Claudia Cardinale ha trovato la voce

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Ora che ha rinunciato a farsi doppiare, la Cardinale si è definitivamente inserita nel drappello delle dive internazionali. Lo dimstra la sicurezza dei suoi atteggiamenti e la raffinatezza delle sue acconciature

Roma, marzo

«Avete visto che avevo ragione io?», sorride Claudia Cardinale, e per la prima volta il suo sorriso non è solo gentile, ma franco, sicuro, privo di quella titubanza, tipica dei timidi, che in lei, consapevole d’altronde della propria bellezza, s’esprimeva attraverso il compromesso di una certa aria sorniona; per la prima volta Claudia, elegantissima, con una parrucca nera in testa (da qualche tempo, come Gina e Sofìa, la ragazza di Tunisi ha cominciato a nascondere i suoi capelli sotto parrucche di vario colore), appare decisa, interamente sicura. Per carità, è sempre semplice e cordiale, ma non "troppo” semplice e "troppo” cordiale; spontanea si. ma più controllata; amichevole con i giornalisti, ma senza più quel bisogno di pappa e cacio, con il quale tendeva a farsi perdonare i difetti di pronuncia, o la sua stessa notorietà.

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Ufficialmente le notizie su di lei sono le solite: è appena tornata dal Giappone e sta partendo per Parigi, ha portato La ragazza di Bube a Tokio, ora va a doppiarla in francese; poi parteciperà certamente ad un film di Bronston, il produttore per cui ha girato Il circo, insieme con John Wayne, e farà forse I fuochi del Bengala o forse un altro, ma più probabilmente saranno tutti e due. Insorti ma, più o meno, le solite notizie che ci fanno pensare a lei come ad una specie di ape operaia, docile ai precetti della sua casa di produzione, puntuale a tutti gli appuntamenti di lavoro e pubblicitari, impeccabile nella sua anodina routine di attrice stipendiata, nonché soddisfatta di esserlo, non solo, per i vantaggi (vestiti, pubblicità, affitto di casa, ecc., gratis) che gliene vengono, ma anche, come ha detto, «perchè ciò mi dà un senso di sicurezza che non cambierei con nulla al mondo». Privatamente, qualcosa di nuovo c’è invece.

Le critiche maligne

E’ l’accento d’inusitata sicurezza che emana dai suoi discorsi, è il modo nuovo di porgere la frase, è la felice consapevolezza. forse cosi piena per la prima volta in vita sua. di sentirsi attrice. Non c’è bisogno d’essere psicologi per capire che tutto ciò è la conseguenza del successo del suo ultimo film. Dopo cinquanta giorni dalla sua uscita, La ragazza di Bube ha già incassato 400 milioni, ed è quasi matematico pronosticare che alla fine del suo sfruttamento, il film raggiungerà il miliardo. Una cifra sufficiente a far felice il suo produttore, ma che per Claudia significa molto, ma molto d: più. Essa infatti segna per lei il riscatto, la rivincita su tutte le accuse che fino a ieri le venivano monotonamente rivolte. D'essere, si diceva in sostanza. un’attrice prefabbricata. all’americana, il risultato di un'abile politica produttiva e di una bene orchestrata pubblicità.

A queste critiche era ancora facile rispondere, perchè qual è quel l’attrice che oggi riesce ad emergere senza un selezionato programma di lavoro e l'appoggio dei tamburi pubblicitari? Ma poi si soggiungeva: la Cardinale è una che mai, o quasi mai, è uscita allo scoperto, e quindi nulla si può dire della sua capacità di presa sul pubblico, perchè ha sempre lavorato in film di registi-autori.

1964 04 04 Tempo Claudia Cardinale f2GLI IMPEGNI CINEMATOGRAFICI, nella densa agenda di Claudia, sono intervallati con quelli di rappresentanza. L’attrice è reduce dal Giappone, dove ha riscosso un autentico successo. Nelle fotografie: quattro espressioni della "nuova” Cardinale.

E questo era l'argomento più infido, perchè si faceva forte della stessa fortuna di Claudia: l'aver lavorato con Fellini, Visconti, per rinfacciargliela. Obiettivamente d’altronde era difficile contestare che la gente si fosse recata a vedere l'8 e 1/2 o Il Gattopardo, non tanto per vedere lei, quanto perchè si trattava di film di Fellini e di Visconti; e ciò rischiava d’avallare il sospetto che le già alte quotazioni dell’attrice fossero artificiose, non avallate da un effettivo rendimento.

Che non esistesse, insomma, un rapporto tra le sue quotazioni professionali e il ricavo. Ora tutti questi dubbi e sospetti sono stati spazzati via dal successo della Ragazza di Bube: che è senza alcun dubbio un film di Claudia Cardinale, concepito su misura per lei. interpretato soprattutto da lei. e dove lei costituisce l'attrattiva principale, quella che ha spinto il pubblico a muoversi da casa per andare a sedersi nella poltrona di un cinema. Ciò è tanto più vero ove si tenga presente che in questo film per la prima volta la Cardinale si è doppiata da sola e che buona parte del successo del film medesimo è dovuto proprio alla sua voce afona, rauca, ingoiata, graffiante, cupa. Affascinante e sensuale secondo alcuni, antipatica e sgraziata secondo altri. Divenuta comunque motivo di curiosità e di attrazione; fino al punto che la gente ne parla, s'incuriosisce. va al cinema per ascoltarla.

