Ugo Tognazzi, il seduttore geloso

1964 07 04 Tempo Ugo Tognazzi f0

In una forma di gelosia morbosa, quasi assurda, che lo porta a sospettare continuamente della donna che ama, sta la chiave dell’incostanza sentimentale di Ugo Tognazzi, nn attore che nell’intimità familiare si rivela molto meno sicuro e disinvolto di quanto non appaia in pubblico

Roma, giugno

Ahi. Quella che mi investe, non appena Tognazzi comincia a parlare, è una raffica di "invettive”. I convenevoli si sono svolti con parole ben vestite, da attico in via Giulia. Ma quando mi affretto a voler conoscere «con chi ce l’ha», quasi allibisco. Non si salva nessuno. Non deve essere molto comoda la vita quando si ha sul gobbo un tipo come Tognazzi. Eppure di donne che sono state e sono capaci di vivergli accanto ce ne sono tante. Ma prima o poi scelgono miglior vita. La moglie inglese (si dovrebbe dire compagna perchè il matrimonio non è stato celebrato) non poteva dormire al mattino fino a mezzogiorno. Per non rinunciare al sonno perse Ugo il che non meraviglia affatto. Non c’è bisogno di chiederlo a Tolstoi perchè le donne a volte si uccidono con la ferrovia. Basta domandarlo a Tognazzi che le perseguita con la più accanita, morbosa, asfissiante gelosia. Al punto che, presto o tardi, esse decidono di portare altrove non solo il loro corpo (per sottrarlo alle ire di Ugo) ma anche il loro cuore e la loro anima, seppellendo nel dimenticatoio ogni affetto. Anny Gorassini pare sia fuggita in Tunisia. Tognazzi non gliene lasciava passare una liscia. Ritardava di qualche minuto? Non sapeva immediatamente rispondere alle domande: «dove sei stata», «con chi»? E su lei si abbatteva un uragano, un tifone, un tornado di improperi solcato da minacciosi sghignazzi.

Tognazzi non nasconde la sua «terribile gelosia»; di questo sentimento esclusivo e possessivo parla con fervore. E confessa che la pena maggiore non sta nel provarlo, ma di non poter trovare le prove dei mille tradimenti che le donne perpetrerebbero alle sue spalle. Un compiaciuto orgoglio lo riempie quando un sospetto trova conferma. Son sicuro che inizia i suoi flirt con la speranzella di poter quanto prima trovare la compagna nelle braccia di un altro e poterle così esclamare: «Ah, ti ho pescata... Come l’ho azzeccata a non far più uova con te!...». Le sue parole, mi par di sentirle, vibrerebbero di compiaciuto orgoglio; un orgoglio che nessun altro potrà mai, in condizioni simili, condividere con lui.

1964 07 04 Tempo Ugo Tognazzi f1Ugo Tognazzi con Claudia Cardinale in una delle prime sequenze del "Cocu magnifique”, il nuovo film tratto dalla fortunata commedia di Crommelynck che Antonio Pietrangeli ha da poco iniziato a girare a Grottaferrata. Tognazzi ha avuto recentemente dall’indossatrice danese Margaretha Robsham, con cui si è sposato all’estero, un bambino, Thomas. In precedenza l’attore aveva avuto un altro figlio, Ricki, che ora ha nove anni, dalla ballerina inglese Pat O’Hara.

Quello della gelosia è un tasto sul quale non inceppa e fa risacca la torrentizia eloquenza di Tognazzi. Il racconto di quando si servi di un indagatore privato, gli corre di bocca come un flotto senza interruzione. Al termine delle indagini questo investigatore dimostrò a Ugo che egli era l'uomo più provvisto di corna che esista in Italia. Facendo controllare i telefoni era venuto a sapere che la ragazza aveva più di un amico e che durante il giorno aveva appuntamenti in discreti alberghi romani. A Tognazzi non parve vero di poter stabilire con certezza che dalla sua testa fiorivano due coma così lunghe da poter solleticare il cielo. Poi una super-inchiesta accertò che c’era stato un errore; la ragazza pedinata dall’investigatore di Ugo non era la sua ragazza, ma una squillo. Parrebbe una barzelletta se non stessero lì a confermare la veridicità dei fatti i testi delle indagini svolte. Assolta per appurata innocenza, la ragazza si inalberò offesa e piantò Tognazzi.

