Sophia Loren, la pizzaiola si istruisce

1953 Silvana Pampanini 1000

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Diventata "diva" forse troppo presto, Sofia Loren si trova di fronte a problemi complessi che la sua Casa di produzione cerca abilmente di risolvere.

Roma, dicembre

Due settimane or sono, quando comparvero sul Sunday Graphic le note dichiarazioni a firma di Sofia Loren e la guerra delle misure parve toccare l’apice dello scandalo, la prima smentita non venne da Stoccolma, ma da Roma. «Non c’è nulla di vero», dichiarò la signora Romilda Villani, «Sofìa non ha mai rilasciato al giornalista Thody dichiarazioni di tal genere». Con queste affermazioni la madre di Sofia Loren si inseriva autorevolmente nella diatriba; ma si trattava di un intervento del tutto gratuito. «La signora Romilda», affermò infatti il giornalista inglese, evitando di entrare nel merito, «non ha assistito al colloquio tra me e sua figlia». Quando, alcuni giorni dopo, arrivò da Oslo la notizia, esagerata in verità dai corrispondenti, che Sofia era giunta in ritardo alla riunione del Club degli sciatori suscitando un mezzo putiferio, la signora Villani esclamò fra amareggiata e irata, «Se ci fossi stata io, tutto ciò non sarebbe accaduto».

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Bisognerà dunque concludere che Sofia Loren ogni volta che si trova fuori dallo sguardo di sua madre si lascia andare ad affermazioni facilmente travisabili, ritarda agli appuntamenti, è incapace insomma di comportarsi nella maniera più idonea alla delicata posizione che occupa? Come in tutti i giudizi delle madri, che persistono a credersi indispensabili, anche in quello della signora Villani c'è della esagerazione; unita però a una ’ punta di verità. Se Sofia Scicolone è arrivata alla attuale notorietà, il merito oltreché del suo sex-appeal è infatti anche di sua madre. Fu la signora Romilda che la spinse a partecipare al primo concorso di bellezza; fu lei che la condusse a Roma quando aveva appena quindici anni; fu lei che le fu vicina nel penoso periodo del tirocinio e che sempre la incoraggiò, confortandola con i suoi consigli e i suoi ammonimenti.

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NEL GUARDAROBA che Sofia Loren ha portato con sè in Scandinavia, in occasione del recente viaggio, figuravano tra molti altri gli abiti che vedete fotografati in queste due pagine. Sono stati confezionati apposta per quell’occasione da una notissima sartoria romana.

Amministratrice, manager, consigliera, segretaria delia figlia, la signora Romilda ha esercitato nei confronti di Sofia una insostituibile funzione di guida. Si può dire anzi che allorché il dubbio di riuscire in Sofia era lecito, colei che non ha mai dubitato é stata la signora Romilda. Essa era sicura di conoscere il mondo e valutava con obiettività le virtù della figlia. Madre e figlia hanno dunque camminato insieme sulla strada della celebrità. E se, malgrado questa celebrità, l’attrice ha vissuto fino a poco tempo fa in clima di relativa modestia (abitava in un quartiere piccolo-borghese. dove i fornai si disputavano il privilegio di portare il pane "per vedere la pizzaiola"), il merito di ciò va attribuito anch’esso all'esistenza di questo piccolo clan familiare; e alla sua natura squisitamente napoletana.

Da circa un anno, però, molte cose sono cambiate. Sofia è divenuta maggiorenne e con il successo è nata in lei la diva. Di ciò vengono indicati vari sintomi: innanzitutto Sofia Loren ha cambiato casa, trasferendosi in un grande alloggio arredato secondo il gusto a la page, poi ha venduto la "1400” e si è comprata una "Mercedes 300 SL”, infine ha iniziato lo studio dell’inglese. Per chi non é aggiornato in tema di automobili, occorrerà precisare che la "Mercedes 300 SL” è la macchina della Mille Miglia, viene messa in vendita al prezzo di sette milioni, ha degli enormi sportelli rientrabili nella capote che obbligano una signora per bene a delle complicate manovre per sedersi. Occorre risalire alla "Ferrari 2000” della Rossi Drago per ritrovare un precedente a tale forma di eccentricità; ma questa attrice aveva almeno la scusante di praticare lo sport automobilistico.

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IN RASO verde-Nilo è quest’abito da cocktail, che Sofia ha indossato per il fotografo nella sua nuova casa romana. Nella foto sotto, il più prezioso vestito della nuova serie: è confezionato con un jersey d’oro che il sarto ha giungere dagli Stati Uniti. Il costo di questo modello è naturalmente pari alla sua bellezza.

