Sandra Milo è diventata bellissima per forza

1964 07 11 Tempo Evi Marandi f0

In “Giulietta degli spiriti” Sandra Milo interpreta la parte di una donna affascinante e conturbante. Affinchè acquistasse maggiore disinvoltura e sicurezza nell'incedere, Federico Fellini l’ha persino costretta a frequentare con assiduità le lezioni di ballo di Helen Sedlak

Roma, gennaio

«Ti pare che io possa a trent’anni essere un simbolo del sesso?», mi dice Sandra Milo seduta nel suo salotto in via Stoppani. La guardo con l’aria di chi si vede posta una domanda strana e inattesa. Non capisco perchè Sandra non possa esserlo: bella è. attraente è, simpatica è; perchè non dovrebbe esserlo? La stessa cosa deve essersi detto Federico Fellini che in Giulietta degli spiriti mostrerà Sandra in una luce inconsueta, quella che avvolge solitamente la donna molto bella. «Ma è possibile che ad ogni nuova interpretazione cinematografica debba cambiare il mio fisico? Quando feci Otto e mezzo, Federico mi impose di ingrassare e, da cinquantanove chili, sono passata a sessanta sette. Adesso mi impone di essere bella. Proprio io, con tante belle donne che ci sono?!». Questa trasformazione ha regalato più di una preoccupazione a Sandra. Una quando Federico decise di reciderle la chioma e trasformarla in una bionda. «Mi hanno rasata fin quasi alla nuca, mi hanno tolto le sopracciglia, mi hanno spennata come una gallina. In quei giorni guardandomi allo specchio mi facevo paura».

La cerimonia di questa tosatura è stata presieduta dallo stesso Fellini e dallo scenografo Gherardi. Mentre il parrucchiere, con mano tremante, adoperava le forbici, Federico sogguardava la scena con una diabolica smorfia, mugghiando: < Di più, di più». E i capelli vennero tagliati di più. In queste trasformazioni, Federico guazza felice come le anatre nel pantano. Ricorda quei granduchi mattacchioni che non dormivano la notte per pensare alle burle che avrebbero fatto il giorno dopo ai loro carissimi sudditi. Ma questa volta Sandra, pur con tutta la stima e la riconoscenza che ha per lui, stava proprio per ribellare. «Perchè non ho mai creduto di essere bella. Quando qualcuno mi dice: "Come stai bene! Come sei bella!”, mi viene quasi da ridere anche se gradisco il complimento. Non che mi consideri brutta, tutt’altro, semmai piacente... Nel migliore dei casi, attraente. Ma bella, no!».

Mai vista una donna tanto convinta di non essere bella e mai vista una donna così contenta di non dover fare più finta di esserlo. «Tu capisci che, dopo Otto e mezzo e tutti questi film dove interpreto la parte della donna possessiva, finalmente mi ero trovato un posticino nel cinema... Finalmente potevo ingrassare, concedermi qualche ruga, non preoccuparmi tanto di farmi bella... Ero felice... Invece eccomi qua: adesso è come se fossi tornata indietro... Perchè non si può apparire bella solo sullo schermo e non nella vita... In Giulietta degli spiriti sono una sorta di dea dell’amore... Sempre deve venire lui, Federico, a mettere sottosopra la mia vita!... Avevo deciso di lasciare il cinema e lui mi ripesca e mi inventa totalmente... Mi ero assuefatta al ruolo della moglie ossessiva che tratta il marito come un bambino e zac!, quel personaggio ora non è più mio...».

1965 02 03 Tempoi Sandra Milo f1Sandra Milo come appare in una scena di "Giulietta degli spiriti". L’attrice, che ha sostenuto una delle parti principali anche in "Otto e mezzo”, ha trovato in Federico Fellini il regista che ha saputo rivelare, quando già la sua carriera sembrava avviata al termine, le sue doti ed imporla come una delle attrici più duttili e singolari del cinema italiano. Sandra Milo è apparsa per la prima volta sullo schermo nel 1955, nello "Scapolo”, accanto ad Alberto Sordi.

Chiunque abbia frequenti rapporti con le donne sa che una delle loro maggiori ossessioni è di sfiorire. La paura di invecchiare insorge, di solito, prestissimo. A Sandra non importa che le lancette della vita girino veloci; veramente non le importava. «Perchè adesso — mi dice visibilmente preoccupata — tutto è cambiato... Sono tenuta a reggere il confronto con il personaggio che faccio in Giulietta degli spiriti... Prima non ero afflitta dall’ansia di ringiovanire, adesso quest’ansia mi è tornata... E poi, essere belli è noioso e faticoso... Mi ero rassegnata ad invecchiare serenamente senza problemi estetici... Adesso debbo stare attenta, perchè non so se potrò continuare a fare le parti di prima. Chissà? Forse sarò condannata a recitare sempre il ruolo della creatura del sesso... Uffa! Non si può mai stare tranquilli!...».