Di quelli che conosco, l’unico cornuto che commerci il proprio "cornutismo", come un tenore commercia la propria voce e una donna la sua bellezza, è Tognazzi. Ognuna di queste disavventure egli la sbandiera come una prodezza nella quale abbia impegnato coraggio, sagacia, spirito di sacrificio. Se esistesse un riconoscimento per chi incorre nelle coma, Tognazzi pretenderebbe la medaglia d'oro. Molto probabilmente gliela rifiuterebbero perchè in sospetto che la maggior parte dei tradimenti che egli attribuisce alle sue donne sono parto della sua mente.

Ora, da quando Antonio Pietrangeli gli ha chiesto di interpretare Le cocu magnifique. si è innamorato a tal punto del personaggio che con esso ha trovato, nello sforzo di somigliargli, molti punti di contatto. Chi è il protagonista della famosa farsa di Crommelynck? Un uomo che vuol vedere ammirata, desiderata, concupita la giovane sposa, «Porca miseria — mi fa Tognazzi portandosi le mani sul petto — questo sono io!... Chi mi conosce lo sa!...».

Questa di accaparrarsi i personaggi perchè collimano con il suo carattere, è la grande capacità che i registi riconoscono a Tognazzi; Ugo se ne appropria per alloggiarvi stabilmente dentro. Ora si sente un cocu perfetto. Si è accorto che anche lui è masochisticamente legato all'idea del tradimento e che per avere la certezza dell'infedeltà ha spesso cercato di gettare nelle braccia di un altro le donne di cui di volta in volta si è follemente innamorato.

Se sulla faccenda dei tradimenti qualcuno può obbiettargli una certa esagerazione, su quella degli innamoramenti non c’è niente da dire. Egli seduce le donne come altri fa la ginnastica svedese; per scrupolo igienico, per tenersi in allenamento. «II giorno in cui mi accorgessi di non piacere più alle donne — mi dice seriamente — dovrò concludere che come attore non valgo più niente... Tengo scrupolosamente conto di quello che su di me scrive la critica, ma se un'amica mi dice "in quella parte non mi sei piaciuto", per me è vangelo... Credo a lei piuttosto che agli altri... Le donne sono dotate di un filtro sottile per capire gli uomini... Se un attore non piace loro è meglio che cambi mestiere...».

Come faccia Tognazzi a passare attraverso tanti amori come una salamandra attraverso il fuoco, rimane per molti un mistero. «Molti uomini si meravigliano — mi dice — e anch'io molte volte mi chiedo cosa trovino le donne in me... Non son bello, ho una faccia da polentone. occhi da pesce stracco, i capelli me li ravvivo col fon. Booh!... Che ce troveranno?...». E' evidente che quegli occhi da "pesce stracco" appaiono inebriati di "sentimento” alle belle nordiche che se lo coccolano e se lo rubano. La spiegazione di questo successo con le donne, Tognazzi l’ha avuta da Gassman. Una volta lui e Vittorio furono costretti, durante la lavorazione di un film, a dormire insieme. Il mattino dopo Vittorio gli disse che nel sonno sembrava un "neonato". Un neonato di quarantadue anni, nativo di Cremona dove tra breve tornerà per girarvi, con Claudia Cardinale, Le cocu di Pietrangeli.