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Quanto allo studio dell’inglese, le lezioni iniziate anche esse da circa un anno volgono impartite all’attrice da una minuscola signorina sui trent’anni, fortemente miope, almeno a giudicare dallo spessore della lenti, la quale è divenuta l’ombra della Loren. La segue dappertutto, in macchina, ai pranzi, ai ricevimenti, sul luogo di lavoro; é sempre a un passo da lei, sempre pronta , a rispondere alle, sue domande, a tutte le curiosità che la sollecitano. «Come si dice riflettori in inglese? Come si , traduce mi sento stanca?», e via di questo passo. La Loren, non senza affettazione, continua poi a esercitarsi da sola. Nell’estate scorsa, mentre si girava La bella mugnaia, alcuni giovanotti di Pontassieve si avvicinarono all’attrice per chiederle degli autografi. La Loren, che sedeva vicino a Camerini, tese la mano verso il regista dicendogli con un tono di estrema serietà: «Give me a pencil, please». Camerini che pensava a chissà che sobbalzò sulla sedia e si voltò verso di lei allibito.

Tanto impegno nello studio dell’inglese non é senza motivo e la Loren del resto il motivo l'ha chiaramente svelato a Stoccolma. «C’è posto per tutte e due nell’industria cinematografica italiana», ha detto rivolgendosi alla Lollobrigida. «Del resto io mi recherò presto negli Stati Uniti e allora Gina potrà regnare da sola, almeno per un anno o giù di li». Nella sua scoperta malizia, Sofia con questa frase intendeva dare un annuncio. Dopo aver rifiutato in passato alcune offerte di lavorare all’estero — gliele fecero una volta Moguy e una volta Howard Hughes, che intendeva legarla con un contratto di sette anni — l’attrice adesso si sente matura per il grande salto. Cinecittà non le basta più; la sua attuale meta si chiama Hollywood.

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UN ALTRO ABITO da cocktail (sopra), in lille verde, è questo che Sofia presenta assumendo un atteggiamento che arieggia a quello tipico delle indossatrici. L’abito ha borddature in raso verde. IL NERO (sotto) è il colore preferito da Sofìa: lo ritroviamo irl questo abito da gran sera, con bustino nero bordato in raso bianco e gonna di raso guarnita di ricami in ”paillettes” nere e argento.
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Di preciso e di vero però non c’é ancora nulla. Di recente Vittorio Gassmann ha fatto il nome della Loren come della possibile interprete di un film su Beatrice Cenci, che egli dirigerebbe e che sarebbe realizzato in coproduzione con l’America. Vi sono state anche delle avances da parte della ”Paramount” per un contratto di cinque anni; per il quale si parla di cifre strabilianti. Il problema principale però, a questo riguardo, rimane quello dei soggetti. Dopo la serie dei film del genere esclusivamente sexy, la Loren ha lavorato negli ultimi due anni con alcuni registi le cui intenzioni erano più ambiziose; ma a parte il felice exploit della pizzaiola e il fortunato incontro con Blasetti, l’accoglienza del pubblico ad altri due degli ultimi film da lei interpretati — La donna del fiume e La bella mugnaia — non si può affermare che sia stata particolarmente calorosa. La colpa va ascritta senza dubbio più alla qualità dei soggetti che alle prestazioni dell’attrice, la quale ancora una volta non ha lesinato nè in impegno nè in esibizione di grazia. Ma è compito di un’attrice anche saper rifiutare, amministrarsi con accortezza, usare la diplomazia. La recente clamorosa offerta di Sofia di un incontro con la Lollobrigida è, sul piano mondano, una mossa squisitamente diplomatica; purtroppo, prima che nella mente dell’attrice, essa è nata negli uffici stampa della produzione Ponti.

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AL RE DI SVEZIA, Sofia si presentò con quest’abito in chiffon di una particolare gradazione di rosa, definita "shocking”. L’attrice accenna ad un inchino di prammatica davanti a un Sovrano.

Come la proposta sia stata accolta dalla Lollobrigida, lo si sa. Gina l’ha respinta, dicendo fra l’altro per telefono a un giornalista: «Vorrei proprio non sentir più parlare di questa vicenda. Non sono disposta ad accettare inviti e neppure a parlarne. Non vedo infatti perché dovrei presentarmi per una- pubblicità di dubbio gusto». Affermazione, quest’ultima, che la Loren — dichiarandosi spiacente del fatto che l’incontro non d sarà — ha seccamente definito una "insinuazione”.

Che il viaggio in Scandinavia desse l’avvio a una polemica di incredibili dimensioni, nella quale sono stati immischiati persino il Parlamento e l'Osservatore Romano, questo proprio la saggia signora Romilda Villani non se lo sarebbe mai aspettato.

Stelio Martini, «Tempo», anno XVII, n.52, 29 dicembre 1955


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Stelio Martini (fotoservizio di Paolo Costa), «Tempo», anno XVII, n.52, 29 dicembre 1955