Sandra in verità, si era preparata ad oziare sugli allori; aveva cominciato a collezionare film come se infilasse perline e sempre con lo stesso personaggio, quello che discende da Otto e mezzo. Sulla Milo attrice, prima di Otto e mezzo. credo che non ci contasse più nessuno, nemmeno lei. La sua stagione sembrava conclusa con Vanina Vanini; era cominciata nel ’56 con Lo scapolo e nel ’61 appariva al tramonto quando Fellini, come un babbo Natale del cinema, ebbe un’idea curiosa: di portare anche a noi grandi una bambola. Una vera bambola, con gli occhi sgranati, i riccioli d’oro, le labbra a cuoricino. Una bambola buona, indulgente, che all’uomo fa sempre credere di essere un eroe. Questa spelacchiata provincialotta con i suoi abitucci di trent’anni fa per un lato era reale ma per l’altro partecipava della favola. Per sostenere quella parte Fellini le impose di ingrassare, almeno, otto chili.

Quando Fellini le chiese di interpretare tre parti in Giulietta degli spiriti — tre parti in cui ella incarna agli occhi di Giulietta la bellezza — Sandra pensò che anche questa volta avrebbe dovuto mutare il suo aspetto fisico, magari con un’altra inflazione di grasso. Invece questa volta le è stato imposto un forzato dimagramento.

La trasformazione non riguarda soltanto l’aspetto fisico. «Sandrocchia — le ripete amorevolmente Federico — cerca di convincerti che sei bella... Te lo giuro: sei la più bella donna che io conosca». «Ma tu mi vuoi prendere in giro — gli rispondeva, sino a qualche giorno fa. Sandra — credi che non sappia guardarmi allo specchio!... Anch’io ho gli occhi!... Di me potrai far tutto tranne che una donna bella...». Più tardi, quando il film era in parte girato e gli effetti della metamorfosi sono apparsi straordinari, Sandra chiese a Federico perchè aveva scelto proprio lei per quel ruolo di donna rovina-uomini, affascinante e maliziosa, e Fellini rispose: «Perchè tu, Sandra, sei la più bella di tutte».

In fondo è un giuoco facile, basta cominciare. Attraverso l'ingranaggio della simulazione Sandra è riemersa alla coscienza della sua giovinezza. Per autosuggestione si è persuasa di essere bella, «E’ stato piacevolissimo — mi dice con fervore; — ho avvertito che una donna bella ha un potere che le altre non hanno... Ho capito perchè sta per lo più immobile come se tutto si muovesse intorno a lei... Andavo in un ristorante e mi divertivo a fissare un uomo intento a conversare e mi accorgevo che ad ogni mio sguardo perdeva il filo del discorso... E’ stata come una iniezione di giovinezza... Mi sentivo come anni fa. quando avvertivo l’ebrezza che dà a una donna giovane l’accorgersi di piacere agli uomini...».

1965 02 03 Tempoi Sandra Milo f2In "Giulietta degli spiriti’' Sandra Milo sostiene la parte di una donna bellissima e conturbante, che con la sua presenza fa da contrappeso all’ingenuità della protagonista del film che, come è noto, è Giulietta Masina. Ecco la Milo, nella vaporosa acconciatura con cui appare in una scena del film, posare per il fotografo durante una pausa della lavorazione. In dieci anni di attività, la Milo, che è madre di una bambina, è apparsa in venticinque film, di cui vanno ricordati, con i film di Fellini, ”Il generale Della Rovere” di Rossellini, "Adua e le compagne”, "Fantasmi a Roma" e "La visita” di Pietrangeli.

Nella sua casa, allungata sul divano, mi accorgo che Sandra suggerisce l’immagine della bellezza erotica cinematografica con in più un’espressione enigmatica. Che Fellini sia riuscito realmente a trasformarla? Sandra mi dice che in lei c’è l’istinto del camaleonte. «Di tanto in tanto prendo a modello qualcuno e provo ad imitarlo». Cosi, costretta ad entrare in un personaggio di donna bellissima, è probabile che finisca per autosuggestione di credersi veramente bella, e quindi pratica-mente col diventarlo.

Fellini ha previsto tutto. Per correggere il modo di camminare di Sandra che, a suo avviso, non era congeniale a una portabandiera del sesso, le ha fatto insegnare danza da Helen Sedlak. Sandra credeva che queste lezioni preludessero a un ballo che avrebbe dovuto fare nel film; invece è stato solo uno stratagemma per indurla a camminare dritta come le donne belle, tanto belle da far credere che i loro più deliziosi frutti li portino in bilico sulla testa, come la mela il figlio di Guglielmo Tell.

Maurizio Liverani, «Tempo», anno XXVII, n.4-5, 3 febbraio 1965


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Maurizio Liverani, «Tempo», anno XXVII, n.4-5, 3 febbraio 1965