Sofia ama i dollari

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In questa breve intervista Sofia Loren, assestatasi ormai definitivamente nell'Olimpo hollywoodiano, confessa apertamente di essere divenuta una americana quasi perfetta e di non sentirsi più a disagio lontana dall'Italia

Hollywood, aprile

Si, ho nostalgia di Napoli, ma so che se vi ritornassi avrei nostalgia di Hollywood e dei miei nuovi amici. Sono quasi diventata un’americana con due "homes" (due case)». Sofia Loren mi confida queste sue impressioni a poco più di un anno dal suo ingresso a Hollywood. Ormai è divenuta, anche ufficialmente, una cittadina di "Beverly Hill”, il quartiere aristocratico della città del cinema. L'anniversario del suo arrivo negli Stati Uniti è stato anche celebrato con un ricevimento, finanziato dalla Paramount che cura Sofìa come fosse la pupilla dei suoi occhi. La stella italiana rappresenta infatti l’unico capitale che dia un reddito sicuro alla famosa società la quale, come moltissime altre organizzazioni hollywoodiane, conosce in questo momento delle serie preoccupazioni finanziarie.

1958 04 15 Tempo Sofia Loren f1SOFIA LOREN e Anthony Quinn giocano una partita a bocce su un campo in terra battuta appositamente allestito in uno studio della Paramount, la Casa con cui l’attrice è attualmente impegnata. La fotografia è stata fatta a Hollywood durante il ricevimento con il quale è stato festeggiato l’ultimo giro di manovella del film "L’orchidea nera” di cui ”la pizzaiola” è interprete.

Sofia non abita più nella lussuosa villa di un anno fa: oggi non ha più necessità pubblicitarie. Si accontenta di un appartamento, molto elegante è vero, ma relativamente modesto: quasi un pied-à-terre. I locali che occupa si trovano al dodicesimo piano del Chateau Marmont, una specie di albergo residenziale frequentato per lo più da attori. Le ragioni che hanno fatto scegliere alla Loren poche stanze in affitto sono comprensibili, tenuto conto del suo desiderio di condurre una vita quanto possibile ritirata. Una villa a Hollywood significa infatti l’afflusso di parenti vicini e lontani, di amici italiani e americani che arrivano, partono, si trattengono per un week-end e anche più, e l’obbligo non indifferente di dare dei ricevimenti. I magnifici giardini di una villa e la sua piscina danno un certo tono, ma l’attrice, finché abitò la villa che aveva affittato da Charles Vidor, fu continuamente tormentata dalla indiscrezione dei vicini e dalla curiosità dei passanti. Un appartamento è più intimo, più "protetto”, e poi c’è la vista sul Sunset Boulevard (il Viale del Tramonto), un paradiso che potrebbe essere stato creato da un angelo al servizio di Cecil B. De Mille.

«Mi sono completamente americanizzata — afferma Sofia. — Leggo avidamente tutte le riviste e non appena mi potrò concedere un po’ di riposo. ho intenzione di visitare tutto il Paese. Naturalmente faccio anche letture più serie, più classiche, si capisce: ho appena terminato di leggere ”Il circolo Pickwick” di Charles Dickens. Leggo il testo in italiano, ma il pensiero è americano, vero?».

1958 04 15 Tempo Sofia Loren f2UN SOLO ANNO negli Stati Uniti è stato sufficiente alla Loren non solo a farla sentire completamente a suo agio, ma le è bastato anche a conseguire un successo senza precedenti. Oggi è considerata infatti un investimento redditizio.

Non smentisco e le taccio il fatto che Dickens è un autore inglese del secolo scorso. Vedo altri libri sul tavolino che han tutta l’aria di essere stati letti e riletti: uno è la vita di Greta Garbo, un altro la vita di Sarah Bernhardt, dal che si vede come Sofia sappia scegliere bene i suoi modelli...

Sebbene americanizzata nei gusti e nelle abitudini la Loren trova ancora qualche difficoltà nelle sue giornate hollywoodiane. ad esempio: la lingua. Parla speditamente (tant’è vero che ha saputo brillante-mente sostenere un’intervista alla Televisione; d’altronde non avrebbe potuto fare una cattiva figura là dove, solo un mese prima, Gina Lollobrigida se l’era cavata con onore) ma il suo inglese denuncia un che di imparaticcio e per le conversazioni più impegnative deve ancora servirsi di un dizionario.

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Sofìa è una lavoratrice instancabile: non ha mai un momento di sosta. «Infatti — dice — non conosco affatto l’America, ma solo il Sunset Boulevard e la strada che porta •agli studi della Paramount. Il mio lavoro oggi è ancora più duro di prima, perchè ora vogliono affidarmi dei ruoli drammatici. Io, francamente, preferisco la commedia, è più aderente alla mia personalità, ma in America pensano che il dramma dia molto prestigio a un?attrice: dicono che la "nobilita”. Come tutte quelle che arrivano a Hollywood, sogno di diventare un giorno una grandissima attrice. Il cammino però è arduo: bisogna penare e penare e non dimenticare mài quello che si è fatto alla vigilia e pensare a quello che si farà l’indomani. Io invece preferisco divertirmi, adoro la compagnia...».

Un’altra caratteristica americana al cento per cento che la Loren ha assimilato è l’amore per i dollari. Lo confessa d’altronde senza esitare.

1958 04 15 Tempo Sofia Loren f4IL PRODUTTORE Don Hartman, Marcello Girosi, la Loren e Ponti conversano davanti a una simbolica torta sui cui tre piani sono i titoli delle pellicole che l’attrice italiana ha interpretato a Hollywood. Stando alle intenzioni e ai molti impegni, qualche cosa come nove film, i coniugi Ponti si tratterranno negli Stati Uniti, se non definitivamente, per lo meno ancora un paio d’anni.

«Si amo il denaro. Lavoro, è lavoro e lavoro, ma questo non mi fa dimenticare una cosa: quando non si è nati ricchi, non si avrà mai la sensazione pi essere realmente ricchi. E’ quello che penso, e le cose sono proprio così. Finora non ho avuto molte occasioni di spendere il mio denaro: non mi sono mai presa delle vacanze. Ma non me ne lamento — continua Sofìa. — Hollywood è per me un immenso giardino. I primi tempi, avevo l’impressione che fosse tutta come uno studio ingombro di scenari in cartapesta e piante fìnte, ma ora che conosco meglio l’ambiente, mi piace viverci. Infine il clima è identico a quello di Napoli anche se in questi giorni piove senza tregua...».

Sofìa è ormai considerata "la grande Diva” di Hollywood; ha preso il posto di Clara Bow, di Norma Shearer, della Monroe stessa. In questi giorni ha terminato un film, ne girerà altri due prima della fine dell’anno, contemporaneamente ha già in mano i copioni di altre tre produzioni in programma per il 1959. Il suo posto a Hollywood ormai è fatto.

«Mi hanno chiesto che cosa desideravo per il mio compleanno, ho risposto: un weekend a Nuova York. Infatti credo di essere l’unica persona venuta in America senza passare da Nuova York, e che abbia vissuto un anno senza mai mettere piede in questa città che per me è come se fosse da sola un mondo intero. Però fra due settimane il mio sogno si realizzerà: e vi prometto che la piccola Sofia, quando sarà sulla Quinta Strada, farà parlare di sè...».

Black Shoot, «Tempo», anno XX, n.16, 15 aprile 1958


Tempo
Black Shoot, «Tempo», anno XX, n.16, 15 aprile 1958