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Fino al punto che i critici ne scrivono, ne discutono, e che un letterato come Mario Soldati dedica all’argomento tre colonne di testo. Regista e scrittore. Soldati è uno che s’intende di queste cose; ma anche fatta la tara ai suoi estetismi alla rovescia, il fatto che egli abbia giudicato "stupenda" la voce di Claudia, significa certo qualcosa. E ad ogni modo il suo interesse e quello degli altri. dei fautori e dei contraddittori. le reazioni a tutti i livelli provocate dal fatto che la Cardinale «si è messa improvvisamente a parlare», costituiscono. tutti insieme, un fenomeno singolare, una specie di miracolo, decisamente positivo per l'attrice, che lo scettico produttore e l’incredulo regista considerano ancora con stupore e il cui merito è interamente di Claudia. E’ stata lei infatti che, contro il parere di tutti, questa volta si è imposta, coronando in tal modo la più strenua battaglia, contro gli accenti e il vocabolario, che abbia combattuto da quando è diventata attrice.

Questa battaglia cominciò sei anni fa. ed è ricca di piccoli drammi, di dubbi, di compromessi. di delusioni, di sacrifici, di sconforti. Vissuta fino a se dici anni a Tunisi, quando venne in Italia. Claudia conosceva sì e no dieci parole di italiano; quello che è peggio, aveva una voce molto bassa, quasi afona, a causa del fatto, come più tardi accertarono i medici, che da bambina l’aveva pochissimo esercitata, preferendo il silenzio al riso, il mutismo al colloquio. I consiglieri della "Vides” l’incitarono naturalmente a studiare, ma ciò che imparava a scuola. Claudia lo disimparava in famiglia, dove tutti continuavano a parlare francese. Si arrivò così al film La ragazza con la valigia, dove la Cardinale, per la prima volta protagonista assoluta, fu brava, si ebbe gli elogi dei critici, ma oscurati dal fatto che, siccome era stata doppiata dà Adriana Asti, qualcuno si chiese: «E’ più brava la Asti o la Cardinale?...».

1964 04 04 Tempo Claudia Cardinale f4IN SEI ANNI DI CARRIERA (Il suo primo film, ”I soliti ignoti”, è del 1958) Claudia Cardinale ha raggiunto a venticinque anni il vertice dei valori internazionali: la sua quotazione normale è di 125 milioni a film. Claudia ha appena terminato ”Il circo" con John Wayne e sta per interpretare ”I fuochi del Bengala".

Una battaglia vinta

Claudia s’irritò moltissimo, si sentì ingiustamente deprezzata; ma poi. come nel suo carattere. rifletté meglio alla cosa. e concluse che forse, almeno in parte, i critici avevano ragione. e decise che la prossima volta doveva fare in modo che la ragione fosse tutta dalla sua parte. Da quel momento i gargarismi, gli esercizi di dizione, le cure, i controlli, l'allenamento ad una esatta pronuncia. lo studio, diventano il suo pane quotidiano. I medici avevano promesso un miglioramento, ma abbastanza ipotetico; i professori di dizione. idem. Però il lavoro la distraeva, e a un certo punto dovette mettersi a studiare anche l'inglese, il che aumentò le difficoltà. Quelli della "Vides" ormai disperavano che ce la avrebbe fatta, nè se ne preoccupavano troppo. C’era chi li consolava, anche famosi registi: «Che importa che parli? — dicevano. — E’ bella, si muove bene». Ma Claudia, tenace. non mollò, e cosi si giunse alla Ragazza di Bube.

Un film complesso, un personaggio complesso, «Questa volta — disse Claudia — mi doppio». e quelli della "Vides": «Be', adesso vediamo», cercando di prendere tempo; in realtà sperando che di tempo poi non ce ne fosse. E infatti ad un certo punto il tempo sembrò mancare quando, alla fine del primo doppiaggio (che la stessa attrice giudicò "orribile”) Claudia fu chiamata in Spagna per II circo. Ma neppure questa difficoltà bastò a farla desistere. Pochi sanno quante volte Claudia ha doppiato La ragazza di Bube, ma certo molte volte, dapprima tornando a Roma ogni sabato, poi portandosi i rulli in Spagna e lavorando ogni giorno.

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E tutto ciò per giungere alla paradossale conclusione, come oggi dicono alla "Vides". che forse è stato un lavoro inutile, perchè la voce di Claudia è piaciuta proprio per la sua naturalezza. il suo tono afono, i suoi stessi difetti; insomma perchè è una voce vera, ineducata. normale. Ma questo è il senno di poi: quello che conta invece è che Claudia abbia combattuto e vinto questa battaglia da sola, imponendo la propria voce non solo al pubblico ma ai suoi stessi consiglieri. i quali, se dipendeva da loro, avrebbero anche questa volta scelto la comoda e sicura scorciatoia del doppiaggio, mentre lei, molto meno docile di quanto la gente crede, molto più ambiziosa di quanto appaia. ha voluto fare di testa sua e ha fatto bene. «Avete visto — dice non senza ironia — che avevo ragione io?».

M.S., «Tempo», anno XXVI, n. 14, 4 aprile 1964


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M.S., «Tempo», anno XXVI, n. 14, 4 aprile 1964