Abbe Lane: è lei la nuova Marilyn?

1964 Abbe Lane f18

Abbe Lane va a Hollywood, alla conquista del cinema americano. La crisi del divismo femminile, che non ha ancora trovato con chi sostituire la bionda delle bionde, non è forse estranea alla sua improvvisa decisione di lasciare il marito Xavier Cugat

Hollywood, aprile

Sta per arrivare su queste sponde una nuova superbionda? Hollywood risolverà finalmente il problema della diva delle dive, la numero uno del fascino cinematografico? Ne nasce una ogni dieci anni, dicono: e citano Mae West (anni venti), Jean Harlow (anni trenta), Rita Hayworth (anni quaranta), Marilyn Monroe (anni cinquanta). Manca la bellissima degli anni sessanta. Non si riesce a fabbricarla, nemmeno qui, e sì che sono maghi in queste alchimie.

Così adesso sperano in Abbe Lane. Anni trentadue, le curve che sappiamo, uno sguardo di fuoco e il pepe addosso. Arriva a Hollywood dopo una clamorosa rottura coniugale. E questo, per la pubblicità non guasta.

«Non è umanamente possibile vivere una vita intera di gratitudine», ha detto Abbe Lane. Anche la riconoscenza ha un limite e lei lo ha superato: ha lasciato Xavier Cugat e non tornerà con lui. Dopo dodici anni di matrimonio, il giorno di Pasqua, Abbe ha piantato il marito e accompagnata dalla madre si è recata in Florida, dove risiede il padre Hans Glossmann, che gestisce un negozio di articoli sportivi.

Quel giorno, Abbe avrebbe dovuto debuttare al Belvedere Club di Hot Springs, assieme a Xavier, ma non si fece viva. Il mese di marzo era stato intenso di lavoro per la cantante. Dopo una settimana in un locale di Portorico, Abbe aveva trascorso dieci giorni ad Aruba e quindi si era recata a Pittsburg, dove si era esibita in un night per un compenso di ventimila dollari settimanali (dodici milioni e mezzo di lire italiane). Il sabato, terminate le esibizioni a Pittsburg, la Lane aveva fatto nove ore di macchina per ritornare a New York, nell’elegante appartamento della Cinquantasettesi-ma Strada. L'indomani avrebbe dovuto prendere l’aereo per Hot Springs, ma non lo fece. Xavier l’attese invano, prima di rilasciare una dichiarazione ai giornalisti.

1964 05 03 Settimana Incom Abbe Lane f2

Scarsa voce

«Abbe non ha retto alla fatica. Ha un leggero esaurimento e non se la sente di muoversi da New York». Ma non era vero. Abbe non se la sentiva soltanto di raggiungerlo: era infatti già in viaggio per Miami Beach. Non si trattava di una crisi improvvisa; da mesi le persone che frequentavano la coppia sapevano che fra Xavier e Abbe i rapporti erano tesi, al limite della rottura. C'erano motivi professionali e motivi privati: Abbe rimproverava al marito di sfruttarla senza riguardo, vivendo praticamente alle sue spalle; e il «re della samba» ribatteva astiosamente che era stato lui a lanciarla e a renderla famosa. Abbe replicava, osservando che non poteva vivere di gratitudine in eterno e che una donna di ventinove anni (ma le indiscrete biografie preparate in tempi non sospetti dicono trentadue) non può essere felice accanto a un sessantaquattrenne.

Xavier non ha gradito il riferimento all'età. Egli è molto sensibile su questo argomento. Buona parte della sua declinante popolarità si basa sui suo aspetto di uomo maturo, ma giovanile ed efficiente. Tuttavia, per quanto egli abbia fatto, non è riuscito a impedire che, poco alla volta, la personalità di Abbe Lane e soprattutto il suo fascino si sovrapponessero alle indubbie qualità di compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra che egli possiede. Da alcuni anni — non è un mistero per nessuno — Cugat era scritturato in funzione di «spalla» di Abbe Lane: i contratti erano per lei, e anche i compensi più alti. Questo rendeva preziosa Abbe, ma anche pericolosa; bastava che lei si stancasse per interrompere la produzione d'uova d’oro. Fatte le debite differenze, è come se a un certo momento Pinotto si fosse stancato di Gianni. Per quest’ultimo sareb. bero subentrati tempi duri (co. me è infatti accaduto alla morte del compagno).

Il matrimonio, pensava Cugat, avrebbe in un certo senso tutelato l’unione artistica, rendendola meno precaria. Ma anche i matrimoni si possono rompere. Nato a Barcellona il primo gennaio del 1900, Cugat divenne giovanissimo concertatore e poi direttore di un complessino di musica tipica sudamericana. Aveva naso nello scegliere le sue partners: la prima si chiamava Rita Cansino e sarebbe in seguito diventata Rita Hayworth. Raggiunse presto una vasta popolarità, sull'onda del facile successo della musica latino-americana. La Metro Goldwyn Mayer lo chiamò per alcuni suoi film musicali in technicolor nel dopoguerra; gi rò con Esther Williams (Bellezze al bagno. Su un'isola con te, La figlia di Nettuno), con Fred Astaire e la Hayworth (Non sei mai stata così bella) e con altri attori di musical, ma la sua moda passò presto. Continuò a vivere della fama accumulata ai tempi d'oro, spendendola parsimoniosamente in lunghe tournées europee e americane. La sua cantante di allora era Lina Romay, ma egli la sostituì, dimostrando grande intuito, con una bella sconosciuta, Abbe Glossmann Marshall, di scarsa voce, ma dotata di elementari e clamorosi poteri di seduzione.