Costretto a entrare in un personaggio, Tognazzi finisce quasi sempre, per autosuggestione, col credere di essere quel personaggio; cosi mentre ancora cova quello del cocuce n’è già pronto un altro che dovrà interpretare a Nuova York. E’ la storia di un vitellone che vive in un paesino di provincia; il padre lavora negli Stati Uniti e ogni mese invia il denaro che consente a lui e alla mamma di vivere con un certo agio. Il ragazzone passa le sue giornate ad accarezzare un gatto pigramente, neghittosamente. La morte del padre lo costringe ad uscire dalla sua accidia. A Nuova York, ora che il genitore è estinto, è titolare di alcuni appartamenti; con la vecchia e grassa mamma il nostro deve trasferirsi in America. Là continua la sua vita di sempre, dietro una finestra a vedere la gente che vive e ad accarezzare il gatto. Ha ricreato a Nuova York la stessa nicchia in cui trascorreva la sua esistenza nel paesino e tutto andrebbe avanti come sempre, senonchè un giorno il gatto viene trovato morto alla base di un grattacielo. Chi è stato? La polizia si rifiuta di occuparsi del caso perchè ha ben altro cui pensare. Ma il giovanottone non si arrende e indaga per conto proprio; scopre che il gatto non è morto cadendo dall'alto; lo ha ucciso una pallottola. A chi era diretta quella pallottola? Estendendo questa catena di poliziesche gibigiane fa alfine luce sull'assassinio del Presidente degli Stati Uniti. La scoperta, naturalmente, vien messa a tacere.

1964 07 04 Tempo Ugo Tognazzi f2In quasi quindici anni di attività cinematografica il suo primo film, "I cadetti di Guascogna”, risale al 1950), Ugo Tognazzi è apparso in oltre cinquanta pellicole. Ma solo in questi ultimi anni, da quando cioè ha rinunciato al facile filone del film comico per impegnarsi in personaggi più evoluti e satirici, l'attore cremonese ha raggiunto l’autentico successo. Ugo Tognazzi ha ora quarantadue anni. Nella foto, l'attore con Claudia Cardinale in un'altra scena del "Cocu magniflque".

Per questo personaggio Tognazzi ha una infatuazione passeggera; forse perchè lo ha ideato Sonego che è il soggettista di Sordi e forse perchè il film sarà diretto da Polidoro che nel Diavolo ha diretto Sordi, «La storia — mi dice — era stata ideata per Alberto e si sente... Non intendo sottovalutarla... Solo è che lo sono più personaggio di Sordi...». Bisogna sapere che tra questi attori italiani che si somigliano un po' tutti come un insetto dagli occhietti multipli, c'è un odio quasi teologico che non si manifesta, come tutte le rivalità di questo tipo, in campo aperto; è una guerra a colpi di spillo e anche a colpi di milioni. E’ estremamente difficile fare accettare all’uno un compenso che sia, anche di poco, inferiore a quello dell'altro. Ne va del prestigio, della quotazione. Ad esempio. Tognazzi sottolinea il fatto che la sua comicità è traducibile in francese e in inglese; il suo volto, la sua mimica, ispirata — dice — a una «sottile sobrietà», ha "sfondato” in Francia e negli Stati Uniti. Il volto e la mimica di Sordi sarebbero, per contro, in forte ribasso in Italia e per nulla apprezzati all'estero.

Non sono segreti di Stato quelli che Tognazzi mi ha confidato; ma sono qualcosa di meglio: la chiave del suo umore, di certi suoi sentimenti e risentimenti. Quando, per esempio, si parla dell’evoluzione dell’attore che rappresenta certi caratteri peculiari dell’italiano. Tognazzi spiega che questa evoluzione segue la parabola del paese. «Sulle macerie ancora fumanti del dopoguerra si ergeva ancora la comicità napoletana. esuberante... Sulla ricostruzione appena cominciata, quella furbesca romana (alla Sordi, vuol intendere)... A ricostruzione avvenuta quella più sottile, sfumata dell’Italia del Nord...». L’italiano sciolto, in altre parole, dalle necessità elementari si esprime preferibilmente attraverso un tipo come lui, Tognazzi. E di questo ne sono convinti anche coloro che hanno allestito una sorta di "personale” dei film che egli ha interpretato sinora.

Maurizio Liverani, «Tempo», anno XXVI, n.27, 4 luglio 1964


Tempo
Maurizio Liverani, «Tempo», anno XXVI, n.27, 4 luglio 1964