Sandra Milo non si accorge di essere famosa
La popolarità che dopo il successo di "Otto e mezzo" circonda Sandra Milo non è riuscita a far breccia nella semplicità dell’attrice che si meraviglia se qualcuno le parla delle sue interpretazioni
Era stanca morta, e non lo nascondeva; anzi, «A quest'ora — si lamentava — sono proprio uno straccio. Senza trucco, vede? Vestita male. Con un paio di sandalacci. E ho i piedi gonfi. Magari — suggerì in un improvviso lampo di autocritica — invece di piedi diciamo caviglie... Forse è più carino, no?». Succhiata l’ultima ciliegia, Sandra Milo si buttò sul divano, mentre Moris Ergas in pantofole si attaccava al telefono, per la solita discussione di tutte le sere. A sprazzi; mescolate a quelle dosate e patetiche di Joan Crawford che si affacciava dal video, giungevano (un po' assurde) le sue parole.
«No, no, caro Mauro, a me non interessa il comico; m’interessa il "sexy”». Ed era strano che Ergas cercasse il sexy con Bolognini avendo a portata di mano Sandra Milo. In realtà sempre cu lei si trattava, cioè del sue prossimo film: La donna è una cosa meravigliosa; e i produttori, si sa, sono fatti così.
Trattano il sexy cinematografico e si dimenticano, talvolta. di quello reale. Quanto a Sandra, lei continuava a sostenere di non sentirsi affatto "meravigliosa". «Uffa, questi capelli — diceva tirandoseli ì come fanno le mogli quando vogliono convincere i mariti che è ora di mandarle dal parrucchiere. — Guardi, mi stanno venendo anche i muscoli alle braccia», e piegò il destro, per farmi vedere che non diceva bugie. Cosi le chiesi: «Allora è più faticoso fare la madre che non l’attrice?». Sandra sbarrò gli occhi, prese l’abbrivio con un sorriso e poi: «Vede — mi spiegò — se ti dicono: fa’ la madre e fa’ solo la madre. va benissimo; ma io oltre la madre devo fare l’attrice, la moglie, la donna di casa, la nurse. Mi alzo alle sette e trotto tutto il giorno; a mezzogiorno, gente a colazione, la sera gente a cena.
«E poi i copioni da leggere, i fotografi da tenere a bada, la bambina da portare a spasso, la casa da sistemare, scegliere le tende, appendere i quadri, un chiodo che è un chiodo Moria non lo pianta, e poi andare in giro a fare le spese, perchè io vesto tutti». Tutti? «Si, tutti, tutti», precisò e cioè la cameriera, il cameriere, la nurse. la bambina. Moris... Anche Moris? «Certo, anche lui»; e poiché mi vedeva incredulo, subito confortò la sua affermazione con un esempio. «Proprio l’altro giorno gli ho comprato un pigiama. Bello, sa. tutto blu... E lui mi avesse detto grazie. Macché, anzi; si è arrabbiato, l’ha buttato per aria, con la scusa che il blu non gli piace. E poi — concluse Sandra — c’è la nonna». Anche lei da vestire? Oh, no, il contrario, da lei bisogna difendersi: nasconde, sequestra tutto, le collane, i gioielli.
In otto anni di carriera cinematografica (esordì nel 1956 con "Mogli e buoi" di Leonida De Mitri), Sandra Milo ha interpretato quasi una ventina di film, affrontando gradualmente e con successo parti sempre più impegnative. Il suo film più recente è "La visita" di Antonio Pietrangeli, un regista con cui aveva lavorato anche in "Adua e le compagne" e in "Fantasmi a Roma".
Due grandi passioni
Una vera mania; adesso poi. si è messa in testa che lei, Sandra, le porta via le camicie da notte. Sandra sorrise: giunta al capitolo camicie da notte, si sentiva a suo agio, ma capiva che su questa strada non avrebbe potuto andare lontano. Perciò dirottò il discorso. Prima sulle scarpine di Deborah, che per lei sono una vera ossessione, ne ha comprate tante, e seguita a comprarne, anche se Deborah non le mette; poi di nuovo sulle sue caviglie gonfie, infine risalendo dall'effetto alla causa cominciò a raccontarmi le sue giornate a villa Borghese, dove ha fatto un sacco di amicizie, tra le nurses e i bambini, ma soprattutto tra i bambini, perchè «le nurse stanno sedute» e lei invece si muove, corre, chiama i bambini a raccolta. organizza i loro giochi, li presenta: «Ecco questo è Pietro, questa è Maria Sole».
Dal pigiama del Moris alla serata dell’Oscar, dalle nurse di villa Borghese ai dipinti della Salvadore... Tutto mescolato insieme, e tutto detto papale, senza remore o pudori, senza preoccuparsi certamente del proverbio: "I panni sporchi si lavano in famiglia’’, anzi. Sandra Milo è la più limpida testimonianza del fatto che oggi non esistono più regole di comportamento per le attrici; e che ognuna deve inventare le proprie. Una volta queste regole c’erano. «Ai suoi tempi, per esempio — disse Sandra rivolgendosi verso Joan Crawford che seguitava ad affacciarmi dal video — lei sapeva ciò che doveva fare. Se usciva in macchina. prima mandava avanti le sirene che annunciavano il suo arrivo. Ma oggi... Oggi un’attrice può soltanto mostrarsi per quello che è e sperare in tal modo di piacere a qualcuno».