Gloria minore

Nel 1949, Abbe non era nessuno; aveva partecipato soltanto a uno show messo su dal defunto Mike Todd. Cugat la scritturò e divorziò dalla seconda moglie Lorraine per sposarla, nonostante avesse trentadue anni meno di lui. Abbe si rivelò subito un ottimo investimento che permise a Cugat di resistere su posizioni che altrimenti avrebbe dovuto abbandonare.

Ci fu un altro periodo durante il quale il matrimonio di Cugat fu in pericolo. Abbe aveva trovato la strada del cinema, interpretando fra il 1953 e il 1955 alcuni film: Le ali del falco, La mano vendicatrice. L’americano, il sindacato di Chicago. Se fosse riuscita ad affermarsi, la sua unione con Xavier sarebbe finita allora. Ma nessuno seppe valorizzarla intelligentemente sullo schermo e il periodo delle scritture cinematografiche fini. Abbe preferì restare accanto a Cugat: era ima gloria minore, ma almeno nel suo piccolo era una stella.

Le peregrinazioni intorno al mondo li portarono in Italia, dove la televisione andava consolidando il suo «boom». Abbe fece colpo, Xavier fu tacitamente accettato come un contorno ineliminabile. Pacifico, sornione, bonario, Xavier mostrava di rendersi conto e di apprezzare l’ammirazione che sua moglie destava fra gli italiani. Ripeteva la battuta «Che simpatico!», diventata ormai una sigla, e si presentava con noncuranza in scena, alle spalle della sua «senora», dirigendo l’orchestra con la pipa in bocca e l’adorato cagnolino chi-hua-hua in braccio. Era un personaggio simpatico, il marito sopportabile e poco ingombrante di una fatalissima.

Abbe riassaporò il gusto dolce del cinema in Italia, con Lo scapolo, Quando tramonta il sole, I girovaghi, Donatella, Tempo di villeggiatura, Parola di ladro, Marinai, donne e guai, Roulette roulotte, Il mio amico Jekyll, Pugni pupe e marinai,

I baccanali, Giulio Cesare contro i pirati. Filmetti, ma intanto prendeva confidenza con la macchina da presa, diventava «autonoma», nonostante la sorveglianza di Cugat. Poi accadde qualcosa di nuovo.

Hollywood, per la prima volta in tanti anni, era in crisi, la sola crisi che potesse scalfirla, quella del divismo. Hollywood è una cittadella di divi; il successo delle sue confezioni cinematografiche è dovuto in massima parte alla presenza di elementi sicuri, professionisti del. la recitazione che hanno il privilegio innato di piacere al pubblico. Fino a qualche anno fa, Hollywood è riuscita a sostituire i divi vecchi con i nuovi, con un normale ricambio.

1964 05 03 Settimana Incom Abbe Lane f1

Copia vivente

Ma a un tratto la macchina si è inceppata per motivi misteriosi. La generazione tanto promettente del dopoguerra (gli Heilin, i Peck, i Widmark, i Newman eccetera) è stata l’ultima. Dopo, i divi si sono rarefatti, sono quasi scomparsi del tutto. E la crisi si è fatta soprattutto sentire nel campo femminile dove esisteva una tradizione smagliante, da Louise Brooks a Greta Garbo, da Jean Harlow a Carole Lom-bard, da Marlene Dietrich ad Ava Gardner. L’ultima diva del cinema americano è stata Marilyn Monroe, mitica e affascinante, bella e folle, incredibile e umana come le più grandi del passato. Ma Marilyn è morta e Hollywood ha cominciato ad annaspare alla ricerca di una personalità degna della successione. Quante volte abbiamo sentito parlare della nuova Marilyn? Con questa etichetta sono state lanciate Ho-pe Lange, Carol Lynley, Shir-ey MacLaine, Ann Margret, Yvette Mimieux, Jill St. John, Lee Remick, Stella Stevens, Jayne Mansfield, Connie Stevens, Barbara Nichols. Ma a distanza di anni, qualche volta di mesi, la campagna pubblicitaria si è spenta, come se mancasse di vitalità, di fede.

Marilyn non è tornata. Ed ora qualcuno dei «big» di Hollywood ha messo gli occhi su Abbe Lane: una donna che ha molti numeri per piacere alle folle. Una donna che potrebbe finalmente occupare quel posto vuoto lasciato dalla Monroe. Un agente della 20th Century Fox ha avvicinato Abbe ai primi di marzo. L’età di Xavier, la gelosia professionale, la fine della riconoscenza sono particolari di una crisi, ma il quadro generale si chiama Fox: un contratto di sette anni con la grande casa produttrice, un film all’anno di risonanza internazionale nella tradizione della commedia sofisticata a colorì, per schermo panoramico, magari con un pizzico di musica. Nella tradizione di Marilyn Monroe. E stavolta, per Xavier Cugat, non c’è posto.

A fine aprile Abbe sarà a Hollywood, sola la «mia senora» è ridiventata signorina, non appartiene più a nessuno, tranne che al cinema.

Mariano Dal Col, «La Settimana Incom Illustrata», 3 maggio 1964


La Settimana Incom Illustrata
Mariano Dal Col, «La Settimana Incom Illustrata», 3 maggio 1964