elisabetta Rosaspina «F», n.23, 14 giugno 2017