E' più facile ma molto più rischioso; bisogna aver qualcosa da dire, e comunque saperlo dire. Sandra questa capacità ce l’ha, proprio di natura. Distrarre, svagare il prossimo è sempre stata la sua ambizione fin da quando era bambina. i E infatti — dice — avevo due grandi passioni: diventare o ballerina classica o suora missionaria...». Due "professioni” che secondo lei hanno in comune la vitaccia e il fatto che arrecano felicità agli altri. E un po’ l’ha acquisita dal mestiere, soprattutto da quando si è accorta che il personaggio della donna mite, dolce. svagata, calda, bonacciona di Otto e mezzo è piaciuto al pubblico. E' per questo che ora dicono che Sandra si è messa a "rifare se stessa", ma non è mica vero; lei si limita semplicemente a mettere in evidenza le proprie reazioni. A sottolineare certi aspetti, i più piacevoli, fanciulleschi o comici, del suo carattere.
Per cui, se va agli Oscar, non la colpiscono mica i divi, i grossi "nomi”, ma gli uomini sandwiches che sollevano e abbassano rapidamente i cartelli dove i divi, i grossi "nomi" leggono (come scolaretti che hanno bisogno del suggerimento) le parole che poi dicono al microfono per gli spettatori della TV. E se poi, ad un cocktail, incontra Sam Spie-gel il quale si mette a guardarla, Sandra non pensa mica che egli la guardi perchè l’ha riconosciuta; macché. Pensa: «Vedi?, quello è Sam Spiegel, mi sta guardando, si vede che gli piaccio...». E che delusione poi quando egli le si avvicinò, ed era chiaro che la conosceva.
Giocare a nascondarello con la sua fama è senz’altro una delle cose che la divertono di più, e anche il modo migliore, secondo lei di tenersela buona. Un modo femminile (nel senso tradizionale), come femminile è tutta Sandra Milo, dalla testa ai piedi, pur avendo dovuto anche lei lottare, arrangiarsi, battersi. Ma queste cose non si vedono, mentre la sensazione che dà standole vicino è quella d'una persona che ti ascolta con attenzione. pende dalle tue labbra, ride alle tue battute, fa di tutto per compiacerti e tenerti allegro, compreso prendere in giro se stessa; insomma il contrario esatto dell’invadenza, e invece la dolcezza, la remissività in persona. C’è un fondo di furberia in questo comportamento: tanto è vero che se vai a vedere, ti accorgi che Sandra è riuscita ad organizzare abbastanza bene la sua vita.
Il segreto dell'equilibrio
Non è sposata ma è come se lo fosse; ha una figlia che adora. un uomo che siccome fa il produttore, pensa anche ai suoi affari, valorizza il capitale della sua fama; ha quanto le basta per pensare con tranquillità al futuro; in più vari amici affezionati, tra cui Fellini che divide con lei i suoi allori e che ora le darà una parte, accanto a Giulietta, nel suo nuovo film; infine ha un sacco di sceneggiatori e registi i quali trovano nel suo "personaggio” materia continua d’ispirazione, come ce la trovano Francesco Messina per le sue statue (17 finora), la Salvadore e Baj per i loro quadri. Con la sua dolcezza svagata e la sua furberia toscana nascosta sotto una montagna di zucchero, Sandra Milo riesce insomma dal suo angolino segreto a tenere i fili di quel gioco complesso che è la vita e la carriera di un’attrice.
Sandra Milo, fotografata in queste pagine a Fregene, dove ha intenzione di costruirsi una villetta accanto a quella di Fellini, tornerà tra poco davanti alla macchina da presa. Sarà infatti insieme con Giulietta Masina, una delle protagoniste di "Giulietta degli spiriti", il prossimo film del regista di "Otto e mezzo"
Ma quando glielo dissi: «Furberia? — esclamò Sandra col suo accento stupito; — non direi, direi piuttosto saggezza, e ora le spiego: io vorrei fin d’ora raggiungere la saggezza dei vecchi...». I quali sanno godersi la vita e ce l'hanno bellissima, perchè ogni giorno la vivono in pieno, sanno apprezzare tutto: il sapore d’un cibo, se il brodo è buono e l’arrosto cotto a puntino; e ha visto come s’interessano agli altri, e magari un minuto dopo se ne dimenticano?, hai visto come danno il peso giusto anche ai dolori, perchè sanno che anche i dolori col tempo si attenuano? «Ecco — concluse Sandra con un sorriso enigmatico e consapevole — io vorrei riuscire a vivere così, proprio il contrario di come si vive nel mondo del cinema, dove il presente non esiste e la gente proietta sempre i suoi desideri in un domani irraggiungibile».
Confesso che mi aveva preso di sorpresa. Di colpo, dalla Sandra svagata e ridanciana era uscita fuori una nota seria, forse il segreto stesso del suo equilibrio e del suo humour. Anche l'espressione del viso era cambiata. Ma durò poco. Lei stessa mutò discorso o io dissi qualcosa. Sandra riprese il suo aspetto stanco e svagato, ricominciò a parlare delle sue caviglie gonfie; poi abbordò l’argomento della villetta che si vuol costruire a Fregene: «Sarà la mia prima casa — diceva — e forse riuscirò a realizzare il mio sogno di vedere le stelle stando a letto...», quando Ergas, che aveva trasentito: «Ma Sandra — la rimproverò — che stai dicendo? Il fisco, ti dimentichi il fisco?...», E Sandra si zittì, provò timidamente a protestare, poi preferì rannicchiarsi, docile e ubbidiente, nel suo angoletto segreto, da cui tiene, senza parere, i fili di quel gioco complesso che è la vita di un’attrice.
Stelio Martini, «Tempo», anno XXVI, n.26, 27 giugno 1964 - Fotografie di Chiara Samugheo
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Stelio Martini, «Tempo», anno XXVI, n.26, 27 giugno 1964 - Fotografie di Chiara Samugheo |